di Linda Maggiori*
Quando un settore è in crisi, benché terribilmente inquinante, tutti corrono a sostenerlo. Il caso del cementificio di Monselice è emblematico. Recentemente è passato di proprietà a Buzzi Unicem, che sembra intenzionato a utilizzare combustibili solidi secondari (Css) per abbattere il costo dei combustibili derivati dal petrolio, vista la crisi del settore del cemento (secondo Aitec dal 2008 è stato perso il 60 per cento della produzione). Di fatto, bruciano rifiuti al posto del petrolio. Dalla padella alla brace, sia per l’ambiente sia per la salute.
Di nuovo, il dio della crescita (e il riscaldamento climatico) ringraziano.
La gente per fortuna scende in piazza e protesta. Eppure, protestare e scendere in piazza contro questi ecocidi non basta. Dobbiamo protestare ogni volta che mangiamo, che acquistiamo, che ci muoviamo. Dobbiamo essere una protesta vivente, un’obiezione di coscienza permanente: boicottare i centri commerciali, comprare nei mercati locali, dai produttori diretti, andare in bici, in treno, in bus. Noi cittadini abbiamo un potere enorme. Usiamolo.
Dobbiamo e possiamo essere il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo (cit. Mahatma Gandhi).
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