In tanti hanno accompagnato in questi anni uno spazio di comunicazione indipendente come Comune a non limitare il racconto di un territorio, di un tema sociale o di un conflitto con la lente di ingrandimento della democrazia rappresentativa, consapevoli che i cambiamenti in profondità non passano per elezioni e nuovi leader. Tuttavia, è possibile qualche volta sbirciare perfino dentro quell’universo per riconoscere alcuni processi in corso. In questo articolo Franco Berardi Bifo parte da alcuni punti di vista di un personaggio tutto sommato ancora poco noto in Europa, Robert Kennedy, per ragionare di come la politica e l’apparato industrial militare statunitense stanno portando il mondo verso la guerra nucleare (prima di cedere il potere, secondo molti Putin spingerà il bottone), ma anche della guerra coltivata da tempo nelle città statunitensi, tra violenza, follia e depressioni (soltanto gli oppioidi uccidono centomila statunitensi ogni anno). Sempre a proposito del dominio dell’industrial militare, Bifo si chiede: perché la stampa europea non parla di Kennedy? Insomma, non si tratta di prevedere o di sperare che il nipote del più noto Kennedy vinca contro il fascismo di Trump o contro l’opzione guerrafondaia di Biden ma di prepararsi ad attraversare tempi cupi

Quelle che seguono sono parole tratte da un’intervista che Robert F. Kennedy Jr ha dato al giornalista Lex Fridman.
“What do I think? I think this is a proxy war. I think this is a war that the neocons and the White House wanted. They’ve said for two decades they wanted this war and that they wanted to use Ukraine as a pawn in a proxy war between United States and Russia, the same as we used Afghanistan.
… “This is the model. Let’s use the Afghanistan model”. That was said again and again. And to get the Russians to overextend their troops and then fight them using local fighters and US weapons.
… And when President Biden was asked, “Why are we in the Ukraine?” He was honest. He says, “To depose Vladimir Putin. Regime change for Vladimir Putin.” And when his defense secretary Lloyd Austin in April 2022 was asked, “Why are we there?” He said, “To degrade the Russians’ capacity to fight anywhere… To exhaust the Russian army and degrade its capacity to fight elsewhere in the world”.
Ho scoperto da poco questo candidato alle primarie democratiche, ascoltando il discorso che ha tenuto nel New Hampshire primo luglio. Un candidato dal nome altisonante, ma sulla stampa europea non si parla di lui, al momento. Oppure se ne parla come del re delle fake news, o come un tizio che ha investito somme favolose in bitcoin. Tutto vero: no-vax, complottista e bitcoiner. Ma questo non significa affatto che gli elettori americani non lo prendano in considerazione. Al contrario, costui può giocare un ruolo decisivo nelle prossime primarie e poi nelle elezioni americane del novembre 2024. Non credo che possa vincere, ma penso che possa far perdere Biden e i guerrafondai americani, questi democratici che hanno dimostrato di essere peggio di Trump da tutti i punti di vista. Kennedy jr non è isolato, ha già un cospicuo seguito nel partito democratico, e dice cose assolutamente sensate. Ma dubito che possa vincere, mentre penso che possa aprire la strada a una vittoria di Trump o qualcuno di simile.
So che l’alternativa tra un fascista come Trump e un cinico guerrafondaio come Biden non è una bella prospettiva. Ma è quello che passa il convento. Intanto leggiamo quel che dice Kennedy, perché si tratta di un ragionamento assolutamente condivisibile, a mio parere. A meno di essere fanatici convinti del fatto che l’egemonia americana è tanto buona e tanto bella che vale la pena correre il rischio (ogni giorno più probabile) di una guerra atomica.
Credo che Putin sia un assassino
Seguendo il ragionamento di Kennedy possiamo fare due ipotesi: la prima ipotesi è che Putin sia veramente un assassino spietato cinico e pronto a tutto, come lo descrivono i dirigenti occidentali. La seconda è che invece sia una brava persona costretta dagli eventi a comportarsi in modo violento. In questo secondo caso i vertici occidentali dovrebbero mettersi d’accordo con lui, negoziare un accordo e convincere Zelenskjj a starsene buono, perché non è il caso di immolare una intera generazione di giovani ucraini per una guerra inutile. Ma io credo che sia vera la prima ipotesi. Credo che Putin sia un assassino pronto a tutto, espressione del desiderio di vendetta che i russi hanno maturato dopo l’umiliazione intollerabile che l’occidente ha inflitto ai russi negli anni ’90. Come i tedeschi reagirono all’umiliazione inflitta dai vincitori di Versailles appoggiando Hitler fino alla fine, così i russi appoggeranno Putin fino alla fine. Ma in questo caso la fine vuol dire: la fine. Per tutti.
Per questo credo che Hillary Clinton Joe Biden e i loro sostenitori stiano compiendo il peggior crimine contro l’umanità, e stiano scientemente preparando l’Armaggedon nucleare. Se è vero quel che dicono di Putin (e credo lo sia) dovrebbero sapere che prima di cedere il potere Putin spingerà il bottone.
Ho ascoltato un paio di discorsi di questo Robert Kennedy, nipote del presidente che tentò di avviare un processo di pace con l’Unione sovietica e fu eliminato. Non so se ci fosse un rapporto fra la politica di pacificazione di John Fitzgerald Kennedy e la sua morte violenta. Credo di sì, ma non lo posso affermare con certezza. Suo nipote dice che il presidente Kennedy è stato ucciso dall’apparato industrial militare americano perché cercava di realizzare una pace che il complesso militar-industriale considerava contraria ai suoi interessi. Robert Kennedy si è candidato per la presidenza in alternativa a Joe Biden che barcolla verso la nomination balbettando frasi senza senso.
Quello che dice Robert Kennedy mi pare invece assolutamente sensato: la politica di Joe Biden e dell’apparato industrial militare sta portando il mondo verso la guerra nucleare.
Non siamo nel 1945
È difficile non essere d’accordo con questo Kennedy: a meno di essere posseduti dal sacro fuoco della libertà colonialista bianca, vediamo bene che un gruppo di criminali guidato da Hillary Clinton Joe Biden e Boris Johnson ha spinto gli ucraini verso l’Olocausto, li ha convinti di essere gli eroi della libertà occidentale, poi li ha sospinti verso il baratro. Un’intera generazione di giovani ucraini è decimata, il paese è distrutto. Diversi milioni di persone sono fuggite all’estero, molti milioni sono sfollati. Gli occidentali fanno gli schizzinosi, e dopo averli inguaiati adesso dicono che non posso entrare nella Nato perché non sono ancora abbastanza democratici (mentre Erdogan lo è, tanto per dire…).
L’economia è sfasciata. Il paese non si riprenderà mai da questa catastrofe, perché i suoi alleati hanno altro da pensare, e saranno in una situazione economica sempre più difficile. Figuriamoci se il baldanzoso Occidente avrà voglia tempo e risorse per restituire agli ucraini un futuro quando non ce l’ha più nessun paese occidentale. Non siamo nel 1945, quando il capitalismo aveva orizzonti di espansione e fiducia in se stesso e nella democrazia. Siamo nel secolo della catastrofe climatica, siamo all’inizio di una recessione. Fra un poco i governi euro-americani si saranno stufati e scordati di questi petulanti ucraini. Li hanno usati, li hanno mandati a farsi massacrare, li hanno riforniti di armi sempre più letali così da spingerli sempre più avanti. Ma l’ultima parola toccherà a chi ha il dito sul bottone rosso. E alla fine diremo agli ucraini bravi bravi, però adesso basta, abbiamo altro cui pensare. Come abbiamo fatto con gli afghani (e con le afghane). Tutto questo lo dice Robert Kennedy, non io, non mi permetterei mai. Mica sono americano.
Violenza, suicidio, depressione
Nel suo discorso del primo luglio Kennedy dice anche attenzione, la guerra che noi americani abbiamo portato in tutte le parti del mondo l’abbiamo coltivata anche a casa nostra, e adesso divampa nelle nostre città. Nel week end del giorno dell’indipendenza, il 4 e 5 luglio, nel paese leader del mondo libero diciassette mass shooting hanno ucciso ventun persone e ferite un centinaio. Una guerra civile demenziale e suicida che fa decine di migliaia di vittime ogni anno. E gli oppioidi uccidono centomila americani ogni anno.
E la violenza, e l’odio, e la follia, e il suicidio e la depressione, tutto questo è ciò che la guerra interminabile provoca nel corpo maciullato degli Stati Uniti, il paese leader del mondo libero. Un paese di assassini maniaci, di depressi aggressivi, di squilibrati, tossicomani e fanatici: il paese leader del mondo libero. Non lo dico io, lo dice un candidato alla presidenza degli Stati Uniti che gode dell’appoggio del venti per cento del partito democratico.
Perché la stampa europea non parla di Robert Kennedy? Perché continuiamo a credere alle parole di quell’individuo con gli occhiali scuri che balbetta parole di guerra, che incita gli ucraini a farsi massacrare fino all’ultimo uomo per compiacere gli interessi di un ceto spietato di produttori di armi, di profittatori di morte? Qualcuno sa spiegarmi perché di Robert Kennedy in Europa non si parla?
In Europa abbiamo o stiamo per avere governi completamente asserviti a questa logica, e ciecamente obbedienti al capo americano di turno.
Purtroppo non vedo altro.
Per fortuna L’Europa sta morendo e ci sono i BRICS
cina, india e russia sono un bel covo di fascisti. non possiamo sostituire a quei lestofanti di statunitensi elementi peggiori di loro. puoi tenerteli i brics
Perché in Europa comandano le industrie delle armi
(Come in America del resto)
Purtroppo la stampa europea é saldamente egemonizzata da forze economico-politiche che fondano il loro potere principalmente sulla deterrenza dei loro apparati bellici. Questo primato della minacciosità dell’apparato bellico continua ad essere il fondamento della natura e qualità dei rapporti tra zone geopolitiche, stati e popoli del pianeta. E’ un fondamento da smantellare anche con atti e politiche coraggiosi e unilaterali perché minaccia la sopravvivenza odierna e futura del genere umano