di Daniela Degan*
In queste ultime settimane sono apparsi su alcuni quotidiani degli articoli che sostenevano che la parola decrescita e tutto il pensiero che c’è dietro non è “di moda” e appetibile. Mi sono domandata come mai? Non è che invece nelle pratiche è esattamente il contrario? Non ho una risposta però mi sono anche chiesta, come Laboratorio Itinerante della Decrescita di Roma, cosa abbiamo fatto in questi undici anni? Un elenco di iniziative – tra laboratori di autoproduzione, incontri, campi estici, convegni internazionali… – è leggibile in coda a questa lettera.
E quante altre associazioni, gruppi informali, riviste e persone hanno invece portato avanti questi temi e attività analoghe, in maniera diffusa e spesso poco visibile?
Per altro il Laboratorio Itinerante della Decrescita di Roma ha sempre utilizzato una metodologia che possiamo riassumere così: modalità ludo-pedagogica, dove giocare è cosa seria se ci permette di riprendere lo spazio e il tempo che ogni giorno ci viene rubato. In questo tempo di qualità del laboratorio esperienziale ricerchiamo insieme immaginari di cambiamento e di concetti ancora da esplorare. Ristrutturare concetti, riannodare relazioni, riallineare le persone con il cosmo, per poter ritornare finalmente alla comunità umana da cui noi, attraverso la spinta dello sviluppo per lo sviluppo, ci siamo allontanati.
Ha scritto Edgar Morin:
La complessità è una parola-problema e non una parola-soluzione.
Per questo più che ricercare soluzioni e risposte, promuoviamo il desiderio di fare risuonare domande. I laboratori sono dunque processi, con l’utilizzo di appositi strumenti, di tipo decisionale partecipato, che creano uno spazio e un tempo stra-ordinari, favorendo modalità auto poietiche e costruttive di eventi e azioni, momenti pratici di riscoperta della nostra radicata e innata capacità di distinguere, abitare, creare e attraversare le soglie di altri mondi possibili. Così agendo abbiamo portato il tema della decrescita in luoghi e spazi che ancora non conoscevano la parola decrescita e abbiamo potuto intrecciare temi, pratiche e idee. Tutte queste iniziative sono state sempre accompagnate dalla elaborazione ed utilizzazione di materiali informativi e analitici, nonché da una bibliografia che teniamo continuamente aggiornata.
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Qui gli Eventi promossi costantemente dal LABORATORIO ITINERANTE DELLA DECRESCITA DI ROMA:
DANIELA DEGAN dice
che bella sorpresa!
Una mia lettera inviata per mail trasformata in un articolo!
Grazie amici carissimi, grazie assai.
Aggiungo delle ulteriori riflessioni che emergono ogni volta che organizzo un laboratorio.
… ho trovato il libro delle compagne curde …. che sono militanti potenti, donne che
hanno approfondito in questi anni idee, cercando di svilupparle, concretizzarle, trasformandole in politica e operando.
La loro rivoluzione è un banco di prova per quella che Ocalan ha definito la scienza rivoluzionaria delle donne curde.
Come loro stesse sostengono stanno formandosi come “quadri femminili” di organismi politici.
Sono impegnate in una lotta che deve fare i conti con una società profondamente patriarcale e sviluppista e con una cultura che non aveva mai ammesso il loro protagonismo.
Vale anche per noi?
Bene io penso che anche noi donne alate ci stiamo formando come nuovi “quadri femminili”
di nuove avventure e credo che quello che facciamo è assolutamente politico.
Sempre a Pisa una delle amiche della Casa della Donna di Pisa, lo ha detto alla fine del nostro lavoro, in sede di valutazione. Come non darle peso!
Mi ha emozionato sentirla, perchè per quello che ho potuto, ho mostrato che ci sono altre modalità che fanno la differenza!
Ne sono felice. E noi insieme le abbiamo agite queste modalità.
La strada, secondo me, è questa: agire politicamente, a mio avviso, agire insieme unite nelle radici delle nostre antenate.
Siamo potenti, siamo mosse da uno spirito alato, siamo sorellamente legate nella trasformazione e nella sincronicità.
Non possiamo essere indifferenti, e qui cito Antonio GRAMSCI, “vivere vuol dire essere partigiani” … l’indifferenza è abulia.
“L’indifferenza è il peso morto della storia” non voglio lasciare che gli entusiasmi più sfavillanti si spengano e affoghino nella materia inerte della indifferenza!
Care amiche, cari amici quindi vi esorto a parteggiare potentemente, a non stare alla finestra.
politicamente per me non vuol dire partiticamente …. vuol dire agire come le
nostre sorelle curde, costruendo nella sperimentazione di questa nuova scienza
come ha spiegato molte volte, in molte interviste Dilar Dirik.
Ergiamoci insieme con la potenza dei nostri corpi.
Buona Rinascita!