Forse ho la risposta alla vostra domanda: si chiama consapevolezza.
Consapevolezza del cammino fatto insieme fin qui, consapevolezza dei compagni di viaggio trovati su questo cammino ad arricchirlo e unirsi a noi, non importa se per un tratto o se per tutto il proseguimento, consapevolezza che siamo davvero tanti, tantissimi. Amiamo questo “Comune” come amavamo quello che lo ha preceduto e forme simili che raccontano storie, visioni altre del mondo, perché la narrazione di quello che avviene nel mondo è importante.
Non vanno “censurate”, ovviamente, le cattive notizie, epperò vanno raccontate dando una “via d’uscita”, vanno affiancate da esperienze di re-azione che le bilancino, dando appunto speranza, piccole o grandi che siano, come sono importanti le occasioni di connessioni, dirette e di persona ancora meglio, ma anche “a distanza” perché anche sapere che dall’altra parte del mondo, in un piccolo territorio, c’è qualcuno che, come noi, si batte per le stesse utopie, ci dà la forza e, appunto, la consapevolezza di essere meno soli e le utopie, noi lo sappiamo bene, servono a camminare, insieme, fino a realizzarle, insieme, con vecchi e nuovi compagni di viaggio e con quelli che sembrano averci lasciati, ma invece, ne siamo consapevoli, camminano sulle nostre spalle e nei nostri cuori, dilatandoli.
[Martina Pignataro per il GRIDAS]
(Tutte le adesioni alla campagna Partire dalla speranza e non dalla paura)
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