L’idea della Città dei bambini nasce dall’analisi critica dello sviluppo delle città nell’ultimo secolo, pensate in base ai bisogni e i desideri di un solo cittadino specifico: adulto, maschio e lavoratore. «La città dei bambini» mira a una nuova filosofia di governo della città, assumendo i bambini come garanti delle necessità di tutti, rendendoli partecipi alle decisioni urbanistiche delle amministrazioni, chiedendo loro pareri rispetto all’utilizzo dello spazio pubblico.
«A voi che siete architetti vorrei lasciare un messaggio in una bottiglia. Considerate il vostro lavoro come creazione di luoghi futuri per i bambini. La città e i paesaggi andranno a forgiare il loro mondo di immagini e desideri. Vorrei anche che provaste a considerare ciò che per definizione è l’esatto contrario del vostro lavoro: voi infatti non dovete solo costruire edifici, bensì creare spazi di libertà, spazi liberi per conservare l’equilibrio dei vuoti, affinchè la sovrabbondanza non ci renda invisibili i mondi che ci circondano».
Wim Wenders
di Marzia Coronati
Francesco Tonucci è il responsabile della Città dei bambini, progetto internazionale del Consiglio nazionale delle Ricerche dell’Istituto di scienze e di tecnologie della cognizione. L’idea della Città dei bambini nasce dall’analisi critica dello sviluppo delle città nell’ultimo secolo. Tutti i grandi insediamenti urbani devastati dalle guerre mondiali, racconta Tonucci, non sono stati ricostruiti in base ai bisogni e i desideri della cittadinanza tutta, ma considerando un solo cittadino specifico: adulto, maschio e lavoratore. Così le fasce escluse da questo profilo – bambini, persone con disabilità, anziani – oggi faticano a vivere e spostarsi per le città, costretti a condividere gli spazi con i giocattoli preferiti dell’adulto maschio lavoratore: le automobili. Se abbiamo voglia di cambiare questa situazione, continua il pedagogista, i bambini ci possono aiutare.
Il progetto «La città dei bambini» mira dunque a una nuova filosofia di governo della città, assumendo i bambini come garanti delle necessità di tutti, rendendoli partecipi alle decisioni urbanistiche delle amministrazioni, chiedendo loro pareri rispetto all’utilizzo dello spazio pubblico. «Studi tra i più autorevoli sulla sviluppo dell’intelligenza dimostrano che il momento di maggiore sviluppo delle capacità cognitive dell’uomo è collocato nei primi anni della sua vita – spiega Tonucci – per cui escludere i più giovani dalla partecipazione e dalle scelte politiche è un grave errore, inoltre c’è una ragione giuridica per cui i bambini devono essere interpellati: si tratta della legge internazionale contenuta nella Convenzione dei diritti dell’uomo e ratificata da tutti gli stati del mondo nel 1989, che riconosce il bambino come un cittadino sin dalla nascita».
«La città dei bambini» promuove e incoraggia la partecipazione dei piccoli alle scelte urbanistiche, organizzando incontri, mediando i messaggi dei bambini e proponendoli alle amministrazioni. Tonucci ha raccontato che recentemente un bambino di una città del Nord Italia ha chiesto che metà dei parcheggi della sua città fossero trasformati in spazi per giocare, «una proposta che alla gran parte dei cittadini adulti potrebbe sembrare ridicola, ma che a noi sembra invece imbarazzante: quel bambino si è posto sullo stesso piano di un’automobile, chiedendo di condividere 50-50 gli spazi della sua città».
Altro grande pilastro del progetto è il recupero dell’autonomia dei giovani, promuovendo azioni di incoraggiamento affinchè i genitori lascino andare i figli a scuola da soli. Negli anni Settanta quasi il 100 per cento dei bambini di scuola primaria andava a scuola autonomamente, oggi la percentuale è crollata al 7 per cento, un cambiamento culturale pericoloso e non privo di gravi conseguenze. «Se non lasciamo vivere la strada ai nostri bambini, se non insegniamo loro la fiducia negli altri, le nostre città saranno sempre meno sicure e le generazioni future sempre meno capaci di rapportarsi con le cose del mondo. Nel corso di un lavoro che abbiamo realizzato a Rosario, in Argentina, un bimbo di cinque anni ha detto una cosa molto importante: “Io credo che gli adulti ci possono aiutare. Però da lontano”».
Su questi temi ragiona la trasmissione Terranave di questa settimana curata da Amisnet. Il link per ascoltarla lo trovate in questa pagina.
Ospiti della puntata:
Francesco Tonucci, La città dei bambini
Viviana Petrucci, Cantieri Comuni
In redazione: Lianka Trozzi, Ciro Colonna
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Radio Flash (Torino, 97.6) giovedì 20,00
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Foto di Filippo Mondini (educatore ribelle): il carnevale del Gridas, a proposito di città a misura di tutti e tutte.
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