Oltre a essere un’autrice e analista di grande prestigio, Naomi Klein è soprattutto una giornalista. In un’intervista con Alternet, racconta dell’inchiesta che ha portato avanti negli ultimi anni sulle Big Green, le organizzazioni ambientaliste che fanno parte del problema che si vuole evitare, i cui risultati saranno noti (in forma di film e libro) nel 2014.
Per Klein, è stata una «progressione naturale» quella di passare dallo scrivere di capitalizzazione del disastro in The Shock Doctrine (in Italia edito da Rizzoli con il titolo Shock economy, ndt) allo scrivere di cambiamenti climatici: «Abbiamo completamente globalizzato un modello economico non sostenibile di iper-consumismo. Ora si diffonde con successo in tutto il mondo e ci sta uccidendo».
Secondo Naomi Klein, i gruppi che dovrebbero servire da contrappeso agli abusi delle aziende e alla cecità dei governi sulle questioni ambientali stanno riproducendo le stesse pratiche elitarie dei gruppi di potere. Inoltre, non sembra che dopo un decennio a vigilare molto da vicino i cambiamenti climatici tali gruppi siano riusciti a fare qualche differenza: «Non solo le emissioni di inquinanti sono aumentate, ma abbiamo un sacco di truffe da denunciare. Penso che sia importante chiedersi perché i “gruppi verdi” hanno deciso di respingere la scienza nelle loro conclusioni logiche, perché analisti come Alice Archi e Kevin Anderson hanno detto che serve almeno un decennio per raggiungere la riduzione delle emissioni di cui abbiamo bisogno nel mondo sviluppato e che non è compatibile con la crescita economica».
Le vere cause dell’inquinamento non vengono risolte soltanto convincendo le persone a comprare prodotti biologici o verdi, ma guardando il modello al quale il capitalismo globale ci ha spinto per pensare a come possiamo fermarlo. Parte della soluzione, secondo Klein, è che «se il movimento ambientalista ha deciso di combattere, dovrebbe mettere da parte il suo status d’elite», cosa che finora non ha fatto. «Penso che sia una grande parte del motivo per cui le emissioni sono come sono».
Ma non tutto è perduto. Senza indicare false speranze, Klein apprezza il lavoro di molti gruppi ambientalisti in particolare in Europa, che hanno chiesto agli Stati uniti di non tentare di riparare il suo sistema fallito di riduzione delle emissioni di carbonio, «ma in realtà di abbandonarlo e cominciare a pensare di fermare le emissioni nel paese, invece di seguire con questa truffa. Penso che è il momento in cui ci troviamo ora. Non dobbiamo perdere tempo con queste truffe che sono molto astute, ma che non funzionano».
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Fonte: ecoosfera.com.
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