In Lombardia qualcuno ha distrutto la piccola coltivazione sperimentale di Ris8imo, una selezione speciale di riso TEA che l’Università di Milano stava coltivando. Eco-terroristi, criminali oscurantisti, dementi luddisti: media e illustri espertoni si sono divertiti nel gridare allo scandalo. In realtà quell’azione tenta di fermare un disastro ecologico, imposto dall’alto e mascherato da operazione green per evitare qualsiasi confronto su questi temi e calpestare il principio di precauzione. “L’oscurantismo scientista è quello di chi utilizza fondi pubblici per portare acqua ai mulini delle imprese private del settore sementiero e agrotossico – scrive Giovanni Pandolfini – Falciare questa sperimentazione legale ma illegittima è un atto di speranza…”

Qualche giorno fa, nella notte, alcune persone si sono prese il compito di andare a distruggere, falciare, profanare la parcella dove vegetavano ignare le povere piantine di Ris8imo, infierendo senza pietà sui cadaveri dei giovanissimi promettenti germogli. Il Ris8imo è una selezione speciale di riso TEA che l’Università di Milano stava coltivando in campo aperto in accordo con la proprietà dell’azienda che ospitava la sventurata sperimentazione e con il ministero dell’agricoltura che autorizza il tutto. L’azienda nota nell’imprenditoria agraria della Lomellina è amministrata da personaggi di spicco nella locale ConfAgricoltura.
Immediatamente dopo il “folle gesto” si sono dispiegate le armate della ormai abituale dis-informazione.
Nessun parere contraddittorio, nessun dibattito, nessuna voce che restituisse a un gesto di evidente protesta (disperata), se pur illegale, la sua spettante legittimità politica, ecologista, sociale e ambientale. Eppure di voci “diverse” ce ne sono a bizzeffe, anche autorevoli, nei vari specifici settori. Voci che mettono in allarme, criticano, e invocano un ragionevole principio di precauzione invece di far entrare dalla finestra, in sordina mediatica, quello che venti anni fa fu buttato fuori dal portone principale, gli OGM. Ma i Tea non sono OGM dicono alcuni, certo che lo sono dicono molti altri. Molto meglio ignorare, andare avanti a testa e profilo basso.
Parole grosse, invece, hanno visto la luce in appassionati pezzi di grande giornalismo e in altrettanti interventi dei soliti espertoni (Chicco Testa in testa appunto), parole come delinquenza, eco-terrorismo, criminalità, violenza oscurantista, dementi luddisti, personaggi squilibrati che hanno appena finito la caccia ai mammut, gesto sconsiderato di un manipolo di deficienti amanti delle caverne, personaggi tetri e isolati, si ipotizza addirittura il folle gesto di un maniaco che per sue personalissime paranoie odierebbe il progresso (inarrestabile comunque, questo è ben specificato) e le sue magnifiche ricadute di benessere sotto gli occhi di tutte.
Condanna subito! E già si intravedono spalancate le porte dei gulag e si ode il latrare dei cani eccitati dalla caccia alle streghe. Condanna subito che arriva anche da voci ritenute amiche, voci di alcune realtà ambientaliste che pur criticando lo spregiudicato uso dei TEA-Nuovi OGM e combattendo contro lo strapotere delle multinazionali e bla bla bla bla, erano giustappunto vicinissimi a importanti traguardi nella complicatissima mediazione che il gesto così antipatico, violento e illegale ahimè allontana. Vecchissima maledetta storia purtroppo!
Equilibri, convenienze, trattative (sempre al ribasso), riformismo e niente di fatto. Incentivi, finanziamenti a progetti, carriere in bilico, fin qua si può dire oltre no, rompe alcune alleanze… Che noia mortale!
Ma iniziamola dal principio questa maledetta storia.
Da sempre le sementi hanno viaggiato insieme alle contadine e ai contadini che le hanno selezionate, migliorate, conservate e tramandate gratuitamente mettendole liberamente a disposizione delle comunità e del mondo intero. Poi è arrivato il capitale, lo sviluppo, l’industria che si è impossessata della “ risorsa cibo” divenuta strategica per nutrire città, fabbriche, guerre e intere nazioni fatte di operai e impiegati e, inoltre, ha fatto accumulare montagne di denaro nei forzieri di pochi pescecani. Ecco che le sementi hanno sospeso il loro viaggio con le contadine e sono emigrate nei laboratori, lì si sono trasformate inizialmente in “risorsa” per i popoli, poi per gli Stati poi ancora in “patrimonio genetico” a disposizione della Scienza che, ci hanno raccontato, appartiene agli Stati ed è al servizio di tutti, ma non è vero ed infine hanno imboccato l’autostrada delle privatizzazioni neoliberiste.
Brevetti, brevetti, brevetti, la proprietà privata si estende a tutto il vivente, al seme, alle piante che nasceranno da quel seme e che dovranno avere tutte le stesse caratteristiche oggetto del brevetto (lealtà commerciale e serietà professionale, per favore!).
Seguitando il mantra della rivoluzione verde e della green economy anche nel caso degli OGM-TEA ci dicono che sono importanti per produrre più alimenti necessari all’aumento demografico, oggi hanno un altra emergenza da fronteggiare, il cambiamento climatico (poco importa se sono loro stessi fra i maggiori responsabili, nessuno lo dice). Balle su balle su balle: la produzione industriale del cibo non ha mai risolto nessuno dei problemi che annuncia di voler risolvere e in alcuni casi li ha addirittura lei stessa aggravato o creato. I brevetti sulle sementi sono il paradiso di chi si vuole accaparrare tutto e l’inferno della biodiversità e della natura stessa. Il paradiso per i soggetti forti, centralizzati e potenti, l’inferno per le piccole economie di villaggio e per quel che resta del mondo indigeno-contadino.
Ci sono persone, scienziati, biologi, ricercatori molto più preparati di me che potrebbero argomentare come l’epigenetica si contrappone al riduzionismo che vede il DNA come un qualcosa di semplicemente manipolabile a nostro piacimento con geni portatori di caratteri slegati dall’ambiente circostante e fissi in qualsiasi situazione essi siano. Manipolare certe cose potrebbe essere un pericolo per l’equilibrio ambientale dove siamo immersi e quindi anche per noi stessi e potrebbe portarci a conseguenze incalcolabili e devastanti, valutabili solo fra alcune generazioni. Perché correre questo rischio? In nome di che cosa?
Il riduzionismo applicato alla microbiologia è come il principio delle tecniche impiegate nella produzione industriale del cibo: adattare la propria terra, il proprio ambiente, il proprio agrecosistema alla cultivar prodotta nei laboratori attraverso input esterni (concimi chimici e pesticidi) che l’agricoltore acquista, quasi sempre da gli stessi che producono la selezione delle sementi o delle piante coltivate. Un bel gioco che che propone rischi per tutti e vantaggi per pochi.
Un bel gioco che porta acqua ai mulini delle multinazionali che ormai sono in grado di condizionare pesantemente la ricerca semplicemente finanziandola e creando un circolo vizioso fra sperimentazione, divulgazione, formazione e informazione o non informazione come in questo caso. La produzione della ricerca scientifica oggi è fortemente condizionata da questo sistema.
Le peggiori multinazionali responsabili delle devastazioni ambientali e sociali in atto per accaparrarsi l’intero vivente (in questo caso con i brevetti sulle varietà da loro inventate?) produrranno sementi brevettate a caro prezzo per i contadini che dovranno anche subire l’inquinamento delle loro sementi originarie. Anche la riproduzione, oltre alla produzione, delle proprie piante subirà forti limitazioni con questo sistema che viene propagandato come utile per una ipotetica quanto falsa diminuzione dell’uso dei pesticidi e aumenti produttivi.
Tutto questo non è sufficiente per avviare un confronto politico sull’uso e l’introduzione nella nostra catena alimentare e nell’ambiente stesso di sostanze potenzialmente pericolose e che comunque generano monopoli, sfruttamento e assoggettamento, l’esatto opposto dell’autodeterminazione territoriale e alimentare delle popolazioni? Non è fortemente riduttivo condannare un gesto di protesta che evidentemente si trascina dietro la mancanza di questo confronto, una bella dose di impotenza e il totale rifiuto delle ragioni di una grandissima parte della popolazione che non si esprime semplicemente perché non è informata?
Venti anni fa la grande distribuzione organizzata (UNICOOP in testa) con le grosse associazioni ambientaliste (Legambiente in testa) e i grandi sindacati agricoli (Coldiretti in testa) distrussero l’avanzata in Europa degli OGM. Evidentemente era solo per loro convenienza, questioni di marketing, oggi dove sono costoro, dove sono stati portati dalle loro convenienze e che tipo di convenienze? Tutto tace e , nella notte, qualcuno prova a squarciare questa cappa di nebbia che impedisce la visuale e attenua i sensi.
Mettiamoci dalla loro parte e proviamo ad avviare questo contraddittorio, cerchiamo di contrastare l’avanza di questa ennesima nocività con la quale non finiremo più di dover convivere.
La distruzione del campo sperimentale di Ris8imo non è stato un atto di terrorismo ma un legittimo tentativo di fermare un disastro ecologico mascherato da operazione green. Esiste un dissenso informato e capace di argomentare il proprio pensiero e invocare il diritto di precauzione per il bene dell’intera collettività. Altro che oscurantismo, l’oscurantismo scientista è quello di chi utilizza fondi pubblici per portare acqua ai mulini delle imprese private (multinazionali) del settore sementiero e agrotossico.
Falciare questa sperimentazione legale ma illegittima è un atto di speranza.
Giovanni Pandolfini ha aderito alla campagna Partire dalla speranza e non dalla paura
Grazie x questo ossigeno dialettico e conforta sapere che c’è ancora chi fa battaglia alla vendita e privatizzazione di natura e cibo.
Ci sono in atto due grandi campagne della truffa neoliberista, apparentemente separate, ma che invece vanno a braccetto, e sono quella degli Ogm vecchi e nuovi e quella dei pannelli fotovoltaici. Infatti se per imporre i primi si usa la solita tecnica dell’allarme globale: crescita esponenziale della popolazione e carenza di cibo, la seconda con la menzogna dell’energia pulita, provvede a togliere ettari ed ettari di terreno proprio all’agricoltura, che pertanto dovrà essere fatta in laboratorio. E il cerchio si chiude. Ma non un cerchio qualsiasi, ma quello con dentro il triangolo e l’occhio di Dio.