Vi ricordate il pressoché sicuro “raddoppio” del Corridoio Sud, il mega gasdotto di cui noi conosciamo bene il segmento finale, il tanto contestato TAP? Ormai è quasi certo che non si farà, perché il gas che sarebbe dovuto arrivare anche dal Turkmenistan, oltre che dall’Azerbaigian, non sarà mai “aggiunto”. Tutto il mega-progetto era stato pensato per affrancarsi dalla dipendenza del gas russo e l’Unione europea ci aveva investito, direttamente o indirettamente, decine di miliardi di dollari
Il 4 febbraio la commissaria UE per l’Energia Kadri Simson volerà a Baku, in Azerbaigian, dove parteciperà all’ottavo incontro ministeriale del Consiglio consultivo del Corridoio Sud del Gas. Ovvero il mega gasdotto da 3.500 chilometri voluto dalla Commissione europea per “diversificare” le forniture di gas verso il mercato dell’Unione.
Il gasdotto, una delle infrastrutture più costose nella storia dell’Unione – circa 40 miliardi di dollari, di cui due terzi coperti da banche pubbliche come la Banca europea per gli investimenti, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, la Banca Mondiale e una cordata di agenzie di credito all’esportazione tra cui l’italiana SACE – è entrato in funzione da poco più di un anno e trasporta 10 miliardi di mc di gas fino all’Italia. Un volume che ammonta a circa il 2 per cento della domanda dell’UE.
Troppo poco per giustificare la sua “strategicità” o per definirlo un’alternativa alle forniture della Russia, che vende all’UE circa 180 miliardi di mc di gas all’anno. Troppo poco anche per ripagare l’investimento: il gasdotto avrebbe dovuto trasportare almeno 20 miliardi di mc all’anno e soprattutto avrebbe avuto bisogno di attingere alle importanti riserve del Turkmenistan, allungando il Corridoio fino alla sponda opposta del Mar Caspio. Opzione che sembra del tutto naufragata dopo decenni di negoziati falliti.
Ma destinato a sparire è anche il raddoppio del gasdotto, che sembra oramai un ulteriore costo inutile che finirebbe sulle spalle dei consumatori. Le riserve di gas dell’Azerbaigian sono infatti limitate, come spiegato da uno studio dell’Oxford Energy Group, il quale invita a abbassare le aspettative sul contributo del gasdotto alla sicurezza energetica europea.
La visita della commissaria Simson a Baku potrebbe servire a calmare gli animi dopo la recente decisione dell’UE di escludere il raddoppio del Trans Adriatic Pipeline dai progetti energetici strategici del regolamento TEN-E. Tema questo di cui il gabinetto della commissaria potrebbe avere parlato anche nell’incontro con la multinazionale Tap di metà gennaio (vedi il tweet di EU Gas Detector in proposito).
Per come stanno le cose oggi, qualora le aziende e i governi decidessero di procedere con il raddoppio del TAP, dovrebbero farlo senza il supporto della finanza pubblica dell’Unione, che ha escluso il finanziamento di nuove infrastrutture per il gas negli anni a venire. A margine della riunione ministeriale, Simson avrà degli incontri bilaterali anche con il ministro dell’energia dell’Azerbaigian, Parviz Shahbazov, e con quello della Turchia, Fatih Dönmez, con cui ha diverse partite aperte.
La Turchia si è infatti messa di traverso alla costruzione di uno dei due gasdotti che invece la Commissione potrebbe finanziare: l’Eastmed, concorrente del TANAP turco che riapre ferite geopolitiche tra Cipro e la Turchia e soprattutto rischia di essere un buco nell’acqua per l’Ue, oltre a risultare economicamente insostenibile e climaticamente disastroso. Si preannunciano giornate complesse per la commissaria Simson all’ombra delle Flame Towers di Baku.
Articolo pubblicato grazie alla collaborazione con Re:Common
Salvatore dice
L’articolo presenta molte imprecisioni e inesattezze. Il tema é interessante ma con dei messaggi fuorvianti, scritto da persona che conosce il tema ma in maniera superficiale. Per esempio se parliamo di TYNDP, il nuovo indirizzo della Commissione é di non finanziare infrastrutture dedite al trasporto di gan naturale, a prescindere che sia una fonte strategica, e questo vale per tutte le infrastrutture gas. Esiste la possibilità di raddoppiare la capacità di trasporto, attraverso il processo incrementale di capacità cosi come descritto nel capitolo 5 del CAM NC. Potrei continuare con altre imprecisioni ma lascio alla testata decidere se offrire un servizio migliore o lasciare la sufficienza di questo articolo.
ReCommon dice
Grazie per il commento. In realtà l’articolo non entra nel merito del TYNDP, o di eventuali possibilità che la legislazione europea ancora offre per i promotori di infrastrutture nel settore del gas. Il riferimento è alla 5a lista dei progetti di interesse comune (PCI) nel settore del gas, dove tra i progetti candidati c’erano l’espansione delle diverse componenti del Corridoio Sud del Gas, che sono state poi escluse dalla lista finale approvata a novembre 2021. L’esclusione, come spiegato nell’articolo, implica che qualora i proponenti volessero procedere con l’espansione, non potrebbero beneficiare dei finanziamenti TEN-E.
Alberto Maioli de Pazzi di Valguarnera dice
Mettetevi d’accordo:
Gas, la rivincita del Tap: l’Europa vuole raddoppiare
dal nostro corrispondente Claudio Tito da repubblica di stamane 5/2/22