Sono 56 i milioni di euro previsti complessivamente, nel periodo 2021-2023, dagli appalti per affidare la gestione dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) ai soggetti privati. Costi da cui sono esclusi quelli relativi alla manutenzione delle strutture e del personale di polizia. Cifre che fanno della detenzione amministrativa una filiera molto remunerativa che, non a caso, ha attratto negli ultimi anni gli interessi economici di grandi multinazionali e cooperative. La privatizzazione della gestione è, infatti, uno degli aspetti più controversi di questa forma di detenzione senza reato e ne segna un ulteriore carattere di eccezionalità: il consentire che su quella privazione della libertà personale qualcuno possa trarne profitto.
A illustrare questa situazione è la Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili (CILD), che nei giorni scorsa a Roma ha presentato un nuovo rapporto sul tema, intitolato “L’affare CPR. Il profitto sulla pelle delle persone migranti”, all’interno del quale grande attenzione è stata dedicata alle multinazionali Gepsa e ORS, alla società Engel s.r.l. e alle Cooperative Edeco-Ekene e Badia Grande che hanno contribuito, negli anni recenti, a fare la storia della detenzione amministrativa in Italia.
Una storia, ricorda Cild, fatta di sistematiche violazioni dei diritti delle persone detenute e di assenza di controlli da parte delle pubbliche autorità.
Il rapporto completo si può leggere a questo link.
palidda dice
Il business sulla pelle dei migranti è emerso chiaramente sin dagli anni ’80 e ricorda quello che s’è sempre ripetuto (vedi anche il bellissimo film “Il cammin o della speranza”: https://www.youtube.com/watch?v=VCCMfFWPPmA&t=208s e tanti altri racconti di migrazioni del passato anche remoto). e vedi anche : “Il discorso ambiguo sulle migrazioni” (scaricabile gratuitamente da qui: https://www.academia.edu/36830024/Il_discorso_ambiguo)