Chi lavora con i migranti sa bene cosa potranno significare i cambiamenti che verranno introdotti con gli emendamenti di conversione del cosiddetto Decreto Cutro: persone abbandonate a se stesse, private di assistenza legata, quella legata alla vita quotidiana, e di ogni possibilità di inserimento sociale. Ma soprattutto lo smantellamento dell’accoglienza fa naufragare un patrimonio enorme di relazioni sociali e saperi meticci che hanno trasformato tante comunità locali. Un appello
Promosso dagli operatori legali dell’associazione “Don Vincenzo Matrangolo” di Acquaformosa – che gestisce otto progetti di accoglienza diffusa in provincia di Cosenza – l’appello è velocemente circolato all’interno dei circuiti SAI nazionali e in poche ore ha raccolto numerose adesioni e molte stanno ancora arrivando. Chi lavora a stretto contatto con i migranti sa bene cosa potranno significare i cambiamenti che verranno introdotti con gli emendamenti di conversione del cosiddetto Decreto Cutro: persone abbandonate a se stesse, private di assistenza e di ogni possibilità di inserimento sociale. Di fatto, lo smantellamento dei SAI, un modello che, tra mille difficoltà, è riuscito a garantire una dignitosa accoglienza agli ospiti in armonia con i territori ospitanti. L’esperienza delle associazioni promotrici descrive una realtà ben diversa da quella che si vuole imporre con la propaganda dell’attuale governo: grazie alla presenza dei migranti, nuovi cittadini di questi territori, molte comunità sono rinate e l’accoglienza ha funzionato: le persone hanno trovato ospitalità nelle case dei paesi, i bambini e le bambine frequentano le scuole, i genitori corsi di formazione professionale e di lingua. I SAI sono dei punti di riferimento qualificati per i nuovi ospiti e per i cittadini, e lo smantellamento di questo sistema significherà di fatto la criminalizzazione del fenomeno migratorio.
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Sono contraria al decreto cutro e sono a favore del sistema di accoglienza SAI