Ogni volta che qualcuno mette in discussione la necessità dell’esistenza del denaro, cominciano discorsi sulla realtà e le utopie. Il denaro forse non sarà tutto ma di certo è una realtà, non se ne può fare a meno, ci viene detto. Eppure, nella storia, quella realtà non è sempre esistita e non è affatto probabile che esista per sempre. Il denaro non è neppure una cosa. Lo sono le banconote, certo, ma il denaro è una relazione, un modo di connettere attività produttive e sociali tra le persone. Solo che quelle relazioni in un pezzo di carta o di metallo non si vedono più, vengono astratte. Nasconde molte cose, il denaro. Una di quelle più importanti, oggi, è il suo costo. Lo spiega, in modo semplice ed esemplare, questo articolo di Mag4 Piemonte raccontando, come in una sorta di caccia al tesoro, di quel che nascondono lo scontrino di un supermercato e il finanziamento di una banca. Le Mutue di Autogestione esistono da oltre 40 anni in Italia, la prima è nata a Verona nel dicembre del 1978, ma sono meno di dieci (1). Perché? Perché sono l’esperienza di finanza critica (ed etica) territoriale più impensabile (ma concreta e attiva) in una società dove l’accumulazione di denaro è più importante della vita delle persone, in un sistema in cui la fiducia è un disvalore se non una colpa, dove non dobbiamo sapere che utilizzo viene fatto dei nostri risparmi e dove salvare una banca è più importante che salvare un pianeta
Immaginate di andare al supermercato, vedere delle carote con prezzo esposto di 1 euro al chilo e decidere di comprarne due chili. Finita la spesa pagate senza controllare ma, una volta a casa, ritirando il sacchetto, vi viene la curiosità e leggete il conto: due chili di carote sono sì costate 2 euro, ma a questo si sono aggiunti 20 centesimi del sacchetto, 20 centesimi per la stampa dello scontrino, 20 centesimi per elaborare il pagamento in cassa, altri 20 centesimi per l’uso dei guanti usa e getta e gli ultimi 20 per lo stoccaggio in frigo della merce. Stesso meccanismo per tutta la verdura che avete acquistato. Solo per le carote avete accumulato 1 euro di costi nascosti, che non erano indicati da nessuna parte. Ecco, in casi come questi, decidiamo all’istante che non torneremo mai più in quel supermercato.
Tanto più che sotto casa abbiamo il negozio di un fruttivendolo dove le carote costano 1,25 € al chilo ma almeno quello è il costo effettivo e in più sono anche del contadino del paese accanto, non viaggiano per migliaia di chilometri e possiamo sapere come sono coltivate. La scelta opportuna da fare ci sembra ovvia e lampante.
E se invece del prezzo delle carote immagginassimo i costi di un finanziamento e, al posto del supermercato, mettessimo la banca sotto casa? Anche in questo caso le cose funzionano esattamente così, solo che non abbiamo lo scontrino in mano e quindi trovare i costi nascosti diventa una vera e propria caccia al tesoro.
La MAG4 Piemonte è una cooperativa che da 35 anni costituisce una microscopica alternativa al sistema bancario, sia per quanto riguarda la raccolta di denaro, che per quanto riguarda l’erogazione dei finanziamenti. C’è un gruppo di persone che si sono messe insieme per impiegare il proprio denaro in modo etico. Lavoriamo con il denaro che raccogliamo dai nostri soci in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta erogando finanziamenti a realtà socie che operano nello stesso territorio.
Questa premessa serviva a spiegare perché ultimamente abbiamo provato ad approfondire il tema del costo dei finanziamenti bancari e di divulgare i risultati delle nostre analisi e scoperte.
Un po’ per addetti ai lavori, ma non troppo
In questi ultimi anni, alcuni soci finanziati ci avevano detto che i nostri tassi erano troppo alti e che le banche li finanziavano a tassi più convenienti. Avendo una certa conoscenza dei meccanismi usati solitamente dal sistema bancario per far sembrare le cose diverse da come sono effettivamente, abbiamo quindi deciso di verificare nella pratica queste affermazioni e ci siamo messi ad analizzare i costi reali dei finanziamenti bancari concessi ad alcune realtà nostre socie.
Abbiamo così compreso che una parte dei costi legati ad un finanziamento (l’apertura di un conto proprio in quella banca, le spese di incasso rata, le spese comunicazioni annuali solo per citarne alcuni) non solo non devono essere inseriti nei tassi dichiarati a livello promozionale, ma anche che per legge devono essere contabilizzati in voci del bilancio diverse dagli oneri finanziari. Diventa così estremamente difficile ricostruire quanto costa effettivamente un finanziamento.
Al termine della nostra caccia al tesoro (perduto), partendo dalle contabilità analitiche e recuperando i costi di ogni singola rata, abbiamo scoperto che il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) medio può arrivare anche a più del doppio del TAN (Tasso Annuo Nominale) medio dei finanziamenti bancari esaminati. Avete presente quando in un negozio chiedete due etti di formaggio e vi dicono: signora, ho un po’ abbondato, è quasi il doppio di quel che chiedeva, che faccio, lascio?
Questo meccanismo (che abbiamo osato soprannominare DDT, Doppio Del Tasso) ci sembra tossico e molto subdolo, in linea con l’atteggiamento di chi sa di avere il coltello dalla parte del manico. Oltretutto, questa modalità di applicazione dei costi delle spese si è dimostrata trasversale rispetto ai diversi finanziamenti bancari che abbiamo analizzato, a piccole come a grandi realtà.
In questi casi i nostri tassi, confrontati con il TAEG medio (fatti salvi eventuali finanziamenti agevolati grazie a contributi pubblici), risultano uguali o addirittura più bassi, confutando quindi le sopra citate impressioni di molti nostri soci.
In caso di dubbi, è importante provare a chiedere un supporto per verificare quali sono i tassi che la vostra cooperativa o associazione paga realmente. La MAG4 offre questo servizio gratuitamente, ma non lo fa solo lei.
Crediamo che supportare quelle realtà che si impegnano, in ogni ambito, a praticare un’alternativa reale, esistente e concreta, basata sulla mutualità e non sulla competizione sia una pratica politica fondamentale da portare avanti e diffondere. Scegliere a quale tipo di istituzione creditizia rivolgersi, a quale soggetto pagare un finanziamento desiderato e sudato, equivale davvero scegliere quale sistema economico supportare.
Come MAG4 lavoriamo secondo i principi del mutualismo e dell’autogestione, insieme ad altre MAG in Italia. Con passione e fatica, da più di trent’anni permettiamo a chi non vuole o non può approcciarsi al sistema bancario di avere accesso al credito.
Siamo profondamente convinti che pecunia olet e che sapere come il denaro viene impiegato sia un atto di responsabilità individuale e collettiva di portata rivoluzionaria.
Note
(1) Nei primi 15 anni di attività, fino al 1993, le Mag arrivarono a contare oltre 5mila soci, a finanziare 500 progetti e creare 5mila posti di lavoro. Nel 2003 raccoglievano risparmi per quasi 9 miioni di euro. La legge 197 del 1991, però, nell’intento di impedire pratiche crimonose in campo finanziario, richiese agli operatori del settore il raggiungimento di un miliardo di lire di capitale sociale e con questo decretò la chiusura di alcune di esse ed un forte rallentamento dello sviluppo delle restanti. Tratto da wikipedia.
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