… Adesso, qui, su questa pagina, io vi sfido. A qualsiasi livello della gerarchia sociale innalziate i vostri muri verbali e come statisti di lungo corso vi impegniate in più o meno accorati discorsi sull’immigrazione, sentenziando e condannando come giudici eletti dalla storia stessa intorno al destino di milioni di vite umane, quanti migranti avete mai fatto entrare nella vostra vita?
Ovvero, esiste la parola.
I migranti, solo quest’ultima, di norma immeritevole perfino dell’articolo, figuriamoci di semplice rispetto e mera empatia per chi desideri una vita migliore.
Perché questa è l’empatia, signore e signori, nella più banale delle accezioni.
La capacità di mettersi nei panni dell’altro, di riuscire a comprendere che, in questo maledetto caso, egli è alla disperata ricerca di ciò che tutti vogliamo.
Forse è proprio questo il problema.
Nondimeno, ripeto, i migranti non esistono, non sono mai esistiti per la maggior parte degli abitanti di questo confuso e diviso paese, tranne che nel vocabolario da social o da frustrato sfogo al termine di una settimana deludente.
Sì, questo è quel che credo fermamente.
Che alla fine di tutto, non facciamo altro che giocare con le parole.
E allora ecco i migranti del vice premier Salvini e di tutti i suoi sodali leghisti.
Ecco i migranti paventati e insultati da ogni tipologia di politicastri con i voti guadagnati a colpi di post e cinguetti.
Ecco i migranti di cui blatera la maggior parte degli abitanti di questa terra incredibilmente vulnerabile alle menzogne.
Ovvero, le misteriose e minacciose creature dalla pelle olivastra o dal cognome bizzarro, che si cibano di roba aliena e complottano esprimendosi con vocaboli incomprensibili ai danni degli autoctoni.
Il fatto è che non sono mai stati davvero presenti nella vita reale degli intolleranti di professione, ma neppure del cittadino medio che si tiene ai margini della discussione.
Perché questo vuol dire esserci per qualcuno.
Significa guardarsi negli occhi reciprocamente.
Comporta ascoltare sul serio le ragioni dell’altro.
Conoscerne le emozioni e i sentimenti.
Non dico di tutti, ma almeno di uno.
Solo in quel caso si gode di autorevole diritto e degna competenza di parlare del prossimo.
Perché lo si conosce a fondo.
A qualsiasi livello della gerarchia sociale innalziate i vostri muri verbali e come statisti di lungo corso vi impegniate in più o meno accorati discorsi sull’immigrazione, sentenziando e condannando come giudici eletti dalla storia stessa intorno al destino di milioni di vite umane, quanti migranti avete mai fatto entrare nella vostra vita? Giammai tutti – sui quali quotidianamente pontificate – che mi dite di un solo migrante in carne, ossa e speranze?
Quanti ce ne sono in quella del ministro dell’interno?
Quanti in quella dell’intero governo gialloverde?
Quanti in quella di coloro che hanno votato questa gente credendo alla balla della sicurezza dei confini?
Zero o poco più.
Questo è quel che penso e scrivo senza tema.
Un assordante e imbarazzante nulla.
Stranieri, immigrati, clandestini, extracomunitari, rifugiati e profughi, sono stati e ancora oggi sono sostantivi simili al quadro esotico con cui svoltare la serata scialba con i soliti amici.
Sono diventati i più preziosi insiemi di lettere con cui riempire i propri vuoti.
Che siano quelli del cuore, come della coscienza e del portafogli.
Tuttavia, alla fine della giornata, quando la luce si spegne e si chiudono gli occhi, essi si dissolvono come bugie travestite da spettri, poiché sotto il temuto bianco lenzuolo non c’era nulla.
Questi fantasmi, citando il maestro, ovvero, questi migranti non esistono.
Esistevano, eccome se esistevano, e sarebbero potuti esistere anche oggi le migliaia di vite naufragate nel mare illegittimamente nostrum.
Esistono i 49 esseri umani, fino a menzogna contraria, le cui sorti dipendono in questo preciso momento dai governi che abbiamo eletto.
Ciò malgrado, non possiamo cambiare il passato, ma la scelta per il domani è ancora mia e ancora vostra ed è a un bivio, oggi.
Tra le parole e le persone.
Se vi bastano soltanto le prime, mi dispiace per voi e per chi ne pagherà le conseguenze.
Altrimenti, fate come me.
Uscite di casa, parlate e ascoltate, guardate con i vostri occhi e sperimentate il mondo con i vostri sensi.
Scoprirete che, anche il quel caso, i migranti non esistono.
Ci siamo solo noi, tutti.
Con un destino a termine e la tanto agognata felicità all’orizzonte.
Fiorella Palomba dice
Stranieri, immigrati, clandestini, extracomunitari, rifugiati e profughI e…nemici.
Già, ho proprio scritto NEMICI, perché questa è la regressione di cui parla Andreoli:
“Se uno non ha un nemico non riesce a caratterizzare se stesso. Questa è una regressione antropologica perché si va alle pulsioni.” Vittorino Andreoli.
L’occidente ha depredato l’Africa e ora respinge le PERSONE che dalla miseria, generata dalla predazione, fuggono.
Temo che passeranno decenni per un’inversione di tendenza. La paura del nemico – già nota nello sterminio degli ebrei – è lungi dalla conclusione. Il signor (?) Salvini e molti, troppi italiani sono infettati dal morbo della paura, dall’assenza di compassione e solidarietà.
SOLIDARIETÀ parola impegnativa, in questi tempi bui ?
Giuseppe Padovano dice
Accetto pienamente la sfida ipocrita che è stata lanciata. Perchè il signore che con tanta veemenza non si inalbera poer coloro che decidono militarmente le sorti di oltre 50 milioni di esseri umani nel mondo per tutelare semplicemente il loro modo di vita che poi è il nostro che poi è possibile solo perchè ci sono dei diseredati che non hanno neppure i soldi per pagarsi il viaggio verso la schiavitù attraverso l’Africa e la il Mediterraneo? Perchè non si inalbera con chi mantiene in piedi la NATO che ingoia risorse astronomiche per tutelare militarmente gli interessi di pochi che si nascondono dietro i rispettivi Stati o Governi e che al nostro paese costa semplicemente oltre 70 milioni di Euro al giorno per creare migranti (che esistono e che sono carne ed ossa che alimentano anche il traffico clandestino di organi oltre che di nuovi schiavi) andando a seminare bombe e distruzione in tutto il mondo non più solo nel nord atlantico. Quando il Presidente della Repubblica mi libererà dalla schiavitù Nato ospiterò in casa mia un richiedente asilo del Mali facendolo venire diretta,mente dal suo paese e non alimentando il nuovo business di alcuni ONG di comodo.