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È stata ufficializzata nei giorni scorsi a Roma la nascita del Freedom of Movement Solidarity Network, una rete1 di presidi impegnati nel supporto concreto alle persone migranti che attraversano i confini italiani ed europei.
Presso la sala dell’Associazione Stampa Estera, i/le rappresentantə di diverse organizzazioni di mare e di terra hanno illustrato il progetto e il manifesto costitutivo della Rete 2. L’obiettivo, si legge nel “Manifesto sulla Libertà di Movimento” – carta fondativa del Network -, è quello di «salvaguardare il cammino delle persone in cammino provando a ridurre la dimensione di insicurezza che caratterizza il viaggio migratorio, in terra e in mare, ai confini esterni e in quelli interni, alle frontiere visibili e invisibili» e di costruire passaggi sicuri. Per raggiungere questo obiettivo la Rete si impegna a unire «le risorse umane e materiali che fanno capo a ciascun presidio» in modo da veicolare «attenzione e impegno presso gli snodi di volta in volta più in sofferenza», superando ogni logica autoreferenziale.
Durante la conferenza stampa gli attivisti e le attiviste hanno sottolineato come molte delle persone che attraversano i confini italiani lo fanno con il solo scopo di raggiungere un’altra meta, ma come la dimensione del transito sia misconosciuta nella narrativa comune e imperante sul fenomeno migratorio.
La Rete rivendica la libertà di movimento, come diritto universale e «veicolo e strumento di autodeterminazione di ogni persona».
Con la propria presenza sul territorio i presidi della Rete applicano una pratica di disobbedienza civile quotidiana, in opposizione alle politiche securitarie e mortifere dei governi italiani ed europei.
Nei prossimi mesi la Rete vuole diventare ancora più capillare ed è già pronta ad assumere una vocazione internazionale, con un incontro che si terrà a Rebbio, un quartiere di Como, il 29 e il 30 giugno.
È possibile entrare nel Network o ricevere informazioni compilando questo form.
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Fonte: Melting pot
La migrazione contemporanea è uno strumento di destabilizzazione dei paesi di provenienza, di transito e di arrivo. A vantaggio degli sciacalli della finanza che banchettano sui cadaveri dei popoli, e che probabilmente finanziano anche iniziative come le vostre. Se ancora non capite che la vostra impostazione è funzionale alle destre liberiste globali, leggetevi cosa scriveva Marx a proposito dell’immigrazione irlandese in Inghilterra. Se ancora non capite che ogni migrazione è una tragedia soprattutto per chi parte, ascoltate meglio le voci dei migranti, anche quando raccontano verità che mandano in tilt le vostre narrazioni fiabesche sull’accoglienza e sui “diritti”. Il vostro “servizio” è simile a una guida per tossicodipendenti per raggiungere in comodità i migliori pusher della città. Complimenti. E basta con ste E rovesciate che fate ridere le polle.
Se si definiscono queste migrazioni “contemporanee” come si può usare le argomentazioni di Marx per comprenderle? Le migrazioni sono storicamente determinate (come dice Marx) ci sono sempre state (e sempre ci saranno). Certamente le migrazioni sono a vantaggio dei poteri economici sovranazionali e di quelli politici nazionali.
Il compito di chi pensa possibile (o lavora per) “sovvertire lo stato di cose presente” è quello di “accompagnarle” per far crescere la “coscienza di classe”, che oggi non può essere espressa se non in una dimensione sovranazionale e antinazionalista. E’ con le persone che si trasforma la società non con le idee.
Siccome Marx si muoveva all’interno del sistema capitalista tanto quanto noi, le sue analisi si possono applicare anche al presente. Lei propone di “accompagnare” le migrazioni, quasi fossero un veicolo necessario per la diffusione di una coscienza di classe globale. Le migrazioni non hanno ahimè questa funzione, ma al contrario, sradicano i giovani dai loro contesti sociali e li catapultano in contesti nei quali sono molto più vulnerabili e assoggettabili dal potere. Se davvero esistesse una coscienza di classe, la gente lotterebbe per non dover migrare. Invece, le armi che il capitale usa per sottomettere i popoli, oggi vengono confuse con dei diritti. E questo è il più grande segno del trionfo del capitale.
Peccato che severgnini oscuri completamente i MOTIVI delle migrazioni, prodotte anche dalla enorme quantità di armi che vende l’Italia a chiunque! Guerre, sete, carestia, disastri ambientali, furto costante delle risorse, e altro. Questa logica dei respingimenti, che saranno riconosciuti come crimini contro l’umanità, disturbando perfino Marx, é irreale ed ha stancato!
Chi oscura i motivi? Ma de che? È evidente che la migrazione è prodotta dagli abusi che l’africa riceve, spesso dagli stessi poteri economi che poi sostengono le migrazioni a titolo filantropico. Tre anni fa ho scritto per comune-info un articolo da titolo “l’africa ha bisogno di aiuto?”. Lo può andare a recuperare facilmente su questo sito. Così si rende conto se io oscuro i motivi. Stia bene
https://comune-info.net/lafrica-ha-bisogno-di-aiuto/
Quanto ai respingimenti. Le persone che sono in mezzo al mare vanno salvate, e fin qui non ci piove. Tutti dovrebbero avere il diritto a migrare, e anche fin qui non ci piove. Il tema è un altro: la migrazione oggi è un fattore indotto. E queste organizzazioni di cui si parla nell’articolo ne sono uno dei tanti esempi. Si illudono i ragazzini dei paesi poveri e li si induce a partire, salvo poi stiparli nei campi di pomodori appena arrivano. Ragazzini, si badi bene, che appartengono al ceto medio dei loro paesi (perchè quelli che muoiono di fame non hanno nemmeno la possibilità di mettersi in viaggio), che potrebbero restare nei loro paesi, tra i loro cari, lottando per l’emancipazione dei loro popoli. Invece li si induce a partire, con l’effetto di rovinare la vita a loro e destabilizzare ulteriormente i loro paesi, che perdono la meglio gioventù. Chi resterà in Africa ad opporsi al neo-colonialismo? Che messaggio date a questi giovani? “lasciate marcire il vostro paese, venite qui che si sta bene!” Questo enfatizzare il “diritto alla migrazione” ha l’effetto di destabilizzare sia i paesi di origine che quelli di arrivo, a unico vantaggio di chi sta stuprando l’Africa e distruggendo l’Europa. Poi vai a vedere chi sono i finanziatori di queste organizzazioni “filantropiche” e puoi facilmente unire i puntini. Siamo di fronte a una classica deportazione di schiavi dall’Africa all’Europa, solo molto più subdola di 500 anni fa, perchè viene spacciata per “tutela dei diritti umani”, e le anime belle ci cascano, mentre chi lotta per aiutare davvero gli africani, denunciando questo sistema, viene preso per razzista. Un altro capolavoro del potere.