Al vertice di Vilnius in Lituania, la Nato imporrà agli stati l’aumento delle spese belliche come mai nella storia. Ma a Vilnius si incontreranno anche tantissime donne provenienti da tutto il mondo, impegnate in modi diversi contro la guerra. Il loro sarà prima di tutto un grido contro il capitalismo e il patriarcato

Nella cittadinanza planetaria, le donne costituiscono la parte più fragile, ma attiva, dei tanti sud del mondo, dove vi è un pensiero al femminile con la coscienza della terrestrità umana e della solidarietà universale contro ogni guerra e conflitto armato (Il femminile è creatività universale). A Bruxelles in luglio, in contrapposizione con il vertice Nato di Vilnius in Lituania, si terrà, come già segnalato da Comune, una importante conferenza di donne provenienti da tutto il mondo impegnate per la pace. Sono donne che hanno in comune l’amore per madre terra, per il pianeta e l’assetto ecosistemico universale. Sono donne che alimentano ogni giorno in molti modi diversi un pensiero al femminile di cittadinanza planetaria.
Nella loro Dichiarazione dal titolo: “Donne Globali per la Pace, Unite contro la NATO” le donne del movimento per la pace, tra l’altro, scrivono:
“Abbiamo a cuore i principi universali di uguaglianza giustizia e pace affermati dalla Carta delle Nazioni Unite e dalla Dichiarazione universale dei diritti umani…”.
Questo movimento femminile per la pace a livello planetario lotta dunque per l’affermazione dei diritti delle donne e dei popoli, delle genti e delle minoranze contro ogni forma di violenza, in tutta la sua morfogenesi e i suoi livelli e sviluppi e in quanto genere femminile si professano contro ogni tipo di sfruttamento e modalità di discriminazione.
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Le donne di pace da molti anni si impegnano contro ogni brutale manifestazione di violenza che trova la sua massima espressione nell’attività militare e nel suo tragico e inevitabile epilogo: la guerra nucleare. Contrastano il capitalismo che è padre del patriarcato, della mercificazione del corpo delle donne e soprattutto del militarismo e di tutte le attività belliche e dimostrazioni guerresche che hanno come stampo il maschilismo patriarcale e il machismo.
“Lottiamo per affermare una nuova sicurezza non militarizzata, che garantisca la vita e la salute delle generazioni presenti e future su questo pianeta, oltre che del pianeta stesso…”.
L’aspirazione alla pace di carattere femminile è oggi minacciata da una escalation della corsa al riarmo, dell’incremento delle spese militari in tutto il mondo che provocano miserie e gravi pericoli per l’umanità intera come il rischio della terza guerra mondiale e dell’apocalisse nucleare, “dalla riproposizione di alleanze militari contrapposte e dalla militarizzazione crescente delle relazioni internazionali…”. Tutto questo rischia di portare l’umanità alla catastrofe e soprattutto all’estinzione totale della storia e del passato, presente e futuro del genere umano nella sua totalità e nelle sue istanze valoriali.
“Responsabili del crescente pericolo di scontro globale sono state in gran parte le decisioni assunte dalla NATO fin dal 1991, il cui ultimo approdo è il cosiddetto ‘Nuovo Concetto Strategico’ concordato all’ultimo vertice dei capi di stato e di governo dei paesi NATO a Madrid nel 2022…”.
Al vertice di Madrid, la Nato ha approvato il più importante rafforzamento delle proprie capacità dalla fine della guerra fredda e porterà le forze militari a oltre 300 mila unità, come ha spiegato il segretario generale Nato Jens Stoltenberg nella conferenza stampa di presentazione di quel vertice (La pace è più forte). Così la Nato vuole sostituirsi a funzioni e compiti che sono di esclusiva responsabilità delle Nazioni Unite.
“Questa NATO globale, che agisce nell’interesse dei paesi ricchi dell’Occidente, ha esteso le sue attività fino al Pacifico e pretende di imporre un “modello di civiltà” ben oltre l’area euroatlantica del Trattato originario…”.
Al vertice di Vilnius in Lituania, la Nato ribadirà agli stati membri di imporre la condizione di incrementare le spese belliche e in generale gli investimenti militari oltre il 2 per cento del Prodotto Interno Lordo, mentre le popolazioni devono affrontare crisi economiche e aumenti del costo della vita sempre più insopportabili.
Tutto questo spettro di situazioni insostenibili, perché disumane, si accompagna a processi politici contrassegnati da crescente autoritarismo e dal riemergere di ideologie neofasciste, nazionaliste, xenofobe e sessiste, incoraggiate dal preoccupante diffondersi del militarismo nella cultura e della colpevolizzazione di ogni forma di pacifismo e azione nonviolenta per contrastare lo status quo.
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A Vilnius, il Nuovo Concetto Strategico sarà ulteriormente elaborato, accrescendo il pericolo globale, a livello planetario. Verrà anche istituito un fondo speciale di investimento, finanziato con fondi pubblici, per start-up e rinnovamento tecnologico, con il quale si intende “incoraggiare esplicitamente la commistione dell’educazione scientifica e della formazione dei giovani con la ricerca militare…”.
Come donne di pace, le donne contro la NATO, nella tragica congiuntura attuale danno una possibilità alla pace e credono a un barlume di speranza contro l’oscurantismo del male assoluto. Le donne credono a “un nuovo ordine mondiale multicentrico e multipolare basato su decisioni condivise, sulla giustizia sociale e ambientale, sulla condivisione di risorse e tecnologie, sulla transizione all’azzeramento degli arsenali militari…”. Questo è quanto il movimento delle donne per la pace ha sostenuto al Vertice di Madrid l’anno scorso. Vogliono promuovere il ruolo delle donne nei processi di pace. Tramite il rispetto delle intenzioni autentiche della risoluzione 1325 delle Nazioni Unite sulla partecipazione delle donne ai negoziati di pace.
“Abbiamo in programma di parlare di tutto questo a Bruxelles. Organizzeremo una discussione aperta il 7 e 8 luglio 2023 e inviteremo le donne di tutto il mondo a unirsi a noi, siano esse dei paesi membri della NATO o meno. Sono benvenute/i tutte e tutti coloro che condividono con noi questi obiettivi: parlare a favore della pace, della vita e della liberazione delle donne…”.
Una versione ridotta di questo articolo è stata inviata anche a Italia che Cambia.
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Condivido, le donne hanno un ruolo importante per la pace sono per la pace e lo sono sinceramente e non a parole, risvegliamo le coscienze di tutte e di tutti con convinzione e unità
Grazie di questa lucida analisi. Solo una piccola precisazione, nn è il capitalismo padre del patriarcato, è piuttosto il patriarcato, da millenni dedito alla repressione delle donne e dei più vulnerabili fra gli esseri viventi della natura, ad essere padre del capitalismo. Purtroppo lo squilibrio viene da molto lontano….
Condivido ahimé il patriarcato precede il capitalismo ha origini lontane