La speranza non è qualcosa di rivoluzionario, perché implica una attesa, ma sta li a ricordarci come i piccoli gesti quotidiani, e soprattutto un approccio diverso, critico ma inclusivo, aperto a una dialettica costruttiva, possano indicarci una via altra per uscire da queste barbarie. E Comune ne è la testimonianza. Persone, storie, vicende, che scavalcando le istituzioni calate dall’alto, oltre la dicotomia pubblico/privato, apportando tutto un bagaglio esperienziale fatto di modi di pensare e pratiche ci fanno sentire di stare dalla parte giusta. Quella che rifiuta la mercificazione delle vite, l’intolleranza, il patriarcato. Voci di una comunità allargata che supera i confini fisici ed esistenziali, e con essi le guerre materiali e psicologiche che produce.
Pur nelle piccole divergenze (come arricchimento) fra di noi, vi è tutto un patrimonio valoriale (che considero la nostra Casa Comune): antimilitarista, femminista, ecosocialista, internazionalista. Che va preservato. Affrancarsi da una visione unica per liberarsi dalle catene. Grazie Comune!
[Giuseppe Giannini]
Tutte le adesioni alla campagna Partire dalla speranza e non dalla pura
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