di Alessandra Magliaro*
Nuovi stili di vita: alternativi, non comuni, per certi versi velleitari per altri utopistici. Dal social housing alla home schooling, dal nomadismo per scelta agli ecovillaggi (aggiornamento anni 2000 della comune anni Sessanta) tutte realtà che già esistono, che riguardano un numero, piccolo s’intende, di italiani in cerca di un’esistenza non omologata, decisamente slow, con la natura e le relazioni umane al centro, lontana dalle logiche competitive e da una vita ‘performante’.
Una famiglia curiosa, insoddisfatta, disposta a mettersi in gioco ha mollato tutto quest’estate e si è imbarcata in un progetto temporaneo: andare ad esplorare come si può vivere diversamente lasciando a casa (a Genova) abitudini, preconcetti e soprattutto comfort. Lucio, Anna e la piccola Gaia per sei mesi hanno girato l’Italia pianificando, grazie ad internet, tutto: il loro lavoro in cambio di un posto letto e pasti caldi, barattando il loro tempo.
Il risultato è un film manifesto di sharing economy e decrescita felice, finanziato dal basso, Unlearning (visibile a richiesta con il nuovo sistema Movieday ossia con proiezioni on demand, quando almeno trenta persone lo acquistano in prevendita. Su www.unlearning.it tutte le info) che è uno spaccato davvero mai visto di un’altra Italia, un documentario on the road che si sta facendo conoscere anche in tanti festival.
Un’Italia di ecovillaggi vegani, comuni anarchiche, scuole libertarie all’aria aperta e poi ancora minicirchi (il circo Brioni, in pratica una famiglia che fa tutto da sola e gira il nord est), famiglie che sperimentano il co-housing in cui si divide tutto per davvero come le tredici di Fidenza, per arrivare alla vita estrema delle comunità Freegan che recuperano cibo scaduto (cercandolo ad esempio fuori i grandi ipermercati dopo la chiusura) consapevoli di quanto si spreca con l’attuale sistema economico o incrociando le famiglie vagabonde per scelta (vagabondfamily.org le collega in tutto il mondo). Tutte microrealtà disseminate per l’Italia, invisibili agli occhi della maggior parte delle persone e però non solo esistenti ma anche in continua crescita, segnali di disagio contro i ritmi imposti da uno stile di vita in cui non ci si riconosce. L’asilo libertario ad esempio, con figli che non vanno a scuola ‘normale’, crescono senza guardare la tv, sperimentano la libertà nell’educazione che significa semplicemente lasciare il bimbo libero di scegliere senza nessuna imposizione, è un progetto educativo che coinvolge già moltissime persone.
‘’Sei mesi si scoperte, viaggi che ti cambiano per sempre. Così – racconta all’Ansa l’autore Lucio Basadonne – al ritorno siamo tornati a casa tutti molto diversi. Il tour per far vedere il nostro film e le realtà che abbiamo conosciuto è un modo per proseguire in un certo senso quest’esperienza’’. Per cominciare un viaggio del genere, alla ricerca di persone che hanno avuto il coraggio di cambiare radicalmente il proprio stile di vita, bisogna essere innanzitutto coraggiosi ‘’non solo, bisogna anche sapersi organizzare – prosegue Lucio – che ha pianificato il tutto’’. Lui, che prima di partire si occupava di spot e documentari, Anna che da insegnante si è messa in aspettativa e Gaia la loro bimbetta scatenata oggi in prima elementare si sono messi in viaggio. Senza auto (grazie al carpooling) hanno percorso 5.000 chilometri in compagnia di … sconosciuti, vivendo ogni nuovo incontro come possibilità di conoscere l’altro. Certo il presupposto era mente libera da preconcetti, paranoie, retaggi culturali, ‘’e voglia di dare una mano senza remore. Abbiamo venduto zucchero filato, montato tendoni da circo, zappato la terra, dormito nelle grotte, fatto il formaggio, preso il cibo dai cassonetti, pulito stalle’’.
Nei siti dedicati all’ospitalità tra famiglie hanno trovato le strutture per avere vitto e alloggio in cambio del lavoro, oppure facendo woofing dove fattorie danno alloggio gratis in cambio di aiuto nei campi. Per spostarsi da un posto all’altro hanno trovato i passaggi con BlaBlaBlaCar.it (‘’ogni litro di benzina è stato condiviso’’), mentre a casa a pagare le bollette hanno pensato i turisti che hanno preso in affitto la loro casa tramite Airbnb.it. In ogni tappa hanno incontrato bambini, nuovi modelli di famiglia, di educazione e di alimentazione ‘’con il comune denominatore di cercare un’esistenza a contatto con la natura e a misura di umanità oltre che di uomo’’. Spendendo quasi zero euro in sei mesi di viaggio grazie a baratto e condivisioni, lasciando la vita lontana dalla zona comfort, ‘’anzi disimparandola’’ come dice il titolo del loro film. Un inno gentile alla disobbedienza, lo chiama questa famiglia curiosa di un’altra vita possibile
DA VEDERE
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