Ricordi e riflessioni di Alberto Castagnola
Dopo almeno cinquant’anni di attivismo senza soste mi capita spesso di veder riemergere da un lontano passato facce di compagni di lotta o esperienze che credevo di aver dimenticato, e ogni volta rispolvero l’entusiasmo di allora e misuro le distanze tra aspirazioni e una realtà spesso in via di peggioramento. Ma con Comune è diverso, ho assistito alla sua nascita e continuo a vivere ogni giorno una esperienza sempre nuova, dove poco spazio è lasciato alle recriminazioni o ai pentimenti, e ogni giorno è vissuto come un lavoro prezioso per l’oggi e per il futuro ohe vogliamo sia diverso. Mentre scrivo mi rendo conto quanto sia essenziale, tre o quattro volte ogni settimana, capire un pezzo nuovo di una realtà sempre più complessa e in divenire, essere costretto a prendere posizione su pezzi di realtà, vedersi aprire prospettive e alternative, talvolta note, spesso solo sospettate o immaginate. Ma ciò che più conta è essere continuamente stimolato ad approfondire un problema, a contribuire ad una analisi, a dare il mio piccolo contributo ad un dibattito largamente condiviso in ogni fase, anche se spesso in modo impreciso, parziale, poco incisivo.
Ho destinato a Comune la totalità dei miei scritti, segno di una fiducia in questo modo di informare e mettere a contatto, che da tempo non nutro più per la stampa che dura solo un giorno e men che mai nei libri, patrimonio solo di un ristretto numero di esperti. Invece Comune mi da sempre la sensazione di essere al centro di una rete che continua ad allargarsi, quella mitica base che dovrebbe sempre condizionare ed alimentare il futuro alternativo in un mondo dominato dal capitale.
Vorrei poi sottolineare un aspetto, spesso trascurato, del rapporto tra una redazione piccola, ma sempre animata da un impegno inesausto, oggi come il primo giorno. Io sono un economista, oltretutto ruspante, (non mi sento uno scienziato né un letterato): metto sempre dei titoli ad ogni mio pezzo, approssimativi e poco attraenti, e per fortuna la redazione li cambia sempre e nelle sintesi iniziali e nelle sottolineature, da corpo e sapore ai miei ragionamenti troppo concreti e sempre basati su dati di realtà. Ebbene, io ogni volta godo a veder valorizzato il mio pensiero, e sono intimamente grato a quelli che considero i più vicini compagni di elaborazione e di impegno.
In chiusura (ho nelle orecchie le loro voci che mi suggeriscono spesso imperiosamente di “essere breve”), ho un sogno, vago e nebbioso come tutti i sogni, ma che non posso cancellare dalla mia immaginazione politica. Mi chiedo spesso cosa succederebbe se alcuni autori che scrivono da tempo su Comune, si mettessero in contatto tra loro per trasformare il pensiero in azione, se la rete reale costruita da Comune si mettesse in moto nei territori, se la cronaca e la comunicazione diventassero effettivamente occasioni di lotte e di costruzioni alternative. Se Comune, il lavoro svolto da Comune, si trasformasse in strumento di cooperazione e intensificazione per costruire la nuova realtà che è sempre più urgente realizzare, su un pianeta sempre più caldo e ancora percorso da troppe guerre.
E ora che ho fatto il compito, finalmente potrò concedermi di leggere i tanti messaggi inviati da altri autori, che nel loro insieme sono solo un ringraziamento e un abbraccio alla nostra redazione.
Le altre adesioni alla campagna di sostegno a Comune-info “Dieci anni e più” e le informazioni su come aderire sono leggibili qui.
pasquale ranghelli dice
lucido e stimolante come al solito