Qualche giorno dopo lo sciopero degli edili, il 25 febbraio un’impresa di costruzioni romagnola, visto che i suoi lavoratori hanno partecipato al corteo a Milano, li ha avvertiti con un sms che sono tutti in quarantena per quattordici giorni. In molte aziende, intanto, Confindustria vuole imporre ai dipendenti di riempire questionari invasivi. Altre imprese invece usano il coronavirus per imporre ferie forzate ai dipendenti, in modo da fargliele smaltire tutte – a febbraio! – e averli a disposizione per il resto dell’anno. Nella seconda puntata del “diario virale” (26-28 febbraio), Wu Ming racconta come le conseguenze del virus precipitano sui lavoratori, ma anche come al virus si è data una risposta in chiave di militarizzazione del territorio, la stessa che si è sempre data a povertà, esclusione, disuguaglianze.
La sensazione, secondo il noto collettivo di scrittori, è che il paese sia in balia di chiunque e di qualunque cosa. Una frontiera selvaggia dove tanti aspiranti sceriffi gonfiano i muscoli e alzano la voce, “mimando un decisionismo tanto nocivo nei modi e nelle implicazioni quanto farlocco e pagliaccesco”. Forse il Covid 19 non ci annienterà. Il problema è tutto il resto.
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