Dicono di avere un’idea molto chiara di come deve essere quello spazio: attento alle esigenze del territorio, capace di mettere insieme le diverse realtà che determinano e caratterizzano il quartiere e di parlare il linguaggio delle centinaia di ragazze e ragazzi che lo attraversano ogni giorno. Un’idea diametralmente opposta a quella delle istituzioni che ascoltano le esigenze del territorio, quando va bene, solo in periodo elettorale. Stanchi di aspettare le promesse delle istituzioni, gli studenti palermitani hanno occupato l’ex asilo di via Arrigo Boito, in zona Malaspina

La Sicilia è la regione in cui gli effetti della crisi climatica nell’ultimo anno sono stati più devastanti. Le istituzioni non agiscono in nessun modo per mettere in sicurezza i territori, né mettono in campo azioni di contrasto all’emergenza climatica. In più nella nostra città l’amministrazione comunale firma accordi con Eni su temi come la sensibilizzazione ambientale e l’economia circolare.
Da oggi facciamo da noi! Questo spazio sarà anche uno spazio ecologista dove immaginare e mettere in pratica azioni e contro saperi per la difesa della nostra Terra.
«Possiamo dire, senza possibilità di essere smentiti, che le uniche volte in cui lo spazio è stato utilizzato è stato solo grazie a forme di occupazione e uso diretto da parte dei cittadini. Le istituzioni comunali, in particolare la proprietà dello IACP (Istituto Autonomo Case Popolari), durante lo sgombero del 2010, avevano annunciato fantomatiche associazioni pronte a riaprire lo spazio e offrire, entro un mese dallo sgombero, servizi al quartiere. Nel gennaio del 2020 il direttore generale dello Iacp aveva annunciato che l’ex asilo sarebbe stato affidato a un’associazione che si occupa di recupero scolastico e attività ludiche. Dopo quasi due anni l’immobile è ancora vuoto, sigillato e deserto; nessun servizio per il quartiere è stato attivato.

Nelle settimane scorse abbiamo raccolto centinaia di firme nella zona e la volontà degli abitanti del quartiere è chiara: questo spazio, che il Comune sta sottraendo alla collettività, deve essere riaperto. Questo quartiere è conosciuto soprattutto per la presenza del carcere minorile, un luogo di marginalità, di chiusura e costrizione. Noi invece vogliamo costruire un laboratorio sociale di protagonismo e di cura delle necessità degli abitanti. In particolare, vogliamo restituire lo spazio ai tanti studenti che frequentano le diverse scuole qui intorno e che hanno diritto a un luogo in cui studiare, organizzare iniziative e momenti di confronto, socializzare. L’immobile offre davvero tante possibilità di attivare servizi gratuiti e necessari per il quartiere. È questo che faremo. E noi, a differenza delle istituzioni, le promesse le manteniamo!».
Fonte: Ecologia Politica Palermo
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