Non abbiamo alternative: dobbiamo abbandonare il paradigma della crescita (la cui anima ha un nome ben preciso, accumulazione del capitale) a favore di quello della cura. Ma la cura prende forma soltanto in un territorio, cioè un luogo e l’insieme delle relazioni sociali create da chi lo abita ogni giorno. Per questo il concetto di cura riguarda la promozione di comunità territoriali il più possibile autonome, la drastica riduzione della circolazione di merci e, al tempo stesso, la protezione della possibilità per le persone di spostarsi liberamente ovunque vogliano andare
“Non abbiamo bisogno di un patrono, con forme di mutualismo, autogestione e cura collettiva si può tutelare il territorio e le persone che lo abitano”, scrivono quelli di Casa Bettola Casa cantoniera autogestita di Reggio Emilia che il 24 novembre hanno promosso San Prospero solidale: mercato contadino, incontro delle brigate di mutuo soccorso, letture di poesie contro la violenza di genere, libri, buona musica e gnocco fritto
Se una cosa ci insegna la crisi climatica e ambientale è la necessità di abbandonare per sempre l’obiettivo della crescita economica. Ma come? Il contrario della crescita non è la decrescita, che è un effetto collaterale (in gran parte benefico), ma la cura. La crescita è un processo quantitativo – è l’aumento del Pil; di tutti i Pil – e non bada a che cosa, a quali merci – beni o servizi – la sostengono. Basta che il valore complessivo delle merci vendute ogni anno superi quello dell’anno precedente. Quanto più, tanto meglio.
La crescita ha un’anima; si chiama accumulazione del capitale: produrre di più per vendere di più e realizzare un profitto (differenza tra costi e ricavi) da investire per poter produrre, vendere e guadagnare ogni volta di più. Il profitto vero è quello reinvestito, anche se una sua quota finisce invece in consumi di lusso di chi lo incassa; consumi che comunque concorrono anch’essi, e sempre di più, a sostenere le vendite di chi li produce e, quindi, altri profitti. L’impresa capitalistica non può che funzionare così. Ogni impresa che non realizza profitti da impiegare per espandersi è destinata a soccombere, o a essere divorata da un’altra impresa che invece li realizza. Così funziona il mondo da almeno cinque secoli; con un salto decisivo da quando la meccanizzazione resa possibile dall’utilizzo dei combustibili fossili (carbone, petrolio, metano) ha permesso di moltiplicare l’aggressione alle risorse del mondo fino a renderle sempre più scarse, o sempre meno rinnovabili, e a produrre sempre più scarti e rifiuti. È la regola dell’economia lineare. Ma una crescita infinita basata su questa spirale è impossibile: siamo arrivati a sfondare i limiti della capacità di carico del nostro pianeta e delle sue principali componenti: atmosfera, suolo, acque.
La cura, invece, è attenzione per ogni singola componente della Terra, della sua biosfera e della sua ecosfera, in modo che il loro utilizzo, o il modo in cui ci rapportiamo con esse, non ne comprometta la capacità di rigenerarsi. È un atteggiamento che riguarda tanto gli umani che il resto del vivente: animali e piante, funghi, batteri, ecc.; evitando di creare situazioni che facilitino l’espansione di qualche specie a spese della sopravvivenza di altre. Questo riguarda ovviamente anche l’equilibrio tra i miliardi di esseri microscopici che svolgono una loro funzione all’interno degli ambienti in cui l’evoluzione naturale li ha confinati e la possibilità che l’incuria apra le porte al loro sconfinamento. L’attuale pandemia non è che un effetto collaterale di questa “disattenzione”.
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Il salto che ci viene imposto da uno sviluppo – che altro non è che crescita, spacciata per processo vantaggioso per tutti – giunto al capolinea di una imminente catastrofe planetaria come quella che stiamo attraversando è l’abbandono del paradigma della crescita a favore di quello della cura. Per prendersi cura della Terra occorre che ciascuno si prenda cura del territorio in cui vive, dell’impresa in cui lavora, dell’ambiente in cui opera, in forme che, adattandole alle condizioni specifiche di ogni contesto, possano essere replicate ovunque: ovviamente condividendo progetti, sforzi e lotte con chi ci sta accanto, sia fisicamente, sia per condizione sociale, sia perché partecipa di una stessa rete di relazioni. Ciò comporta l’appartenenza di ciascuno di noi a molte comunità – aggregazioni di interessi, di progetti, di modi di sentire – diverse; il che evita chiusure e ripiegamenti su se stessi. Ma quelle comunità occorre in gran parte costituirle partendo da zero, radicandoci in ogni territorio in un processo di “de-globalizzazione” opposto a quello che ha consegnato la vita di miliardi di uomini a un pugno di persone (l’1 per cento? Molti meno!) che controllano la finanza mondiale. Senza rinunciare ai vantaggi che la globalizzazione ha reso possibili: la circolazione dell’informazione, della cultura, della ricerca scientifica. Poi, in forme meno drammatiche di quelle che caratterizzano le odierne migrazioni, e meno superficiali di quelle del turismo, la libera circolazione delle persone ovunque vogliano andare. Ma anche una circolazione più sobria di materiali e merci che non si possono produrre localmente e che sono essenziali a una vita decente. Questo programma chiede di rendere ciascun territorio più autonomo in campo energetico, alimentare e produttivo.
La promozione di comunità territoriali il più possibile autonome, anche se collegate in rete con molte altre, è l’unico modo per lavorare all’adattamento alle condizioni difficili del domani. Per questo occorre valorizzare tutte le risorse locali materiali, ma soprattutto quelle professionali, intellettuali e spirituali – spesso nascoste o mai messe all’opera – di coloro che abitano in ogni territorio. Radicarsi non significa isolarsi, ma la globalizzazione, quella che ha portato tante produzioni e molto lavoro in altri paesi, alla ricerca di salari più bassi, di diritti umani ancora più ridotti, di difese ambientali inesistenti, quella deve invertire.
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Guido, grazie ancora.
Già altre volte ti ho ringraziato per le analisi che ci offrivi. Quest’ultima è da far propria riga x riga per sfidarsi a realizzare quelle comunità territoriali auspicate, sapendo che si tratta di sfida difficile e che ci obbliga a mettere in gioco tutte le nostre certezze e risorse. Molti in basso ci stanno provando ma continuano ad avere difficoltà nel riprogrammare con altri il proprio quotidiano. Forse dovremo osservare come crescono i bambini ed imparare il loro approccio al territorio.
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Complimenti per l’idea di cambiare approccio. C’è già “tutto” (nel senso di teoria e prassi) sul sito sotto riportato.
Se mi date un recapito e-mail vi mando (all’attenzione di Guido Viale) i PDF dei libri (2+1) e altra documentazione molto sintetica.
Grazie
Complimenti per l’individuazione del giusto approccio.
C’è già “tutto” (teoria e prassi) sul sito sotto riportato.
Se mi date un recapito e-mail posso inviare (all’attenzione di Guido Viale) libri di World-Lab (2+1) e altra documentazione sintetica.
Grazie
COLORO CHE SI MUOVONO SULLA STRADA DELLA COSTRUZIONE DI COMUNITA’ AUTONOME FONDATE SU AUTONOMIA ENERGETICA AUTOPRODUZIONE BIOLOGICAAUTOGESTIONE CI SONO GIA’…SI TRATTA DI FAVORIRNE LA “CRESCITA” E FEDERARLE..possono essere di varia forma e modi ma la strada è quella..la costruzione dal basso di UN ALTRO MONDO POSSIBILE …è l’indicazione da tempo del CHAPAS…E’ L’UTOPIA CONCRETA…è LA PRATICA DELL’OBIETTIVO….è l’essere e il fare il mondo che vuoi costruire (GANDHI)…
Intanto bisogna dire a tutti/e cosa sta succedendo in queste ore…
OMICRON L’ULTIMA “MUTAZIONE”. I “RICCHI” UCCIDONO I POVERI E DEVASTANO LA TERRA
OMICRON ? LA NUOVA VARIANTE. CHI SONO I REPONSABILI DELLO STERMINIO IN ATTO IN AFRICA E NEL RESTO “POVERO” DEL MONDO? I “RICCHI”. Cioè quelli che sono tali perché hanno “schiavizzato” colonizzato sfruttato derubato devastato… uomini donne luoghi territori culture risorse naturali animali piante vita…nostri/e…del resto del mondo…appunto. Ora si “scopre” che OMICRON viene dal SUD-AFRICA ed è frutto di UNA MUTAZIONE . MA TUTTI I MEDIA E I POLITICANTI OCCIDENTALI HANNO NASCOSTO COME SONO ANDATE E COME STANNO LE COSE E DI CHI SONO LE RESPONSABILITA’. USA –UE – G.B – GIAPPONE – AUSTRALIA – CANADA ..hanno votato ripetutamente al WTO (organizzazione “criminale” dominata dai “ricchi” che decide sul commercio…) CONTRO IL VACCINO AI POVERI. E lo hanno fatto ripetutamente , mentre la pandemia infuriava e si diffondeva. Poi , hanno votato CONTRO LA SOSPENSIONE DEI BREVETTI quando SUD-AFRICA e INDIA hanno presentato una proposta che andava in tal senso. Per permettere l’AUTO-PRODUZIONE del vaccino dovunque possibile. Lorsignori hanno votato per IL MONOPOLIO e l’arricchimento delle MULTINAZIONALI. Che mai hanno fatto affari e profitti simili. Se poi si considera che buona parte della RICERCA per arrivare al vaccino è stata finanziata dal “pubblico” abbiamo l’esatta percezione della mostruosità realizzata. A cui bisogna aggiungere che il rapporto tra il COSTO DI PRODUZIONE di un vaccino e IL COSTO PAGATO è di 1 a 20 minimo (PFIZER!) si evince che IL POTERE POLITICO è stato ed è totalmente subordinato e complice delle MULTINAZIONALI. Lorsignori , quindi, hanno votato e si sono totalmente subordinati ai CRIMINALI ASSASSINI che stanno facendo affari d’oro sulla pelle dei popoli del mondo per avere IL CONTROLLO E IL MONOPOLIO della “produzione” e della “diffusione”dei vaccini. Infatti se qui da noi si parla di TERZA DOSE (in ISRAELE della quarta…) in AFRICA gli “immunizzati” sono il 6,6% ( CENTER FOR DESEASE CONTROL AND PREVENTION) come media ( che in alcuni paesi è pressocchè a ZERO!). Quindi LE PROMESSE fatte da lorsignori tutti , G7 G20 UE DRAGHI IL BANCHIERE e c. di un 40% di vaccinazioni per “i poveri” entro Dicembre , dopo le pressioni della società civile e dell’opinione pubblica europea, si sono rivelate MOSTRUOSE MENZOGNE. Come del resto i famosi 100 MILIARDI promessi ai paesi fragili e incolpevoli nell’accumulo di EMISSIONI DI CO2 che dovevano servire per cercare di porre rimedio alle conseguenze dell’inquinamento causato al mondo dai paesi “ricchi”…soldi NON-VISTI anche a GLASGOW COP26. Figuriamoci per le “promesse” su deforestazione (2030??) e su decarbonizzazione.- LA CO2 CONTINA A CRESCERE. LE TRIVELLAZIONI PURE. LE SOVVENZIONI AI FOSSILI PURE…-… Cioè sulle origini e cause di pandemie e riscaldamento globale. QUESTO E’ IL TOTALITARISMO IN CUI VIVIAMO. Che sta distruggendo il mondo. ORA! LA CRISI E’ ECOLOGICA ECONOMICA SOCIALE POLITICA SANITARIA…E’ CRISI DI CIVILTA’E’ CRISI MORALE E’ CRISI CULTURALE . E’ IL BARATRO in cui il capitalismo liberista fossile estrattivista CRESCITISTA ( che continua con il mantra di una crescita infinita in un mondo finito) fondato su profitto mercato PIL…cioè sull’ideologia e la RELIGIONE LIBERISTA…ha trascinato il mondo. E LA CINA che ora “offre” vaccini all’AFRICA è solo un’altra forma di IMPERIALISMO. Solo CUBA,tra i “poveri”, sotto embargo DELLA “GRANDE DEMOCRAZIA AMERICANA” (??) da 70 anni , si è fatto il vaccino da sé e ora sta vaccinando tutti/e. Abbiamo avuto già 5 milioni di morti (ma sono di più, molto evidentemente) da pandemia. MA LO STERMINIO CONTINUA. Perché IL CAPITALOCENE è DISTRUZIONE. E ci saranno altre mutazioni ed altri virus. Perché non ci si salva da soli. PERCHE’ LA VITA E’ INTERRELAZIONE. Perché LA CURA è solo USCIRE DAL SISTEMA del profitto e della devastazione. E dalle mani dei suoi OFFICIANTI : DRAGHI la sua banda il governo dei migliori.
Gaetano Stella- Lago di Chiusi 30-11-2021