di Valentina Guastini*
“ Il tronco dell’ulivo è tragico e drammatico con i suoi avvitamenti” . Concordano Camilla e Lorenzo. Analizziamo in modo il più possibile imparziale la tematica degli ulivi del Salento, me lo sono imposta. L’ultima volta, con l’alluvione che aveva colpito il nostro paese (in Liguria, ndr), la rabbia non mi ha vista del tutto imparziale, ma la mia oggettività è un dovere nei confronti degli alunni.
Parlo di Xylella Fastidiosa nel modo più semplice che mi è possibile e anzi, spingo quasi perché i bambini appoggino l’idea dell’ emergenza e che il rischio contagio impone un intervento celere. Sembrano convinti del fatto che, in effetti, “sarebbe un peccato se tutti gli ulivi del mondo prendessero questa malattia.”
E drammatizziamo i fatti. India, Davide e Camilla sono i proprietari di un tot di ulivi secolari e vengono obbligati a tagliarli dopo la scoperta di un batterio molto contagioso. Il loro terreno verrà cosparso di pesticidi, l’albero eliminato e le spese a loro carico. Inatteso e fragoroso una boato di risate. Cerco di capirne i motivi ma il chiacchiericcio è confuso. “Dai maestra, eravamo concentrati non scherzare!”.
Ho dovuto spiegare ai bambini che era tutto vero. L’incapacità di comprendere l’assurdità delle affermazioni che avevo appena fatto mi ha ricordato la meraviglia degli esseri che ancora non sono stati vittime di leggi assurde, di burocrazia idiota e ancora slegati dalle catene del soldo-potere.
Straniti e rassegnati propongono soluzioni (qui invece le proposte dei bambini di una scuola elementare del Salento: Manuale di tecniche naturali per curare un uliveto):
“Beh, devono ascoltare i vecchi contadini, se qualche pianta è guarita”.
“Sì, ma non c’è tempo!”.
“Il tempo si trova se la questione è seria”.
“Sì, ma allo Stato non interessano gli ulivi”.
“Eh già che ci guadagnano?”.
“Ma interessano alla gente, a molta gente, e noi siamo lo Stato”.
“La soluzione migliore è provare con analisi che le soluzioni dei contadini funzionano davvero”.
“Sì, vale la pena provare e aspettare”.
Allora provo a comprendere insieme a loro perché gli ulivi sono così importanti, al di là del lato economico, e leggiamo la lettera di Daniele De Michele. Alcuni bambini la trovano difficile ma probabilmente il senso affettivo è ben chiaro tanto che non serve neppure che propongo loro l’opinione di Mauro Corona che già me lo sento chiedere.
“E il nostro amico Mauro che ne pensa?”, chiede Ilaria. Ero preparata, conosco i miei alunni:
“L’ulivo è un albero serio,d al dolore contenuto e dignitoso e dalla sofferenza non gridata. Non ama il chiacchiericcio salottiero, le assemblee, le tavole rotonde. Vive del suo passato doloroso e non parla di radiosi avvenire o ricchi futuri. L’ulivo va rispettato e non usato in politica…E’ un albero nobile, bello e disperato. Cresce nutrendosi di un dolore antico, che lo deforma e lo contorce in curve impressionanti. Per vedere una galleria di sculture tribolate e assurde basta andare dentro un uliveto e osservare. Si potranno vedere processioni dolorose di uomini e donne che soffrono in silenzio. Il loro pianto non è gridato. L’ulivo non vuole attirare l’attenzione, anzi, cerca di nascondersi il più possibile. Ma non ce la fa. Le sue forme lo tradiscono e anche un bambino noterebbe in esse qualcosa di tremendo, tragico e di drammatico che esce dalla terra. … una selva di braccia alzate, di corpi spezzati, di schiene contorte, ma , non di meno, mi colpisce la pace e la serenità che trasmettono questi alberi… nonostante il corpo stravolto, bugnoso, avvitato su se stesso come in preda a contorsioni tremende, conserva un’eleganza, uno stile e un equilibrio mai riscontri in nessun altro albero. E’ la voce lunga dei suoi anni, che parla come un libro aperto , a operare il miracolo. Le venature che escono dagli anelli di crescita sono una chiara e limpida scrittura. Dentro a quelle righe scorrono storie tristi, di dolore e sofferenza ma raccontate sempre pianamente, con dignità. Non si può, con un tronco di ulivo, scolpire figure allegre, sguaiate o ridanciane. Mia nonna raccoglieva rametti di ulivo e quando si scatenava un temporale particolarmente violento, ne bruciava un rametto per scongiurare il pericolo dei fulmini. L’ulivo è l’albero universale che rispecchia la vita di ogni uomo vivente. Nessuno infatti, sulla terra, dallo spazzino al Re è immune dal dolore che piega l’animo e contorce i giorni fino al limite estremo”.
Sì, è vero dice Camilla: “Il suo tronco è tragico e drammatico”.
In contemporanea Lorenzo: “ … con i suoi avvitamenti, chissà quante cose ha visto”.
Elisa: “ Quando lo tagli dentro è pieno di righe, sembra che piange”.
Abbiamo una bella fortuna, una delle tante. Andiamo in giardino ad esplorare i nostri ulivi. Li tocchiamo, ci appoggiamo a loro. Sembrano sapere tante cose.
“Sono davvero dei corpi, quelli dei vecchietti, rugosi e contorti” dice Michele.
E allora giochiamo con loro, li imitiamo, ci confondiamo e nascondiamo.
Ai bambini basta giocare una sola volta con qualcuno per credere già nell’amicizia.
“Maestra, ma questi hanno la Xylella?”, mi guardano immobili preoccupati, ma non faccio in tempo a rispondere. “Questi sono i nostri, c’erano già quando qui a scuola ci venivi tu…”. Gian lascia la smorfia della rabbia e l’occhio addolcito mi scompare alla vista in un abbraccio che avvolge un Nostro ulivo contorto.
* maestra in una scuola della provincia di Genova
DA LEGGERE
Le molte ragioni dei Partigiani degli ulivi Antonia Battaglia
Che bello, ma bello davvero. I bambini che con un gioco, semplicemente abbracciando queste piante, questi esseri millenari, i bambini creano un mondo intero. … “Ai bambini basta giocare una sola volta con qualcuno per credere già nell’amicizia” … È semplicemente meraviglioso, spontaneo e naturale!
Al contrario di quanto sta accadendo nel nord Salento per colpa del grigiume di persone negative ipercomplessate, bigotte e ignoranti, isolate che vogliono imporre regole super complicate di auto isolamento con leggi e chimica nel terreno e eradicazioni forzate … quando invece il sole scalda il ghiaccio della notte. Questi xylelliani nell’anima vogliono piallare e umiliare l’intelligenza di tutti con la loro piattezza. I bambini potrebbero illuminare questi fesi di signori grandi del nord Salento?
grazie, tutto vero, i bambini devono guidarci, sono illuminati e illuminanti.