di Anna Foggia Gallucci*
Sabato 7 aprile, per noi classe, per noi team di colleghe, per noi gruppo di lavoro, per noi rete territoriale, è stato un giorno importante. La data è quella dello spettacolo che abbiamo portato al teatro comunale Francesco Ramarini di Monterotondo (Roma), sold out già da un po’.
I bambini delle nostre classi già da qualche anno frequentano Elianto Centro Diurno anziani fragili, gestito dalla cooperativa cooperativa sociale Iskra, per sperimentare l’educazione intergenerazionale. In queste occasioni hanno intervistato gli anziani sulla loro storia (lavoro sulle fonti storiche), fatto insieme fettuccine e biscotti (come occasione di relazione), ascoltato da loro fiabe e fatto giochi; quest’anno il Centro, grazie alla determinazione incredibile della sua responsabile, Alessia Fedeli e di tutto il gruppo di operatrici e operatori, ha prodotto uno spettacolo teatrale e ha proposto ai bambini della IV B di interpretarne il secondo atto.
“…E noi che pensavamo fossero palloncini” porta in scena quello che è il racconto più vivo e più forte negli anziani che, attualmente, frequentano il Elianto: la mattina del 9 settembre 1943, all’indomani della notizia dell’armistizio, il cielo di Monterotondo si riempì di palloncini bianchi. I bambini e la maggior parte delle persone allora presenti, sorpresi, pensarono che fosse un modo per festeggiare la fine della guerra ma l’illusione durò pochissimo. Quei palloncini erano paracadute tedeschi che, scendendo, mitragliarono a tappeto e fecero strage (questo episodio è stato poi approfondito con le nostre classi anche grazie alla visita al bellissimo Museo Storico Di Monterotondo).
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Molti degli anziani di oggi ricordano di essere sopravvissuti per miracolo e lo hanno raccontato ai bambini nel modo più franco e semplice che l’emozione ha consentito, favorendone una forte, inaspettata, immedesimazione.
Gli operatori del centro hanno montato questa rappresentazione teatrale ambientandola proprio oggi, in un centro anziani, nel momento in cui, tra i discorsi più quotidiani, tra una battuta e l’altra, si riaffaccia il ricordo di quei momenti. Gli alunni della IV B rappresentano, dunque, il flash back: sono gli anziani di oggi in quella mattina quando, bambini, vissero quella tragedia.
Ed ecco la grandezza di tutto ciò. Questo lavoro è stato importante per le emozioni, le conoscenze, il divertimento, le relazioni che ha generato; lo è stato per ciò che ha comportato per la sua realizzazione e le competenze che ha messo in campo da parte anche dei più piccoli, attraverso il contatto con la rete, che ha consentito ai nostri alunni un confronto con il territorio in cui vivono e la sua ricchezza, umana, storica e sociale, senza preamboli e didascalie ma attraverso l’esperienza diretta. Mentre loro si sono cimentati con la recitazione, infatti, la scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Giovagnoli ha collaborato curando le musiche e le canzoni, il liceo artistico dell’Istituto Frammartino si è occupato della grafica, l’Università popolare eretina ha svolto la documentazione fotografica e le cooperative sociali Folias e Il Pungiglione hanno curato scenografia e costumi con i ragazzi del CPO, il Centro per l’orientamento per persone con disabilità. Alla prova generale, stavamo tutti lì, negli spazi bellissimi del teatro comunale Ramarini, tra sorprese, emozioni e imprevisti, ed eravamo felici di camminare insieme.
paola ricca mariani dice
Tantissimi complimenti agli ideatori e realizzatori di questa bellissima iniziativa