Metti da parte per un istante i quasi centomila tra migranti e rifugiati arrivati in Europa dal mare quest’anno. Concentra, invece, ogni attenzione sulle mille e novecento ottantasette vite scomparse tra le onde. Mille e novecento, più ottantasette, quelle che risultano alla International Organization for Migration. Leggi pure come circa duemila…
di Alessandro Ghebreigziabiher
Dimentica.
Dimentica con me ciò che, il più delle volte, non vedi.
Nel totale dell’umano disegno.
Dimentica, ovvero, metti da parte per un istante i quasi centomila tra migranti e rifugiati arrivati in Europa dal mare quest’anno.
Concentra, invece, ogni attenzione sulle mille e novecento ottantasette vite scomparse tra le onde.
Mille e novecento, più ottantasette.
Leggi pure come circa duemila.
Coraggio, adesso, rimani con me sull’inquadratura.
Ipotizziamo che possano rientrare in un solo, singolo monitor.
Quasi due volte mille esseri umani, tra donne e bambini, ragazzi e uomini fatti, più o meno anziani.
Rifletti.
Hanno perso la vita per venire da te, pensa un po’ a
quanto può esser strana certa gente, oggigiorno.
Aspetta, non andartene.
Non c’è bisogno di dir nulla, sai?
Rilassati, non siamo in un film di paura, poiché trattasi di ombre e fantasmi che non possono più nuocer ad anima viva, semmai abbiano mai potuto farlo.
Addirittura, potrebbero esserti d’aiuto, ora.
Ti basta osservarne i volti immobili sullo schermo, uno accanto all’altro, come una di quelle foto ingiallite sui libri di storia con le didascalie che spiegano qualcosa, tranne l’essenziale.
Vedi? Le puoi rimirare senza timore alcuno.
Perché, oramai, nessuno potrà infonderne nel tuo cuore berciando che verranno a toglierti il lavoro e ad abusare delle donne, che occuperanno le tue case e spazzeranno via le cose in cui credi, per importi le proprie.
Giacché non c’è bisogno di muri per fermare i sogni infranti.
Non c’è alcuna necessità di fondare partiti per approfittare degli orizzonti delusi.
Non serve alimentare odio e fomentare l’egoismo di fronte a chi si è perso tra la morte e la vita che avrebbe potuto avere.
Ecco, lascia che insieme a loro sia il silenzio a occupare la scena.
E non distogliere lo sguardo, non ancora, ti prego.
Immagina e lasciati convincere che le creature che ora aleggiano sulla scena ritratta sono i famigerati altri, tra il prima e il dopo del mancato incontro.
Gli altri, già.
Non sono più i potenziali invasori, pronti a salpare dalle loro parti, e non ancora i nemici del terzo millennio, noti ai più con una miriade di epiteti più o meno disumani.
Sono il nulla che ha osato ambire a diventar qualcosa.
Sono la polvere che è stata rapita dal vento e non si è mai posata.
Ma sono anche anime intoccabili per sempre.
Perché non puoi discriminare, emarginare e sopprimere ciò che non puoi neppure sfiorare.
Tuttavia, questo non ti impedisce di aprire occhi e spalancar memoria.
Ricorda, perciò.
Ricorda insieme a me quel che, spesso, non guardi.
Nel particolare dell’umano contesto.
Ricorda, in altre parole, fai tesoro per il tempo di una pagina le storie di mille e novecento ottantasette tuoi simili.
Circa duemila che in viaggio verso i confini della tua, di storia, son morti affogati in mare.
Laddove te ne sia rimasta, fai pure spazio alla compassione e, soprattutto, al pensiero che altrimenti, sarebbero parte della massa informe.
Che ogni giorno, da queste parti, chiamiamo e trattiamo come se fosse il nemico…
Tratto da Storie e Notizie N. 1613
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