Il No a un’infrastruttura devastante come il Tav si è da tempo trasformato in Valsusa in uno straordinario perno con cui creare comunità diverse e coltivare senso critico. Lo dimostra, tra le molte cose, anche un festival del cinema come il Valsusafilmfest, fondato dall’Anpi e dai comitati ambientalisti in vista del 25 Aprile e in corso in questi giorni. Inaugurato con una serata dedicata a Nuto Revelli, quest’anno il festival intreccia documentari, romanzi, workshop con registi, premiazioni (il premio Venaus a Giovanni Marini, “per aver dato voce agli ultimi” sarà consegnato da Mimmo Lucano) per ragionare in profondità di cambiamenti climatici, migranti ambientali, vecchie e nuove forme di resistenza. Durante l’incontro con le comunità valsusine, ha detto, Vandana Shiva: “Per il fatto che puntiamo su infrastrutture della velocità e del profitto ci siamo dimenticati di quelle per la vita. Ci siamo dimenticati di vivere…”
di Chiara Sasso
Sabato 13 aprile ad Avigliana (Torino) Vandana Schva è stata ospite del Valsusa Filmfest, invitata alla XXIII edizione (il programma completo è su www.valsusafilmfest.it, tutte le serate sono ad ingresso gratuito). Il festival fondato dall’Anpi e dai comitati ambientalisti ogni anno si presenta in occasione del 25 Aprile con molti eventi collaterali oltre al concorso suddiviso in alcune sezioni.
Quest’anno il festival è dedicato al libro di Bruno Arpaia, il romanzo Qualcosa là fuori (Guanda). Il titolo completo del festival è “Qualcosa là fuori / Pianure screpolate/ Fiumi aridi / Cambiamenti climatici…”. L’autore lunedì 15 incontrerà al liceo di Bussoleno e di Susa gli studenti e le studentesse che hanno letto il libro e vogliono approfondire i suoi temi. Il festival è stato inaugurato il 9 aprile con una serata dedicata a Nuto Revelli in occasione del centenario della sua morte: il professore Gastone Cottino ha ricordato lo scrittore, il partigiano il tenente degli alpini Nuto Revelli. Durante la serata un omaggio da parte di alcuni testimoni della civiltà alpina, con una delegazione di margari, che hanno voluto con i rodon far sentire la loro voce attraverso il suono dei campanacci.
Il film di Giorgio Diritti Piazzàti ha invece collegato il passato con il presente sul tema dell’immigrazione: un documentario girato nelle valli Occitane, prima metà del Novecento, presenta un fenomeno allora esteso, i figli di famiglie di contadini poverissime venivano “piazzati” in famiglie benestanti come forza lavoro. Gli scambi avvenivano durante una fiera chiamata de l’Ubaye.
L’11/12 e il 13 aprile si anche è svolto a Villar Focchiardo un work (gratuito) per giovani filmaker con tre registi importanti: Daniele Gaglianone (reduce dai suoi tour con l’ultimo documentario Dove bisogna stare), Marco Ponti (che ha presentato un documentario storico su Gli schiavi di Hitler) e Andrea Segre, da sempre impegnato sui temi dell’immigrazione. Inoltre c’è stata la possibilità di conoscere un altro grande attore Ivano Marescotti.
Il programma proseguirà con un’altra giornata dedicata all’avvocato Bianca Guidetti Serra, in collaborazione con il comitato per il centenario della sua nascita. Il Premio Bruno Carli dedicato al partigiano e fondatore del festival quest’anno verrà consegnato a Giovanna Marini per il suo impegno “Per aver mantenuta viva la memoria della tradizione musicale e popolare, per aver raccontato le lotte degli operai, dei contadini. Per aver dato voce e riscatto agli ultimi. Storie di vita che non sarebbero mai arrivate ad un grande pubblico”. Domenica 28 aprile a consegnare il premio a Venaus ci sarà Domenico Lucano.
Sabato 13 aprile, come accennato, è stato anche il giorno dell’incontro molto atteso tra Vandana Shiva e la comunità valsusina ad Avigliana, grazie alla traduzione di Lisa Ariemma. La nota scienziata ambientalista e appassionata scrittrice, tra l’altro, ha detto:
«I progetti infrastrutturali come il Tav, che localmente nessuno vuole, sono amati tantissimo a livello alto perché generano un sacco di soldi, tanto cemento, tanto acciaio e tanti contratti. Quello che ho capito della politica istituzionale oggi è che i politici danno i contratti e le aziende che lavorano poi danno soldi ai politici. Se il tuo cibo arriva a livello locale… Monsanto non prende i soldi e neanche il governo.
Quando uno dice dobbiamo avere più infrastrutture, ci servono più infrastrutture come il Tav, bisognerebbe finire la frase: cosa vuol dire più infrastrutture? Un sistema ecologico, interventi per la buona salute, le economie locali, ma anche il sole, la terra e l’aria pulite: queste sono infrastrutture per la vita e abbiamo un gran bisogno di far crescere queste infrastrutture. Per il fatto che puntiamo invece su infrastrutture della velocità e del profitto ci siamo dimenticati di quelle per la vita. Ci siamo dimenticati di vivere. Una pianta non ha bisogno di correre…».
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