L’articolo che segue fa parte del percorso di ricerca «Tracce di mutualità nella storia», insieme a Ayla, la figlia della terra che visse nell’Europa Preistorica, «Le donne di Creta», «Superare la «democrazia» greca», «La sacerdotessa sumera». La ricerca mette insieme interviste immaginarie, indagini tra storia e archeologia al femminile. Con questo articolo, Daniela Degan – impegnata da anni nella ricerca e nella formazione sui temi della nonviolenza, della decrescita e della storia al femminile – aderisce alla campagna Ribellarsi facendo.
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“Se non mi credete che importa? Il futuro certamente verrà.
Solo un attimo e lo vedrete voi stessi”
Cassandra, in Eschilo – Orestea
Sono alla ricerca di Cassandra, la figlia di Ecuba e di Priamo, la cerco da molto tempo questa figlia prediletta di Priamo, il Re di Troia, Cassandra, la sacerdotessa, la sorella gemella di Eleno, la veggente inascoltata, la bella Cassandra innamorata di Enea, la donna che non ha ceduto al dio Apollo e che non ama gli uomini, perché gli uomini di entrambe le parti sembravano alleati contro le nostre donne1, così Achille, così Eumelo, il poliziotto di Troia.2
Una eroina forte e sensibile che si erge potentemente a contrastare con le sue visioni 3 l’astuto Ulisse e persino Achille, la bestia!
Vedo i leoni di pietra della fortezza di Micene: stanno accogliendo l’entrata di Cassandra, ora schiava del Re Agamennone.
E’ sola tra quelle mura ciclopiche. Conosce il suo presente, il suo passato e il suo futuro. Sospesa nel tempo e nello spazio come provo a fare io quando agisco nella protezione dei laboratori che creo. Ma il mio tempo sembra facile, se paragonato al suo o forse è lo stesso tempo …. Il tempo di presagi di morte e di catastrofi!
Dan: CASSANDRA, ti stavo cercando! Il mio desiderio è di ascoltare ancora la tua parola di veggente, perché possa essere un manifesto politico per noi donne mediterranee del futuro, da dove vengo.
Aspetta con me, donami questo tempo irrazionale e invisibile, prima di muovere i tuoi passi oltre quelle mura oscure del palazzo del Re nemico, che inciamperà sul tappeto rosso e che infine cadrà sotto i colpi della mano armata della giustizia di Madre.
Se vuoi, sediamoci vicine, sono una tua sorella di cerchi danzanti che verranno!
Il mio nome è Dan del serpente arcobaleno, conosco Cibele, la Grande Madre, so delle comunità di donne dissidenti dello Scamandro, ho appreso che sono vissute altre donne, altre sibille o Pizie, a Delfi e Dodona e poi più vicine al mio tempo, forse sono le mie antenate, le sibille appenniniche. Ho appreso tutto con molta fatica, ma grazie alle ricerche di molte donne, le nostre autorevoli antenate, sono qui.
Per te suonerò questo tamburo e se vuoi canterò e danzerò in tuo onore. Le visioni e i viaggi riescono meglio, se hai come compagno un tamburo … e i sogni possono abitare nel cuore di ciascuna di noi.
Cassandra: Tu non puoi essere vera, sei una visione, sei fuori dall’attuale mio contesto di morte e di tragedia e di sciagure: le vedo, presenti dentro quelle mura maledette che circondano questo giorno di lutto! … io sto per essere ingoiata dalle mura e dal mio destino!
E’ venuto il mio giorno: non giova fuggire4.
Tuttavia posso aspettare! Il mio destino può aspettare.
Tu sai, hai letto …
Dan: Cassandra, narrami chi sei, raccontalo tu e non altri. Pronuncia le parole che ti rappresentano adeguatamente per la donna che sei e ti senti di essere.
Cassandra: Sono io, Cassandra.
E questa è la mia città sotto le ceneri.
E questi i miei nastri e la verga di profeta.
E questa è la mia testa piena di dubbi.
E’ vero, sto trionfando.
I miei giusti presagi hanno acceso il cielo.
Solamente i profeti inascoltati
godono di simili viste.
Solo quelli partiti con il piede sbagliato,
e tutto poté compiersi tanto in fretta
come se non fossero mai esistiti.
Ora lo rammento con chiarezza:
la gente vedendomi si interrompeva a metà.
Le risate morivano.
Le mani si scioglievano.
I bambini correvano dalle madri.
Non conoscevo neppure i loro effimeri nomi.
E quella canzoncina sulla foglia verde –
nessuno la finiva in mia presenza.
Li amavo.
Ma amavo dall’alto.
Da sopra la vita.
Dal futuro. Dove è sempre vuoto
e da dove nulla è più facile del vedere la morte.
Mi dispiace che la mia voce fosse dura.
Guardatevi dall’alto delle stelle – gridavo –
guardatevi dall’alto delle stelle.
Sentivano e abbassavano gli occhi.
Vivevano nella vita.
Permeati da un grande vento.
Con sorti già decise.
Fin dalla nascita in corpi da commiato.
Ma c’era in loro un’umida speranza,
una fiammella nutrita del proprio luccichio.
Loro sapevano cos’è davvero un istante,
oh, almeno uno, uno qualunque
prima di –
E’ andata come dicevo io.
Però non ne viene nulla.
E questa è la mia veste bruciacchiata.
E questo è il mio ciarpame di profeta.
E questo è il mio viso stravolto.
Un viso che non sapeva di poter essere bello.5
Cara sorella, dimmi, ti ascolto.
Abbiamo poco tempo!
Dan: Mia dolce amica, noi donne moderne abbiamo ugualmente poco tempo come te. Non sappiamo come sarà il nostro futuro, perché spesso ci ostiniamo a pensare e vedere solo nel presente, ma chi come me, percepisce che il presente che ci mostrano è una mera illusione, sa che la catastrofe incombe su di noi. Io penso che noi ci troviamo, come te, su quella soglia, sulla stessa soglia dove saremo inghiottite, divorate, distrutte con tutte le nostre figlie e i nostri figli e il vivente. E’ solo una questione di tempo. Sapere leggere il passato, per immaginare il nostro futuro, è quello che mi propongo di portare avanti, come lavoro politico. Tu, Cassandra, cosa vedi? Cosa puoi dirmi per aiutare me e le altre in questo duro rimescolamento tra passato, presente e futuro nella ricerca di alternative sensate? .. sai, la voce della Dea mi chiama nel quotidiano, non c’è ascolto per questo, la nostra capacità è dissolta ….. il miracolo, ci dicono, sta nella tecnologia. Vedo, si avvicinano, presagi di morte ……
Cassandra: cara Dan del serpente, dovremmo lasciare questi professionisti dell’ottimismo al loro mestiere, dovremmo credere ad un futuro scintillante di promesse? Ma come mai lo spirito di questa epoca sta in un senso di fine, in una attesa della catastrofe che tutte oscuramente avvertono. Tutte Cassandra!
Anche se non ne comprendiamo esattamente le ragioni, la catastrofe che ci attende non è esattamente nell’esaurimento delle risorse, nella mancanza di energia, l’energia in tutte le sue forme, ci sarà sempre …. Ma la catastrofe è nella dinamica dello squilibrio, nell’impazzimento del sistema che può portare lo squilibrio in tempi molto brevi. Una volta avviato il processo non si può tornare indietro, perché i disastri provocati dalla tecnologia, sono rimediabili solo dalla tecnologia, la sua forza profonda e vera sta nell’intima logica che la presiede: ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo …. Si può dire di no ad un meccanismo così razionale e logico? … pompare l’acqua anziché con la forza umana o animale e con la stessa macchina fare muovere i treni, ai treni affiancare le automobili e poi gli aerei, i missili …. È razionale e logico! Ti trovi sul tuo cammino una montagna, scavarla nel suo ventre per abbreviare il percorso, è razionale e logico?
Ma questa razionalità così indiscutibile e confortante va fatalmente a toccare la Natura, va fatalmente a concentrare in tempi e spazi ridottissimi ciò che è stato regolato con cadenze ampie e lente …. Spezza un equilibrio, attacca l’uomo, perché spianandole la strada, riducendo al minimo la sua fatica, il suo dolore, non fa che indebolirlo, nella misura in cui rinforza se stesso, questo uomo sempre più infelice lui unico prigioniero!
Io vedo un uomo scendere una ripidissima strada in sella ad una bellissima bicicletta senza freni. All’inizio era stato piacevole, perché all’inizio aveva pedalato in salita, lasciarsi andare all’ebbrezza della discesa. Ma ora la velocità si è fatta insostenibile, finché ad un certo punto ….. ad una curva …. Usciremo fuoriiiiii!
AD UN CERTO MOMENTO LA NATURA SI LIBERERA’ DI NOI CON UNO SCROLLONE DI QUESTO TUMORE DEL CREATO CHE E’ DIVENTATO L’UOMO …. Se il futuro non è eterno alla velocità a cui stiamo andando lo stiamo vertiginosamente accorciando, se il futuro è infinito e illimitato lo abbiamo ipotecato fino alle regioni temporali così lontane da renderlo di fatto inesistente.
Per quanto veloce si vada questo futuro arretra di fronte a noi o forse in un modo più totale ci sta arrivando alle spalle gravido dell’immenso debito di cui lo abbiamo caricato, se infine il futuro è inesistente, un parto della nostra mente, allora abbiamo puntato la nostra esistenza su qualcosa che non c’è ….. sul niente!!!!!!
E infine questo futuro reale o immaginario che sia dilatato da dimensioni mostruose della nostra follia, un giorno ci ricadrà addosso come un drammatico presente, quel giorno non avremo più futuro nemmeno da immaginare …. Ce lo saremo divoratoooo!6
Dan: Cara Cassandra, come sono attuali e fondate le tue visioni. Ma il tuo tempo è giunto, ti abbraccio sorella mia, antenata che molto ci hai insegnato, sei nei nostri cuori, nei cuori delle donne del futuro, non ti abbiamo mai dimenticato.
Noi donne indomite e ancora selvatiche, con te dichiariamo una svolta, una nuova esigenza può nascere, una svolta contrapposta a questo altare che uccide e distrugge, sgradevoli pose di solerti imbonitori, i professionisti della tecnologia, ci rendono cieche, mute, sorde.
Le mie energie si dissolvono con le tue, eppure la mia vista dice che c’è una possibilità salvatrice da una imminente catastrofe …. La vedo, ma non sono in grado di mostrarla, descriverla, animarla …. Tutto è contro! Non si può essere sole in questa opera.
Attendere o cosa? …. Eppure possiamo risalire dal logo al simbolo, tornando a nascere di nuovo, riscoprendo il nostro volto, la trama nascosta della vita, il segno della Natura sulle cose del Cosmo.
Ascolta Cassandra …. La Grande Madre ti richiama!
Cassandra: Ma ecco spunta l’alba e un altro giorno si prepara al calore e al silenzio, all’alba, al largo sul mare, il vento dell’alba increspa e scivola, io sono qui oppure la, o altrove ………………
Nel mio principio è la mia fine. 7
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Fonti utilizzate:
– “CASSANDRA” – CHRISTA WOLF – edizioni E/O – Febbraio 1990 – Roma
– Wislawa Szymborska – Monologo per Cassandra tratta da Uno spasso – Libri Scheiwiller, 2003 traduzione di Pietro Marchesani
– “LA RAGIONE AVEVA TORTO?” – MASSIMO FINI – Marsilio – Tascabili Saggi – 2003
– “Premesse a Cassandra” – Christa Wolf – edizioni E/O – 1998 – Roma
Cassandra – finale interpretato da Elisabetta Pozzi
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=4yInQR8fo4E[/youtube]
Rileggendo:
Le Troiane di Euripide
Agamennone di Eschilo
Orestea di Eschilo
Alessandra di Licofrone
Note
1) “CASSANDRA” – CHRISTA WOLF – edizioni E/O – Febbraio 1990 – Roma
2) Questa intervista nasce una sera di agosto del 2012, mentre stavo già lavorando alla intervista ad Assiotea, nel teatro di Monte Sirai ad Iglesias. In quel luogo sono stata completamente rapita dalla magica interpretazione di Elisabetta Pozzi nella parte di Cassandra. L’Attrice sostiene: “La mia è una Cassandra che si trova in un tempo sospeso, tra passato, presente e futuro, che continua a vedere quello che sta accadendo, non tanto per un dono come accade nel mito troiano, ma perché conosce le condizioni del proprio presente e sa quale passato l’ha portata a esso, così arriva a vedere un futuro molto prossimo, ma come nel mito è destinata a non essere creduta. Cassandra vola molto in alto e continua a soffrire perché non le danno ascolto, ma in fondo tutti potrebbero vedere quello che vede lei, ma si rifiutano di farlo.”
3) La capacità di Cassandra della visione, un tempo era in stretta relazione con la divinità lunare e non al servizio del dio della luce e del sole, Apollo, ma Cassandra è protagonista di eventi mitologici del rovesciamento patriarcale. Un tempo la magia era arte esclusiva delle donne: delle più anziane delle tribù, nelle società agricole arcaiche, poi per lungo tempo delle sacerdotesse, alle quali i primi sacerdoti riuscirono a sottrarre il rituale, “infilandosi a forza le magiche vesti femminili”.
“Premesse a Cassandra” – Christa Wolf
4) ESCHILO – Agamennone
5) Wislawa Szymborska – Monologo per Cassandra tratta da Uno spasso – Libri Scheiwiller, 2003
traduzione di Pietro Marchesani
6) CASSANDRA – interpretato da Elisabetta Pozzi – il testo è di Massimo Fini ne “La ragione aveva torto?”. Sostiene l’attrice/autrice in una intervista: “Questa sorta di concerto di parole non l’ho scritto certo io, ma ne ho condiviso a fondo il filo rosso, dalle Troiane di Euripide al II libro dell’Eneide, dall’Agamennone di Seneca all’Agamennone di Eschilo, ad alcuni brani a lei dedicati da Licofrone, per arrivare ai linguaggi odierni e alle condizioni del nostro mondo in Cassandra di Christa Wolf, in pezzi che Jean Baudrillard le ha riservato ne Il parossista indifferente, La società dei consumi e La scomparsa della realtà, in uno stralcio di Nietzsche sulla filosofia dei greci, oltre al finale della Terra desolata di Eliot, compreso un contributo di Massimo Fini da La ragione aveva torto? Il senso? L’incapacità dell’essere umano di vedere quello che sta combinando e che lo porterà a una distruzione, e la facoltà percettiva detenuta da pochi. Ho chiesto a Fini se c’è un cavallo di Troia che la nostra società ha ammesso dentro le propria mura, condannandosi alla catastrofe, ed è stato chiaro che il concetto del benessere industrializzato e finalizzato a leggi economiche ci sta facendo morire sotto i rifiuti, e sotto le macerie del cemento che si sgretola, tutto come un virus”. E Cassandra chi continua a essere? Una creatura ai limiti della società, folle, diseredata, non integrata, magari anche un’attrice volutamente fuori moda, portatrice di qualche tema scomodo, se possibile. Poi, guardi, neanche la parola è sempre adeguata. All’inizio io emetto un suono, un canto indecifrabile”.
7) -http://www.dailymotion.com/video/xgz0kk_nel-mio-principio-e-la-mia-fine_creation
Thomas Stearns Eliot – La terra desolata.
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