Dopo il primo sgombero di un campo rom della giunta Marino, con le stese modalità delle giunte precedenti, un gruppo di associazioni, comitati, università e cittadini che lavorano da anni in progetti di recupero delle periferie dice basta. I tempi sono cambiati, i cittadini sono stanchi di politiche inutili, amministrazioni senza strategie a lungo termine che spendono male le risorse, e sono stanchi di amministratori chiusi nei loro uffici, che si limitano ad alcune assemblee utili solo a chi vuole urlare in piazza il proprio malessere, ma incapaci di incidere sulle marginalità sociali.
La vicenda rom è diventa un caso emblematico di questa incapacità di agire delle istituzioni locali, per questo più di trenta organizzazioni sociali si sono costituite nel Coordinamento Territoriale della Periferia Est: vogliono fare arrivare all’amministrazione comunale la loro voce, e chiedere al sindaco di “scendere in campo” sul tema dei diritti degli emarginati, di discuterne con i cittadini soluzioni e cambi di rotta profondi.
Dopo cinque anni, in cui si è dato la colpa di tutto quello che non funziona ai rom, una popolazione di solo 7.000 persone in una città con 3 milioni di abitanti, dopo questo primo sgombero un pezzo di società romana territoriale ha dunque deciso di dare subito un segnale diverso.
Non c’è più tempo da attendere: occorre avviare subito nuove politiche urbane nelle periferie, partendo dagli ultimi, per un percorso di rigenerazione radicale che metta al centro le persone e i loro problemi del vivere quotidiano.
Di seguito alcuni comunicati diffusi in rete da diverse associazioni.
LO SGOMBERO DEL 12 SETTEMBRE 2013
Dal’ comunicato stampa dell’Associazione 21 Luglio si legge; Le operazioni di sgombero sono iniziate alle 7.15 di stamane, condotte da carabinieri, polizia di Stato e polizia municipale (circa 70 uomini in tutto). I 120 rom presenti vivevano in via Salviati dallo scorso giugno, dopo essere fuggiti dal «villaggio della solidarietà» di Castel Romano. L’azione odierna rappresenta l’attuazione dell’ordinanza del sindaco Marino n. 184 del 5 agosto 2013 che aveva disposto «il trasferimento immediato di persone e cose dall’insediamento abusivo di nomadi sito in via Salviati» e il loro ricollocamento «presso il villaggio della solidarietà di Castel Romano».
In risposta all’ordinanza del sindaco la comunità rom aveva affermato in una lettera aperta la volontà di non voler continuare a “vivere in un ghetto”, quale si configura l’insediamento di Castel Romano, un mega-campo monoetnico isolato dal contesto urbano, ad alta concentrazione, luogo di degrado fisico e relazionale. Nella stessa lettera i rom avevano formulato al sindaco un appello al dialogo per dare vita a nuovi percorsi di inclusione ma, secondo le informazioni raccolte dalle tre organizzazioni, tale richiesta non ha avuto alcun seguito. Gli incontri avvenuti tra i rom e le autorità, per modalità, tempistica e partecipanti, non possono essere infatti considerati in alcun modo “genuine consultazioni”.
«Per tale ragione – sostengono Amnesty International Italia, Associazione 21 luglio e ERRC – lo sgombero forzato di oggi non rispetta gli standard e le garanzie procedurali previste dalla normativa internazionale. Dai riscontri effettuati emergono infatti la mancanza di una reale e genuina consultazione con i rom interessati e l’assenza di alternative abitative adeguate.
I “villaggi della solidarietà” del Comune di Roma – secondo le tre organizzazioni – non possono essere ritenuti un’alternativa alloggiativa adeguata essendo stato comprovato come condurre la propria vita all’interno di detti insediamenti compromette la fruizione di diritti imprescindibili sociali ed economici e condiziona fortemente la vita dei suoi abitanti, spesso anche in dispregio dei diritti umani». «Lo sgombero forzato al quale stiamo assistendo oggi – concludono le tre organizzazioni – oltre a rappresentare una grave violazione dei diritti umani, costituisce un innegabile passo indietro rispetto ai contenuti espressi all’interno della Strategia Nazionale di Inclusione dei Rom, Sinti e Caminanti adottata dal governo italiano in attuazione della Comunicazione della Commissione europea n.173/2011 che sottolinea la necessità di superamento del modello “campo” per combattere l’isolamento e favorire percorsi di interrelazione sociale».
LA RISPOSTA DEI QUARTIERI
Occorre da subito realizzare la convivenza tra le Comunità Rom e Sinti ed i Quartieri su cui gravitano per andare al superamento definitivo dei Campi Rom a Roma
Le Realtà culturali, sociali e politiche firmatarie di questa lettera, dopo esperienze decennali di sperimentazione di attività di convivenza con le Comunità Rom e Sinti nell’area di Colli Aniene, Tor Sapienza, La Rustica, Alessandrino e Centocelle esprimono la propria volontà a lavorare insieme per una Nuova Politica che cambi radicalmente rotta con le precedenti amministrazioni della città di Roma e punti ad una vera integrazione di queste Comunità, in coerenza con la Strategia Nazionale di Inclusione Sociale dei Rom, Sinti e Camminanti[1].
In una fase così delicata per la nostra società, aggravata in primis dalla crisi economica, con cambiamenti sociali vertiginosi, resi palesi anche dalle ondate migratorie in aumento, noi Firmatari abbiamo deciso di creare insieme una sorta di Intelligenza territoriale collettiva, fatta di pratiche concrete, che dimostrino che nei nostri territori ci sono tutte le risorse necessarie per far fronte alla così detta “Emergenza rom”, che non è altro che la constatazione dell’inadeguatezza dei governi che si sono succeduti negli anni a capo della Città di Roma, nel gestire la povertà urbana delle periferie, determinando la creazione di ulteriore degrado, emarginazione e messa a rischio della sicurezza sociale.
Abbiamo l’esigenza di manifestare la nostra assoluta preoccupazione di fronte ai primi passi di governo di questa Giunta Comunale e di quelle Municipali, che non si sono ancora dichiarate, in modo forte e chiaro, contro il Modello dei Campi Rom e contro il Piano Nomadi.
Per queste associazioni e comitati, una politica decennale di questo tipo, portata avanti sia dalla sinistra che dalla destra, oltre che dimostrarsi completamente inadeguata, ha determinato un enorme spreco di risorse pubbliche.
Non ci possiamo permettere un nuovo fallimento di queste Politiche Sociali: le comunità Rom e Sinti sono stremate, in condizioni igienico-sanitarie pessime, con un succedersi di sgomberi e di criminalizzazioni di fronte all’opinione pubblica che banalizzano tutti i loro sforzi per la costruzione di una vita degna e per il perfezionamento della loro integrazione[2], banalizzando pure pratiche e progetti d’integrazione e di creazione di competenze socio-economiche che molte realtà culturali, sociali e politiche stanno realizzando per determinare una convivenza più matura.
I Cittadini che abitano nelle periferie sono esasperati, soprattutto per una cronica mancanza di servizi pubblici e di una reale presenza delle Istituzioni, che da anni non propongono piani e programmi di investimenti strategici in queste aree.
In questa situazione è facile allora promuovere l’odio tra la popolazione e pilotare azioni che possono sfociare nella guerra tra poveri e nella violenza più cieca.
Ci sono però anche molti cittadini che rifiutano questo tipo di manipolazioni, convinti che la rigenerazione delle aree urbane e la creazione di opportunità per tutti, eviterà la proliferazione di altre isole di degrado ed emarginazione, costituendo l’unica strada percorribile per una vera politica di riscatto, di benessere e di sicurezza della nostra società.
Vorremo allora capire se questa Giunta Comunale ha intenzione davvero di scrivere un nuovo capitolo per la città di Roma, ascoltando i diretti interessati (le Comunità Rom e Sinti), e coloro che hanno maturato un’esperienza di collaborazione con queste Comunità; gli unici soggetti, tra l’altro, che hanno anche provato a dare una contro-informazione a favore dell’umanizzazione di una situazione che ha trasceso ogni tipo di violazione dei diritti umani.
Stiamo preparando un dossier che vi faremo arrivare a breve con vari percorsi e progetti d’inclusione da noi ritenuti validi, con proposte che vanno dal rilancio e dal rafforzamento delle esperienze dei mercati dell’usato, alla creazione di cooperative di riuso e riciclo, al realizzare la raccolta differenziata porta a porta, all’offerta di sostegno extra-scolastico gratuito, integrato ed interculturale, all’auto-recupero di palazzi abbandonati e alla creazione di condomini multiculturali, allo sviluppo di orti e di agricoltura urbana, per recuperare il degrado ambientale e per creare redditi di sussistenza.
Tutte queste proposte hanno bisogno di un accompagnamento forte e deciso da parte delle Istituzioni, per determinare tempi più celeri di realizzazione e di successo.
Ormai ci sono generazioni e generazioni di nuovi cittadini nati in questi campi e non c’è più tempo da perdere! E non si possono più ostacolare le azioni di resilienza delle reti territoriali, che operano per ritessere i rapporti sociali spezzati.
Noi Firmatari abbiamo compreso che bisogna intervenire in una forma integrale e decisa, in dialogo con i territori, e con le comunità Rom e Sinti.
Sia Noi che Loro stiamo facendo tutti questi percorsi sulla nostra pelle, spesso abbandonati dalle Istituzioni. Non vogliamo rincorrere la rabbia o l’idea dell’emergenza permanente, né trovare soluzioni univoche e semplicisticamente immediate, ma lavorare per prevedere il lungo termine, trovando insieme le soluzioni, mettendo in azione e valorizzando tutte le energie, le intelligenze e le risorse a disposizione.
Chiediamo al Sindaco Marino e ai Presidenti Sciascia e Palmieri di mostrare coraggio nelle scelte, perché solo così potremo determinare un processo d’inversione al degrado fisico, sociale e morale cui stiamo assistendo, invitandoli ad incontrarci al più presto, ad un appuntamento pubblico, al fine di poter iniziare da subito un proficuo lavoro insieme.
Ringraziando dell’attenzione, i nostri più cordiali saluti.
Primi Firmatari:
Coordinamento Associazioni Colli Aniene: Assoc. Crisalide Ass.inFORMARE Comitato di Quartiere Colli Aniene Ass.Vivere a Colli Aniene Ass. L’Anfiteatro Sportello Interculturale Solidale “Lucio Conte” Centro Culturale Municipale Giorgio Morandi Rete ONU (Rete Nazionale Operatori dell’Usato) Coordinamento del Lazio Associazione Vivirustica Associazione L’Abbraccio Centro Ambientale Territoriale Tor Sapienza Centro Culturale Municipale Michele Testa Occhio del Riciclone Associazione Popica Onlus Università degli Studi Roma Tre- Laboratorio Arti Civiche Università La Sapienza (Brazzoduro) Laboratorio Urbano Reset Associazione Incorporartes – Progetto SàrSan Terra Onlus! ReOrient Onlus Associazione Cittadinanze e Minoranze Rete di Sostegno Mercatini Rom Agenzia di Quartiere Tor Sapienza Sportello Migranti presso il IV Municipio della Cooperativa Sinnos Rete del IV Municipio Associazione Antropos Laboratorio Sociale Centocelle
Per aderire alla lettera scrivi a Rete Territoriale Roma Est
Contatti: – 333/4765006 – 333/8702477
[1] Strategia formulata dal nostro Governo nel 2012
[2] Vedi, per es., lettera al Sindaco Marino inviata il 30 agosto dalla Comunità Rom insediata dallo scorso giugno in via Salviati.
Il problema principale di queste periferie non è la cronica mancanza di servizi ma i continui roghi tossici che avvelenano adulti e bambini, sono tutti capaci a riciclare rifiuti così.
preliminarlmente all’avvio di un progetto sarebbe opportuno avvisare la popolazione interessata dico e ripeto che le associazioni che sono nei nostri territori, rappresentano solo loro stesse e non i cittadini che sono ignari di certe iniziative!
Il comitato di quartiere colli aniene, firmatario di questa iniziativa agisce solo in nome e per conto di 3 0 4 persone che sono nel direttivo, gli iscritti gli sono serviti solo per fare numero.
gli iscritti a questo comitato non sono stati minimamente informati di nulla, i cittadini di colli aniene che questo comitato dice di rappresentare sono ignari di qualsiasi iniziativa il sedicente comitato porta avanti.
Caro Gualtiero, cara Cinzia,
la lettera e i firmatari che l’hanno sottoscritta chiedono che i confronti con i territori siano pubblici, ma che non servano solo a far emergere il malcontento, che ormai è noto, e i problemi (come quello gravissimo ambientale dei roghi), ma che inneschino processi reali di ricerca delle soluzioni.
Riprendo il passaggio fondamentale della lettera, ovvero questo gruppo – che non vuole essere rappresentativo di tutti i cittadini, ma che è una parte attiva di questo territorio e in quanto tale può dire cosa pensa – propone di studiare seriamente cosa si può potenziare delle pratiche esistenti e cosa si può mettere alla prova per «iniziare» un’altra strada.
Cito la lettera: « dalla creazione di cooperative di riuso e riciclo al realizzare la raccolta differenziata porta a porta, dall’offerta di sostegno extra-scolastico gratuito, integrato ed interculturale, all’auto-recupero di palazzi abbandonati, dalla creazione di condomini multiculturali allo sviluppo di orti e di agricoltura urbana, per recuperare il degrado ambientale e per creare redditi di sussistenza».
Il presidente della Bolivia Evo Morales diceva tutti possono portarmi i loro problemi, ma per ogni problema dovete portarmi cinque soluzioni fattibili con dei percorsi dettagliati di come portarli avanti.
Ancora non si sono svolti nei territori questo tipo d’incontri, si chiede all’amministrazione pubblica di avviarli, ormai la democrazia in tutto il mondo è fatta da una pluralità di voci e intelligenze capaci di proporre politiche da avviare, e non delegare interamente le soluzioni. E’ sottinteso che i firmatari (compreso il coordinamento di Colli Aniene), quando avranno una risposta dall’amministrazione si attiveranno perché si avvii un confronto pubblico con tutta la cittadinanza.
Ci sarà bisogno di tutte le energie e competenze, perché c’è molto molto, lavoro da fare.
Io ho nominato i roghi tossici in quanto ritengo che questo problema sia il più grave di tutti perché tocca la salute delle persone, dei nostri bambini. L’articolo mi sembra non ne faccia menzione, e parla di altri problemi che io ritengo secondari rispetto a questo. Penso che chi ha scritto questo articolo non viva questo problema così grave, altrimenti ne avrebbe parlato. Vorrei provare a far immaginare a chi legge come ci si può sentire a doversi tappare in casa, anche l’estate per non vedersi la casa invasa dalla puzza di plastica bruciata. Comunque ben venga qualsiasi cosa risolva questo problema e, permetta un ultima osservazione, se chi viene eletto ha bisogno anche delle soluzioni ai problemi della cittadinanza per cosa viene retribuito ?
19 settembre 2013: qui a Pistoia domani pomeriggio il Consiglio Comunale, a maggioranza di centro sinistra, voterà per un nuovo sito dove ricollocare il ” campo nomadi” (sic !):Nel campo risiedono ormai da anni circa 13 famiglie di zingari. Con le risorse economiche che tale spostamento assorbirà si potevano fare altre scelte! E pensare che il nostro sindaco (di sinistra) afferma di attuare un programma di governo che dovrebbe inserire la nostra città tra le città europee più evolute.
A scanso di fraintendimenti, sono un elettore di sinistra.
salve,
mi sto documentando sulle politiche sociali riguardanti i rom e condivido la condanna verso le scelte che sono state fatte di ammassare e segregare queste popolazioni invece che favorirne l’integrazione, creando veri e propri lager; sono d’accordissimo però con Gualtiero: mi chiedo perché il problema dei roghi tossici non venga mai menzionato, come se si volesse volonariamente omettere, sottrarre all’attenzione. Questa negazione del problema mi fa pensare che non ci sia buonafede. Il dialogo si deve impostare mettendo sul piatto tutte le questioni e la tutela della salute di tutti (rom e non) non mi sembra che sia un elemento da trascurare. Perché l’associazione 21 luglio non denuncia il fatto ad esempio che i bambini del campo di Via di salone sono costretti a respirare fumi tossici tutti i giorni e magari si preoccupa della presenza a qualche km di distanza dell’industria chimica BASF? C’è qualcosa che non mi è chiaro, vorrei capire, sinceramente.
Grazie
http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/410890/toffa-la-camorra-uccide-anche-senza-pistole.html questo succede anche a Roma, questo provocano i roghi tossici!!!!