In un mondo capovolto ci sono gruppi di persone che smettono di delegare e di attendere e recuperano spazi abbandonati per restituirli alle città attraverso mercatini di autoproduzioni, osterie popolari, piccole librerie con testi di case editrici indipendenti, e ancora bizzarri cineforum che buttano giù stereotipi e muri, piazze del baratto, laboratori per bambini e bambine, iniziative con e per i più fragili… In un mondo capovolto l’importanza delle elezioni sarebbe periferica, in fondo le istituzioni sarebbero niente di più che leggere forme di organizzazione al servizio dei cittadini, utili magari all’accesso all’acqua e alla luce… Bread&Roses è una storia imprevista, uno spazio di mutuo soccorso. Che ha cominciato a capovolgere il mondo
di Assemblea Bread&Roses di Bari*
Bread&Roses vuole vivere, non sopravvivere!
Dal 24 marzo 2016 lo spazio di mutuo soccorso Bread&Roses pratica autogestione, mutualismo conflittuale, solidarietà, cultura, ospitando e contribuendo a generare pratiche importanti: mercatini di autoproduzioni agroecologiche a sfruttamento zero, un’osteria popolare, un punto di distribuzione di autoproduzioni Fuorimercato e di libri e riviste di case editrici indipendenti, giornate di autoformazione, presentazioni di libri e di esperienze nate dal basso di riappropriazione da Brasile, Grecia, Siria, Palestina, assemblee in difesa dei territori e dei beni comuni, cinefrocium e cineforum degenerati, piazze del baratto, pranzi e cene solidali, momenti di socializzazione gratuiti e liberi, laboratori per bambin@, incontri di lavoratori e lavoratrici.
Sin da subito sono stati avviati i lavori di autorecupero della struttura e del giardino attiguo in totale autofinanziamento, grazie all’impegno assolutamente volontario di tante e tanti, diventando un’area verde aperta e praticabile in una zona della città erosa da palazzoni e traffico. Il Bread&Roses non vuole fermarsi qui. Vuole continuare ad allargare le proprie prospettive, mettendo al centro le relazioni e i percorsi costruiti e raccogliendo nuove energie per ospitare tanti altri progetti e rendere più semplici le esperienze che già pratica. Vuole continuare ad immaginare con uno sguardo collettivo l’uso di tutti gli spazi e la loro progettazione creativa. Non vogliamo in alcun modo fermarci, ma non possiamo e non intendiamo nascondere quanto sia complesso continuare tutto ciò che facciamo senza né acqua né luce. Alla lunga diventa sfiancante.
ARTICOLI CORRELATI
- L’uso civico e la rete dei beni comuni
- L’arcipelago dei commons
- Spazi in comune
- Creare beni comuni e mondi nuovi
Dal momento in cui lo spazio ha aperto i propri cancelli ha intrapreso una vertenza nei confronti delle amministrazioni locali – la Città Metropolitana prima e il Comune di Bari oggi – per il diritto all’accesso alle utenze base, che però sino a questo momento non ha prodotto alcun risultato. Ispirandoci alle esperienze che altrove in Italia si sono costruite attorno ai temi dell’autogoverno e del neomunicipalismo, abbiamo redatto di nostro pugno e presentato al Comune di Bari una bozza di regolamento per la gestione della cascina e del giardino, che dallo stesso è stata vagliata e considerata valida. A tanta attività e sensibilità, però, l’Amministrazione risponde con la solita politica dei rimandi, tesi a narcotizzare le energie. Ci troviamo in una situazione di stallo che si protrae da molti mesi, in attesa di una qualche risposta che se non negata, il che è paradossalmente peggio, è rimandata ad altri uffici, altri tempi, altre competenze. Eppure impedimenti di carattere tecnico-amministrativo non dovrebbero sussistere dal momento in cui il Comune di Bari, già dall’aprile 2015, si è dotato di un “Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e rigenerazione dei beni comuni urbani” e che dal novembre 2017, a seguito di una delibera della Città Metropolitana in merito al “Piano delle valorizzazioni – Regolamento per l’attuazione del progetto di recupero e valorizzazione dei beni demaniali e patrimoniali dell’ente in stato di degrado e abbandono” entra in possesso di beni immobili e aree verdi in disuso che sono situati nella città di Bari. Purtroppo come sempre accade i tempi delle Istituzioni non corrispondono alle necessità delle persone. Riteniamo che questa logica vada interrotta e lo si può fare solo se le forze in campo mostrano tutta la determinazione e l’intelligenza politica necessaria. In un momento in cui istituzioni e partiti fanno uso di concetti quali “partecipazione” o “beni comuni” in maniera sfuocata e astratta, ci appare un controsenso non consentire a chi concretamente e dal basso pratica quelle parole di andare avanti accedendo ai servizi più basilari. Crediamo infatti che il percorso fin qui compiuto meriti di essere sostenuto e tutelato. I luoghi che come il Bread&Roses praticano forme di solidarietà e mutualismo dal basso allargate e diffuse, diventano presidi e anticorpi necessari per contrastare la frammentazione sociale, le derive di intolleranza a cui assistiamo nei confronti dei soggetti marginalizzati e una riduzione degli spazi di socialità a favore della speculazione edilizia.
E sempre in una logica di apertura e condivisione, domenica 28 gennaio 2018 abbiamo tenuto un’assemblea pubblica che ha raccolto preziose proposte e idee che rilanciano e arricchiscono ulteriormente la vita dello spazio. Se nonostante le consuete difficoltà emerse dall’assenza di acqua e luce, il Bread&Roses riesce ad essere un luogo bello, vitale e accogliente, immaginiamo cosa potrebbe diventare se queste ci fossero. Proprio per questo abbiamo deciso che non vogliamo più limitare i nostri sogni e i nostri desideri. Questo è un appello destinato a sollecitare ancora una volta il Comune di Bari nel concedere l’accesso alle utenze di acqua e luce al Bread&Roses, in attuazione di quei regolamenti e procedure delle quali la stessa amministrazione si è dotata. Perché vogliamo continuare a generare Bellezza, perché abbiamo fame di pane e voglia di rose.
*Ha aderito alla campagna Un mondo nuovo comincia da qui
Lascia un commento