Bolsonaro no, Bolsonaro mai. A pochi giorni dal voto presidenziale, sabato 29 settembre, in molte città di tutto il Brasile le donne occupano la scena per fermare l’avanzata di un candidato razzista e misogino tanto estremo da far impallidire Donald Trump e i suoi epigoni europei. Forte della strumentale propaganda inscenata con un grave (e sospetto) attentato che l’ha colpito, Jair Bolsonaro rischia di arrivare al ballottaggio contro Fernando Haddad, il candidato designato da Lula, ancora detenuto nelle carceri brasiliane, e dal Pt. La protesta delle donne del paese più importante del Sudamerica va ovviamente molto oltre le dinamiche delle forze politiche e del voto presidenziale. Si unisce così ai grandi movimenti continentali che, soprattutto in Argentina, hanno saputo risvegliare conflitti sociali e speranze da tempo sopite producendo risonanze per molti versi sorprendenti a livello planetario
di Laura Burocco*
Se tutte le donne che partecipano al gruppo FB Mulheres Unidas Contra Bolsonaro votassero realmente contro il COISO [la cosa], una delle definizioni che viene utilizzata nel gruppo per riferirsi al candidato, le sue chance di non arrivare al ballottaggio sarebbero alte. Al momento in cui scrivo, sono 3 milioni 457. 990 le persone in tutto il Brasile che aderiscono a questo gruppo (un gruppo chiuso, l’ adesione è ad invito).
Secondo i dati dell’IBGE [26.09 alle ore 12.58] il numero dei cittadini brasiliani sarebbe di 208.883.153 milioni. Sottraendo a questo numero quello della popolazione rappresentata da minori non aventi diritto al voto, il Brasile è un paese che malgrado gli indici si stiano abbassando continua ad essere giovane, 3 milioni di donne rappresentano un numero considerevole dell’elettorato brasiliano in grado di spaventare il ‘candidato’ Bolsonaro.

La ragione di una così rapida “alta” dell’opposizione a Bolsonaro è facile da capire: rappresenta non solo il ritorno alla estrema destra fascista ma quanto di più simile si possa immaginare alla antica dittatura militare brasiliana e non ha mai cercato di nascondere le sue posizioni misogine e omofobe con dichiarazioni scandalose.
Non solo lui è un ex militare, ma lo è anche il suo vice, Antonio Hamilton Mourão. La candidatura Bolsonaro fa sì che si registri un numero record di candidati in divisa. Durante il processo di impeachment alla ex presidenta Dilma Rousseff, nell’agosto del 2016, ha elogiato l’allora presidente della Camera dei Deputati Eduardo Cunha e ha dedicato il suo voto alla memoria del colonnello Carlos Alberto Brilhante Ustra. Cunha è in prigione da ottobre del 2016 con una condanna [la richiesta del pm era di 386 anni, la pena inflitta di 24 ] per corruzione e sottrazione di denaro pubblico; il colonnello Ustra era il capo del Centro per il distaccamento delle operazioni di informazione (DOI-Codi), responsabile delle torture durante il periodo della dittatura civile-militare (1964-1985) e ha torturato personalmente la ex presidenta. Nel 2011 è arrivato al punto di dichiararsi orgoglioso di essere “preconcettuoso” [prevenuto ] “Sou Preconceituoso com muito orgulho” , appropriandosi delle parole di una musica popolare brasiliana che dice “sono brasiliano con molto orgoglio, con molto amore”.
Bolsonaro ha detto pubblicamente che non potrebbe amare un figlio omosessuale, anzi che preferirebbe vederlo morto piuttosto che gay, poi ha aggiunto, per rassicurare, che ‘lui non corre questo rischio, perché i suoi figli sono ben educati e quindi non hanno relazioni con omosessuali o con donne negre’ [Si noti che stava rispondendo a una intervista con Preta Gil, la figlia di Gilberto Gil, che è una donna nera e lo ha denunciato ]. Nel 2014, in un discorso in seduta plenaria alla Camera dei deputati, in risposta al discorso della ministra Maria do Rosário (PT-RS) che si esprimeva in difesa dei diritti umani e contro la dittatura militare, Bolsonaro ha dichiarato: “Non ti stupro perché non lo meriti”, poi ha aggiunto che ‘la giornata internazionale dei diritti umani’ è ‘il giorno internazionale della delinquenza’, visto che si applica a banditi, stupratori, marginali, sequestratori e corrotti.
La lista delle affermazioni ripugnanti potrebbe essere infinita, ma ce n’è almeno un’altra che merita di certo una citazione, riguarda le sue idee sul fatto che le donne devono guadagnare meno degli uomini: “Sono liberale, difendo la proprietà privata. Se hai un’attività commerciale che impiega 30 persone, non posso costringerti ad assumere 15 donne. La donna combatte molto per uguali diritti, bene. Ma io sento pena per l’uomo d’affari in Brasile, è una disgrazia essere un capo in un paese come il nostro, con così tanti diritti del lavoro. Se deve scegliere tra un uomo e una giovane donna, cosa pensa l’uomo d’affari? Mmhh, questa donna ha un anello al dito, tra poco rimane incinta, prenderà sei mesi di congedo per maternità …” Chi pagherà il conto? Il datore di lavoro. Alla fine, lo potrà scontare dall’INSS [il sistema tributario brasiliano, ndr], ma questo non toglie che l’esercizio di quel diritto romperà la continuità del ritmo del lavoro. Quando la donna tornerà, avrà un altro mese di vacanze, il che significa che ha lavorato cinque mesi in un anno”.
Queste sconcertanti affermazioni dovrebbero essere sufficienti a far comprendere come in soli 25 giorni il gruppo facebook delle Mulheres Unidas abbia riunito così tante donne. Le donne si sentono minacciate dalla possibilità di avere lo spregevole Coiso come presidente di un paese in cui in ogni mese del 2017, secondo il Fórum Brasileiro de Segurança Pública, 94 donne sono morte assassinate.
Il gruppo facebook è stato creato all’indomani del controverso attentato contro Bolsonero, avvenuto lo scorso settembre. Un evento sospetto anche perché nelle foto apparse stupisce la mancanza di sangue sui vestiti del candidato che avrebbe ricevuto una pugnalata in pieno stomaco. Le notizie che i figli si sono immediatamente prodigati a fornire sono state molto contraddittorie e incerte, le foto del candidato sottoposto a intervento chirurgico lo sono altrettanto, almeno a stare a molti commenti di medici in rete.
Inoltre ci si chiede come sia stato possibile autorizzare delle foto scattate nel mezzo di un intervento chirurgico così delicato. Insospettisce, infine, anche la tempistica degli avvenimenti: tre giorni prima dell’attentato Bolsonaro ha avuto una riunione con la Rete Globo [rete di media giornali, TV, Radio storicamente sostenitrice della dittatura e dichiaratamente ostile a ogni movimento tendenzialmente di sinistra]; il giorno prima il giornalista William Wack di Infomoney ha rivelato che Bolsonaro stava preparando una strategia per vincere al primo turno; Bolsonaro ha poi aperto la campagna protetto da forze speciali di sicurezza, il Bope, dichiarando di temere per la propria vita; poco prima aveva detto di non voler più affrontare dibattiti pubblici, una decisione che molti ascrivono al fatto che il giorno dopo di ogni dibattito con gli altri concorrenti si registrava una caduta di appoggio. Ovviamente, in seguito all’accaduto, Bolsonaro non é piú tornato a confronti pubblici.
Curiosamente, nel periodo di convalescenza in ospedale il coiso ha invece pubblicato foto con Alexandre Frota, un attore, regista, fotografo ed ex attore porno da lui indicato come possibile Ministro della Cultura, salvo poi contraddirsi spiegando che con la sua elezione il Ministero della Cultura verrebbe abolito, vista la sua irrilevanza per la vita dei cittadini brasiliani. Una decisione coerente con i drammatici tagli alla educazione portati avanti dal governo Temer attraverso la PEC 55.
Al gruppo delle Mulheres, che si dichiara apartitico, partecipano donne, omosessuali e rappresentanti della comunitá LGBT sparsi per tutto il paese. Sono persone che, pur non condividendo la stessa intenzione di voto, sono invece unite in quella di NON voto a Bolsonaro, espressa attraverso l’hashtag #elenao #elenunca. Nell’appello diffuso, si legge: “Gruppo ufficiale per l’unione di donne provenienti da tutto il Brasile (e da coloro che vivono fuori dal Brasile) contro l’avanzata e il rafforzamento del machismo, la misoginia, il razzismo, l’omofobia e altri tipi di pregiudizi. Crediamo che questo scenario minacci in primo luogo le nostre conquiste e i nostri diritti ma sia anche una grande opportunità per noi di riaffermarci come soggetti politici e di diritto”. Moltissimi artisti hanno aderito registrando video che circolano in rete e facendo dichiarazioni pubbliche di appoggio sia al gruppo che alla manifestazione di sabato 29 settembre.
Si terrà nelle principali città brasiliane, l’organizzazione è stata decentrata in nuclei locali. Non mancano atti in solidarietà organizzati in tutto il mondo da donne brasiliane e non. In Italia il Comitato Lula Livre ne organizzerà uno a Roma in Piazza della Bocca della Veritá, a Milano il gruppo Ele Não! Ele Nunca! Mulheres Unidas Contra o Bolsonaro em Milão convoca in Largo Cairoli, mentre a Bologna il EleNão! EleNunca! Bologna invita in Piazza Re Enzo.
La principale forza e il principale valore della mobilitazione delle donne sta, come dice Antonio Martins, nel riportare sul piano politico le elezioni.
La manifestazione non è dunque solo importante in quanto denuncia nei confronti di Bolsonaro ma esprime un sentimento politico fino ad ora represso come reazione alla incapacità dei partiti politici di comprendere la vera situazione in cui il paese si trova. La campagna delle elezioni presidenziali 2018, molto diversamente dalle altre, non ha invitato alla mobilitazione, alle manifestazioni di strada, non ha invitato le persone a prendere l’iniziativa per influenzare le decisioni politiche. Al contrario, si tratta di una elezione in cui i candidati vengono presentati come un prodotto. Per questo l’iniziativa delle donne contrasta il clima di grande apatia della società e afferma l’esistenza di un forte desiderio di far politica e di partecipare alla definizione della direzione del paese. La volontà di partecipazione è ancora più importante alla luce dell’enorme lavoro di de-costruzione della democrazia e dei diritti che è stato fatto in Brasile in così breve tempo.
L’attesa è molta. Così come alte sono le aspettative. Le donne brasiliane sperano di poter impedire l’arrivo al secondo turno del candidato, che pare stia perdendo consensi in parte per le dichiarazioni sempre più estreme, in parte per la candidatura di Haddad, designato dal Partido dos Trabalhadrores come portavoce di Lula. In risposta all’uso propagandistico dell’‘attentato politico’ a Bolsonaro, le donne brasiliane, insieme ai movimenti di base, sottolineano come, a proposito di attentati “politici” sia opportuno ricordare l’esecuzione della deputata Marielle Franco e del suo autista Anderson Anderson Pedro Mathias Gomes, avvenuta il 14 marzo. Le indagini sulle responsabilità non hanno finora fornito risposte, le poche che si hanno portano però proprio a una chiara pista politica.
Secondo Joao Filho: “Il clan dei Bolsonaro è solo uno tra i molti nella politica brasiliana. Ci sono diverse famiglie in tutti gli stati del paese che dominano la politica locale, controllano lo Stato e perpetuano la presenza privilegiata delle famiglie nella vita pubblica per ogni generazione”. A conferma di questa medievale usanza di trasmettere privilegi e protagonismo politico di padre in figlio per diritto di sangue, è degli ultimi giorni la notizia che il più giovane dei figli del candidato dell’ultradestra, Jair Renan Bolsonaro, si sta avvicinando alla politica.
Nel clima di terrore che si sta vivendo in Brasile da mesi, tra le donne che scenderanno in piazza sabato, non mancano certo i timori e la preoccupazione per la propria incolumità. Sempre più frequenti sono infatti le aggressioni a persone LGBT da parte di rappresentanti della estrema destra, esattamente quelli che rappresentano gli elettori di Bolsonaro. Le stesse donne che hanno organizzato il gruppo facebook sono state vittima di minacce e di aggressione fisica. Una delle organizzatrici del gruppo di Rio, Maria Tuca, è stata aggredita a mano armata in un taxi, le è stato rubato il cellulare ed è stata colpita da pugni e calci. Ieri, 26 settembre, Carlos Bolsonaro, figlio del candidato presidenziale e deputato nella circoscrizione di Rio de Janeiro, ha postato sul suo Instagram una foto che simula una sessione di tortura contro un sostenitore della campagna # EleNão. L’immagine mostra un giovane con le braccia legate, la faccia insanguinata e la testa dentro un sacchetto di plastica – una tecnica di soffocamento usata anche all’epoca della dittatura. Sul petto ha l’hashtag # EleNão. Sullo sfondo si legge: “Riguardo i genitori che piangono sotto la doccia”, riferendosi a genitori che dovrebbero vergognarsi dei propri figli per essere omosessuali. L’autore di questo post detiene il record del più giovane consigliere eletto della storia del Brasile: nel 2000 a 17 anni è diventato consigliere comunale a Rio.
La rivista del Congresso in Foco, riferisce intanto della longevità di un clan familiare che ha iniziato la sua traiettoria brasiliana parlamentare addirittura nel 1821, ancora sotto l’autorità della Corte portoghese. È impossibile capire il Brasile e le sue relazioni politiche senza comprendere il ruolo delle grandi famiglie, che è ovviamente anche economico e funziona come garanzia della immutabilità delle condizioni di privilegio di pochi. Lo Studio sulla Disuguaglianza e l’Ingiustizia Fiscale, prodotto dall’Instituto de Estudos Socio Econômicos (INESES), mostra come uno dei sistemi fiscali più ingiusti del mondo consenta ai ricchi di pagare, in proporzione, meno tasse dei più poveri, creando una delle più grandi concentrazioni di reddito e ricchezza del pianeta. Vale la pena ricordare che, secondo i dati della ricerca Disuguaglianza nel Mondo 2018, in Brasile il 30% della ricchezza si concentra nelle mani del 1% della popolazione.
Per chiudere la carrellata delle allarmanti notizie che arrivano a 10 giorni dalle elezioni – si vota il 7 Ottobre in tutto il paese, mentre in caso di ballottaggio si torna alle urne il 28 di Ottobre – il Tribunale Supremo Federale, lo stesso che ha deciso la permanenza di Lula in prigione con 7 voti contro 2, ieri ha votato per la conferma della cancellazione dei titoli di 3,4 milioni di elettori che non hanno partecipato alla revisione catastale della Corte elettorale. Si tratta delle persone che, tra le irregolarità ‘punite’, non hanno partecipato a tre elezioni [il voto in Brasile è obbligatorio, in caso di non voto è richiesta una giustificazione} e non hanno fatto la registrazione biometrica delle impronte digitali, un sistema molto usato anche in banca per accedere ai servizi degli sportelli brasiliani. L’intenzione è chiaramente quella di far desistere dal voto l’elettorato più umile, quello con minimo accesso alla informazione che però si presume possa decidere di sostenere Haddad, il candidato scelto per rappresentare Lula e il PT, dopo il definitivo tramonto delle ipotesi di candidatura dell’ex presidente.
Di recente, Antonio Martins ha sottolineato ancora una volta il fatto che, pur in una situazione di forte radicalizzazione dell’estrema destra, la resistenza delle donne latinoamericane continua a diffondersi, si pensi solo alla grande mobilitazione delle donne per la legalizzazione dell’aborto in Argentina. Si avverte un disagio molto grande associato alle logiche del capitalismo e alle logiche tipicamente maschili: competizione, rivalità e violenza. Le donne sono al centro della resistenza a tutto questo, perciò oggi sono così importanti le speranze riposte nelle donne del Brasile.
Laura Burocco è ricercatrice in Politiche Urbane e Sviluppo. Ha un dottorato in Tecnologia della Comunicazione e Estetica presso la Facoltà di Comunicazione della Università Federale di Rio de Janeiro ECO / UFRJ. Vive e lavora tra Rio, Milano e Johannesburg.
Ma stai zitta che è meglio! Ricercatrice? Mah…
Siete fuori di testa come sempre la midia dicendo quello che voi bolsonaro 17
Tutte bugie quelle che avete scritto. Quanto vi hanno pagato? Bolsonaro é l’unico candidato che non ha nessun tipo di processo per corruzione. È quello che il Brasile ha bisogno. Ah, e quanto a Donald Trump, hanno la stessa visione patriota. Quello di cui una nazione ha bisogno per crescere.
Commento
Il suo modo di dare informazioni parziali e tendenziose, quando non del tutto false è tipico di un modus operandi della sinistra che risale ai dettami di Lenin, ma che non rende onore alla sua professionalità!
Mi chiamo Nicola Fumagalli, do solamente due dati personali, per evitare che possa etichettarmi come il solito invasato di destra, ammesso che lei legga il resto del testo, ovviamente.
A – Sono sposato con una donna brasiliana, frequento e conosco direttamente il paese per averlo visitato varie volte in molte città e per risiedervi spesso.
B – Mi sono laureato (molto tempo fa) in storia delle dottrine politiche, con il Prof. Giorgio Galli, noto politologo, certamente non di destra, anzi allora molto vicino alla sinistra.
C – Tengo molto a precisare che di seguito potrei difendere delle posizioni con le quali non sono affatto in accordo, ma per me vale il principio esposto al punto 7.
Passo quindi ai dettagli seguendo il flusso dell’articolo della signora Burocco, riportato sopra.
1) Altrettante donne a favore di Bolsonaro erano presenti nella manifestazione del 30/9, da voi nemmeno citata. Ovviamente questo per far pensare a chi legge che “le donne brasiliane” tout court, sono contro Bolsonaro. Faccio notare che nelle medesime manifestazioni tenutesi in tutto il Brasile in quella data, erano presenti moltissime famiglie con bambini, bambini del tutto assenti o quasi nell’equivalente contrario del giorno prima. Un fatto che dovrebbe far riflettere, soprattutto se pensiamo che in gioco c’è il futuro.
2) “strumentale propaganda”? Mi domando quale, visto che lo spazio avuto sui mezzi d’informazione è stato minimo e per lo più minimizzante o peggio (verificare gli articoli in merito per conferma). “E sospetto” è una affermazione indegna di uno studioso serio, l’attentato c’é stato e i referti medici parlano chiaro delle conseguenze; basterebbe volerli vedere. Negare o solo insinuare che vi sia qualcosa di poco chiaro (anche se tipico) è rivoltante e non merita altro spazio per essere confutato. I fatti sono li.
3) Il “candidato designato da Lula, ancora detenuto nelle carceri brasiliane”. Anche questo è ridicolo! Chiariamo subito che l’ex presidente è stato regolarmente processato e condannato da un tribunale civile, nonostante le infinite “pilotate” pressioni della piazza “mobilitata in suo favore”, per corruzione e altri reati. Ora è in carcere, non perché martire politico, ma semplicemente perché è un ladro, un bandito la cui condanna è stata confermata in tutti i gradi di giudizio, fino alla conferma dalla sentenza da parte della suprema corte!
Non è (come sembra voler insinuare l’autrice) un rivoluzionario ingiustamente detenuto. Ripeto, si tratta di un ladro, punito per quello che ha fatto!
Essendo un galeotto è privo dei diritti civili, quindi non gli dovrebbe nemmeno essere concessa una qualunque espressione pubblica di pensiero, a proposito delle elezioni o di altro.
Come è noto, ripeto, un condannato che sconta la pena è privo dei diritti civili; la pena consiste anche nella privazione stessa di tali diritti, il fatto che Lula pretenda di presentarsi alle elezioni è, di per se, un tentativo di rovesciare le regole della società civile. Di fatto un atto equivalente a un tentato colpo di stato.
4) Certo, 3/4 milioni di donne sono un bel numero, probabilmente possono impensierire, ma chiariamo un attimo i numeri, meglio di come ha fatto l’autrice. Teniamo presente che i votanti in Brasile (dai 20 agli 79 anni) sono, secondo la stessa tabella riportata nell’articolo, 143.458.322. Ne consegue che l’influenza di questo gruppo, tradotta in numeri, equivale a un 2, 41%.
Se ipotizziamo che le donne votanti (nel gruppo d’età preso a campione) siano il 50% del totale (in realtà un po’ di più), risulta che questo influente gruppo d’opinione rappresenta meno del 5% delle donne aventi diritto al voto! Certo una parte “considerevole dell’elettorato”, ma forse meno di quanto si voglia far credere. Da considerare inoltre che fra gli over 80, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, i “nostalgici” sono davvero parecchi. Se applichiamo lo stesso principio usato dalla sig.ra Burocco, per le FB, avremmo 4.089.322 voti per Bolsonaro; questi bilanciano e superano il “considerevole elettorato” femminile citato. Ho riportato questo, solamente per maggiore chiarezza, anche perché è del tutto ovvio, che in una elezione dovrebbero contare tutti i voti!
5) Per quanto riguarda il ritorno alla estrema destra “fascista”. Serebbe ora che anche gli pseudo intellettuali di sinistra imparassero le varie differenze esistenti nelle destre. Così come si sottilizza facilmente delle differenze nelle sinistre.
Senza entrare in disquisizioni accademiche inutili e noiose, dirò solamente che etichettare ogni dittatura (ammesso che questa lo sia, e non lo è, spiegherò poi perché) come fascista è un non senso; ne conseguirebbe infatti che Stalin, o Pol Pot o Mao, erano noti fascisti; mi pare accertato che così non fosse! Ma a dimostrare la stupidità della propaganda si ottiene solo una colossale e inutile perdita di tempo.
Quindi tornando al punto: dopo 40 anni di dittatura strisciante della sinistra che ha occupato (seguendo un vecchio schema di controllo del potere che ancora rimanda alla teorizzazione di Lenin) sistematicamente ogni spazio di comunicazione, televisioni, giornali, radio, ecc. oltre a ogni ganglio di potere possibile, e alle scuole di ogni ordine e grado per inculcare la dottrina, mi domando come si possa definire “fascista” un sistema che nella pratica ancora non si è manifestato, a fronte di ciò che a oggi è semmai, comunista o meglio comunisteggiante!
Attenzione, non sto dicendo che una dittatura militare sia una cosa buona, ma una dittatura può essere di destra come di sinistra, e se è una dittatura “militare” non è fascista, che il fascismo era cosa ben diversa dal militarismo! Non per nulla il fascismo aveva origini socialiste!
Anche qui è facile ritrovare nei testi “sacri” della sinistra il precetto di denigrare sempre e comunque il nemico. In questo caso però la sinistra è arrivata tardi, infatti, tale sistema venne inventato dai cristiani quasi 2.000 anni fa; ma ormai è ben noto che religione e ideologia sono le due facce della stessa medaglia.
6) Suona molto strano che milioni di donne (probabilmente più che 3.457.990) in Brasile non trovino affatto misogine le affermazioni di Bolsonaro, anzi siano concordi. L’opposizione alta delle donne, di cui parla l’autrice, è reale solamente se prende a riferimento i dati relativi agli oppositori (come abbiamo visto sopra). Ci sono moltissime donne, che non si vergognano di essere prima madri e mogli, e solo in seconda istanza lavoratrici, professioniste e imprenditrici. Queste donne non si riconoscono affatto nel dogma che pare oggi imperante (sempre a detta dei mezzi di comunicazione, tutti di sinistra) secondo il quale una donna “casalinga” (o anche solo in parte tale) non ha dignità; ma qui entreremmo in questioni ora non pertinenti, quindi tralascio. Faccio solo notare l’incongruenza fra quanto dichiarato e la realtà dei fatti.
7) Per quanto riguarda le dichiarazioni omofobe (vocabolo già assurdo di per se da molti punti di vista), entriamo qua in un campo estremamente spinoso, vasto e complesso, cercherò di ridurre tutto a poche battute, lasciando quindi molte falle nell’argomentazione. Ma ciò è necessario per evitare di scrivere un libro solo su questo solo punto.
Comunque una pur breve spiegazione è necessaria.
Il punto su cui verte l’intera questione è una accusa: “omofobo”.
Cosa significa esattamente? Prima di tutto, la definizione da vocabolario è:
– come aggettivo, “Frase o contesto caratterizzato da avversione nei confronti degli omosessuali”.
– come sostantivo, “ Persona ostile agli omosessuali”.
Vediamo allora che lo scandalo è causato, da una serie di affermazioni.
Le affermazioni di Bolsonaro, riportate anche più avanti in proposito sono esemplificative. Esse paiono certamente scandalose a tutti quelli che hanno fatto del “politically correct” il prorpio credo, non è così per chi non accetta di farsi tappare la bocca da un dogma, senza reagire, volendo difendere a ogni costo il principio che il pensiero è libero. Lo stesso motivo, per il quale venne processato e condannato un filosofo, tale Socrate, quasi 2.500 anni fa circa; a riprova della antichità della questione. Scomodiamo velocemente per chiarezza l’articolo 21 della nostra costituzione (italiana), esso recita:
• Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
• La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Quindi, io sono libero, nel senso che posseggo un diritto inalienabile, di esprimere qualunque mio pensiero, (ripeto, stiamo parlando di pensieri, parole, scritti, non atti) anche il peggiore; spetta agli altri confutare e, se in grado, convincermi del mio errore.
Per essere concreti, e fare un esempio facilmente comprensibile: io che sono di carnagione bianca, potrei dire che non vorrei che mia figlia sposasse un uomo di colore scuro o altro; certo, dovrei chiarire quale delle mie figlie, dato che una ha un colore diciamo molto abbronzato, ma tralasciamo i dati personali e concentriamoci sul fatto che non mi piace l’idea che una delle mie figlie frequenti un ragazzo di colore diverso dal mio, io ho tutto il diritto di esprimere questa mia idea e la costituzione (carta fondamentale del vivere comune in uno stato) mi protegge a tale riguardo. La stessa carta costituzionale garantisce al contempo, che se io dalle parole passo ai fatti, ad esempio malmenando il malcapitato, verrò (giustamente) punito a norma di legge!
Quindi confrontiamo i dati, ci rendiamo subito conto che l’essere o meno “omofobo”, non è in violazione di nessuno dei punti dell’articolo 21. Allora?
Allora “l’accusa” di essere omofobico è l’equivalente dell’antica accusa di eresia! In base a un certo credo politico, Bolsonaro è un eretico, perché si permette di dire quello che pensa, inoltre incurante del modo in cui lo dice; ma questo secondo il “politicaly correct” non è ammissibile. Attenzione perché il passaggio è fondamentale; quelli che si dicono “democratici, perché di sinistra, bollano il nemico con un’accusa, in teoria infamante (nel farla passare come tale sono aiutati dalla potente propaganda loro alleata) tentando di negargli il diritto stesso di esprimere la propria opinione.
In conclusione, diventa facile vedere da che parte sta la vera democraticità.
In un pase dove, se io do del “finocchio” a qualcuno, posso passare dei guai giudiziari (in Brasile come in Italia), ci si aspetterebbe la garanzia della reciprocità, che almeno garantisca tutti; senza contare che la libertà di espressione è un punto fermo delle associazioni omosessuali oltre che della sinistra in generale, da sempre.
Ma allora come si spiega che posso sentirmi dare dell’omofobo (inteso come insulto) e non posso citare in giudizio l’autore dell’offesa? Mentre è possibile il contrario? Semplice, per la sinistra, la libertà di parola è garantita solo a una parte (guarda caso la propria), e contemporaneamente negata all’altra.
Ovviamente questa situazione porta col tempo a un problema serio per la tenuta dello stato; infatti, che rispetto posso avere per uno stato che non mi tutela nemmeno nei miei diritti fondamentali?
Ma qui è meglio non addentrarci oltre, direi che il nodo fondamentale è chiaro.
8) Quindi, l’essere un militare sarebbe, di per sé, negativo, un crimine, un evento tale da caratterizzare l’individuo in oggetto come pericoloso?! Forse un militare è paragonabile a un ladro, a uno stupratore, o a un bandito, un terrorista in genere?
Direi di no! Allora perché questa affermazione, come minimo irrispettosa e offensiva, per tutte quelle persone che mettono la propria vita al servizio del proprio paese e della comunità?
Questo mi fa ricordare dei soldati americani che, tornando dal Viet Nam, si trovavano vari personaggi “contestatori” che li insultavano e gli sputavano addosso chiamandoli assassini; eppure nella stragrande maggioranza dei casi si trattava di ragazzi meno fortunati dei manifestanti stessi, per lo più frequentatori delle varie università; i primi infatti erano stati chiamati a servire il proprio paese, e non erano volontari. Quindi, anche qua ci sarebbe da parlare a lungo, ora basti dire che l’affermazione in oggetto, non è degna di risposta.
Solo un breve accenno alla cacofonia riportata, credo che sia un refuso di stampa, ma il presidente è sempre maschile, non presidenta ma presidente in ogni caso.
9) Esattamente come Lula! Quindi qui si dice che Bolsonaro è da censurare perché ha dichiarato pubblicamente la sua amicizia per un ladro e per un assassino?
Si esattamente per questo, egli è un personaggio negativo. Usando lo stesso metro, cosa dovremmo dire di tutti quelli che ancora oggi parlano di Lula come di un santo, anziché di un bandito? Ancora una volta nessuno stupore, è sempre la vecchia storia, vedo la pagliuzza nell’occhio dell’avversario, ma non la trave nel mio.
10) Vedi punto 7.
11) Allora? Questo mi pare un dato di fatto. Qualunque imprenditore fa ragionamenti di questo tipo. Ciò non significa che poi non assuma delle donne. Non solo, ma va anche confessato che spesso, le donne sono più produttive degli uomini.
12) Splendido esempio pratico di applicazione dell’articolo 21. In poche righe la signora Burocco ha potuto scrivere di una persona che è “spregevole”, e far passare (tra le righe ovviamente) l’idea che Bolsonaro sarà un danno per le donne, le quali già subiscono 94 omicidi ogni mese. Leggi: con lui presidente moriranno più donne.
13) Queste affermazioni non valgono il tempo che sprecherei a confutarle. Ovviamente i medici che hanno elevato riserve saranno tutti di estrema destra. Ironia a parte, e come già detto, esistono certamente dei referti medici, non sarebbe difficile avere conferme o smentite dell’accaduto. In caso di conferma sarebbe la rovina di Bolsonaro. Perché allora non verificare la documentazione? Ma ovvio, in caso di conferma, non si potrebbe più insinuare il dubbio, allora meglio continuare a gettare fango, pur nella mancanza di ogni certezza. Usando il famoso articolo 21, così spesso applicato dall’autrice (sperando che valga anche per me), direi che qui siamo proprio allo “spregevole”.
14) Michel Temer, è forse noto esponente della destra radicale? O è invece stretto collaboratore di Dilma Rousseff, se non ricordo male il suo vice, lei stessa eletta presidente perché favorita di Lula? Quindi Bolsonaro vorrebbe attuare una politica che era già della sinistra? Questo è plagio, oppure tutte le persone citate sono di destra, e lui continua solamente una tradizione!?
15) Questo sarebbe addirittura ridicolo, se non fosse grottesco, oltre che contraddittorio. Bolsonaro è l’unico candidato di destra, su nove, gli altri si pongono tutti a sinistra a vario titolo; è subito evidente che dichiararsi contrari al voto per Bolsonaro equivale a dichiarare di essere schierati a sinistra, anche se “apartitici”.
Le altre sciocchezze sono già state affrontate sopra.
16) Questa poi è una bufale talmente banale da suonare offensiva per l’intelligenza di chiunque. Se quanto dichiarato fosse vero, la sinistra avrebbe già da tempo impostato la sua campagna sui programmi, non sulla omofobia di Bolsonaro! Questo accade sempre quando non c’è nulla da dire di serio e la strategia migliore è gridare al lupo cattivo o meglio delegittimare l’avversario.
17) Forse l’autrice si è dimenticata che la sinistra domina in Brasile, praticamente incontrastata da quaranta anni e più.
A fronte di ciò, ma solo a una mente veramente aperta, l’unica vera alternativa, è Bolsonaro. Tutti gli altri candidati sono una continuazione, con varie sfumature, del solito regime al potere.
18) Qui si rasenta l’assurdo, prima si fa balenare un possibile coinvolgimento in un omicidio, coinvolgimento di cui nessuno ha mai fatto nemmeno cenno. Poi si addita il nepotismo come crimine di Bolsonaro, tacendo che tutti i politici (anche quelli di sinistra) in Brasile e nel resto del mondo, lo praticano; da secoli oltretutto.
Forse questo deriva dalla fanciullesca illusione della reale esistenza della democrazia!
Allora una notizia importante: la democrazia non esiste! Si tratta di una idea, definita Utopia! Anche nei paesi in cui le istituzioni democratiche sono presenti da maggior tempo, nella pratica, governano oligarchie, più o meno allargate.
19) In pratica come in quel fulgido esempio di democrazia che sono gli Stati Uniti. Mia moglie dice spesso che io sono frutto della cultura del perché? Forse ha ragione, perché mi chiedo: come mai la sinistra che ha governato per 40 anni non ha minimamente cambiato le cose in Brasile? Eppure per molto tempo avrebbe avuto il potere per farlo.
20) Questa è una bella rappresentazione di totale partigianeria e mancanza di qualunque scrupolo pur di far passare i propri messaggi.
Mi ripeto: Lula è un bandito! Si trova in prigione perché il sistema giudiziario di un paese teoricamente libero e democratico, (negarlo significherebbe confessare che la sinistra al governo negli ultimi 40 anni, in realtà era una dittatura), non governato cioè da una dittatura, lo ha condannato. Semmai è stato condannato nonostante le fortissime pressioni contrarie. Solo 2 su 7 mi pare uno scarto notevole, traduciamolo in percentuale, vuol dire che contro Lula hanno votato il 71,43% dei giudici, in una situazione di fortissima pressione contraria e con la sinistra ancora al potere.
Lula è in prigione perché li deve scontare la pena per i reati che ha commesso!
21) La radicalizzazione non è della sola destra, anzi! Questo è talmente vero che la destra viene spesso definita come reazione!
Se veramente si vuole tentare di risolvere i problemi, è necessario uscire dalla visione ideologico/religiosa che ci attanaglia e impone le sue logiche perverse da millenni, generando solo nuove divisioni la dove servirebbe almeno unità d’intenti.
Articoli come questo sono un classico esempio di tale mancanza e di totale partigianeria.
Nota per il punto 5
Dittatura: convenzionalmente, la situazione data dall’accentramento, in via straordinaria e temporanea, di tutti i poteri in un solo organo, monocratico o collegiale.
Una dittatura inoltre, si caratterizza spesso per il mantenimento del potere con mezzi coercitivi e generalmente violenti.
In brasile questo non sta affatto accadendo. Se Bolsonaro vincerà le elezioni, sarà stato eletto in un normale scontro elettorale, ne più ne meno manovrato dei precedenti.
Bolsonaro sarebbe un presidente eletto dai brasiliani, esattamente come i suoi predecessori. Da notare che uno dei principi importanti del funzionamento delle democrazie, è l’alternanza, non il permanere al potere di un’unica parte per decenni.
Certo che professore, lei di tempo da perdere ne ha abbastanza per tentare di difendere un ignorante sfaccendato che non ha mai lavorato in vita sua e che rappresenta la decadenza di valori che soltanto persone orizzontali nel pensiero come lei possono tentare di supportare. E ci venga a vivere per davvero in Brasile….
Sig Fumagalli,
difendere, e come lo fa lei con tanta passione e ampiezza di tematiche, un personaggio come Bolsonaro è aberrante.
si dichiara ottimo conoscitore del Brasile ma è evidente che lo è solo di quel brasile che va in barca e in aereo mentre disconosce assolutamente la realtà che vivono giornalmente milioni di cittadini e cittadine. lo si capisce ancora di più dalla sua affermazione al punto 19 dove afferma che la sinistra in brasile ha comandato per 40 anni!!! di quale realtà parla? forse di una parallela vista in qualche film di 4 categoria? e affermare che Temer era il braccio destro della Dilma la fa sentire un ottimo conoscitore della politica brasiliana? come sul caso lula sul quale sembra molto informato ma dove ha dimenticato di dire della totale mancanza di prove oggettive senza ricordare che il poterre giudiziario in brasile è gestito dalla stess alite liberista e fasciasta espressione di poche grandi famiglie di oppressori? faccia il piacere al mondo torni a commentare i siti dei suoi camerati almeno ci evita los schifo di starla ad ascoltare.
saluti
O “pensador” Perry Anderson (marxista) reconheceu que o capitalismo não se transformaria, por força das circunstâncias, por milagre dialético; com isto, passa afirmar, por meio de suas teses, que nem mesmo Karl Marx defendeu isso quanto às leis da História.
Portanto, fala da necessidade uma luta política que não é uma mera condição de uma prática de reformas e embates com lados divergentes. Mas a defendendo como, antes de tudo, uma luta ideológica. Antonio Gramsci, por sua vez, vê nesse movimento a conquista da hegemonia.
A chave central é usar dos interesses particulares de um coletivo como se estes fossem os interesses gerais de uma sociedade no seu conjunto, na sua totalidade. Coletivizar interesses específicos e transformar esta “classe” em dominante.
Como o poder coercitivo a tornaria ilegítima, é preciso – portanto – legitimar este processo antes da chegada ao poder, para que este não se apresente como uma imposição. Sendo assim, o poder político se estabelece quando visto como legítimo ao conquistar espaço transparecendo ser a vontade geral, o que seria a função de uma intelectualidade orgânica, que – por sua vez – trabalhasse tais valores e interesses, mas escondendo os fins políticos.
Quando estes coletivos alcançam o status de seus interesses políticos serem vistos pela população como vontade geral, usa de alguns dos seus como representantes para se estabelecer a hegemonia. Assim, para submeter os demais ao poder não basta – por ser menos eficaz – a coação. É preciso alcançar uma submissão voluntária, apropriando-se daquilo que é o “senso comum” para transformá-lo em produto de uma engenharia-social.
Terça Livre.
Sou uma Cidadã Brasileira, sou Mulher, sou Mãe, sou Esposa.O meu voto e o de milhões de Brasileiros vai para Bolsonaro. A nossa Bandeira Sra. Laura Burocco, é Verde e Amarela, jamais será Rossa.
Ai sig.ri Giancarlo e Federico.
Uno dei motivi per cui questa era la prima volta che intervenivo in una sito simile è perché la ritenevo una inutile perdita di tempo. Vi ringrazio per avermi confermato l’opinione che avevo; In poche righe e senza rendervene conto avete dimostrato tutto quello che ho affermato.
Solo tre annotazioni veloci, perché in effetti rispondere meglio, non vale la pena.
1) Io mi firmo con nome e cognome, voi un po’ vigliacchi, insultate la gente senza esporvi troppo. Non ho detto di essere conoscitore della politica brasiliana, infatti non ho discusso di programmi, che del resto non erano nemmeno riportati nell’articolo, ma di principi! Devo ammettere però che il pensiero orizzontale … è buona; inoltre grazie ma non sono un professore.
2) non difendo nessuna persona, ossia, in questo caso, Bolsonaro è solamente uno spunto, una occasione; difendo un principio che è alla base della democrazia, mi pareva abbastanza evidente ma forse andava semplificato ancora di più per voi. Certo che bastava leggere le prime righe (e ovviamente capirle) dove ho detto chiaramente che con alcune idee da me esposte non sono d’accordo nemmeno io.
3) Io ho replicato all’articolo punto per punto con dati, numeri e fatti, leggi, circostanze; voi come rispondete? Con frasi sconnesse, affermazioni facilmente smontabili e insulti? Per il resto nulla? Beh, che fine ha fatto la famosa dialettica marxista?
Solo un’ultima cosa per il sig. Federico: Temer era vice presidente con Dilma presidente! Da lei scelto per quel posto. Come si fa a negare che era un suo stretto collaboratore?
Per quanto riguarda il resto della sua replica, sono affermazioni così scadenti che dimostrano solamente la crassa ignoranza di chi le ha proferite. Quindi, solo per chiudere, i nazisti non sono amici miei, e negano fermamente l’articolo 21 che ho ampiamente citato e difeso.
Stia tranquillo che non avrà altra occasione di starmi ad ascoltare, purtroppo non ho tutto questo tempo da buttare, nel frattempo si faccia un favore legga qualche libro intelligente in più, magari rischia di chiarirsi qualche idea.
Very good.
Profissional em Aniversario Árabe, São Paulo – SP