
Tutto ha origine con la pericolosa operazione che, tentando di modificare l’impianto normativo attuale nell’Unione Europea, permetterebbe la coltivazione degli organismi geneticamente modificati e brevettati nei territori degli stati membri semplicemente cambiandone il nome. Sostenendo l’improbabile tesi che TEA non è OGM.
Come Gdl (gruppo di lavoro) No OGM/TEA di Cambiare il Campo1 stiamo attuando mobilitazioni in opposizione alla proposta di deregolamentazione con varie iniziative.
Il nostro paese, come purtroppo è consuetudine, si propone sempre in prima linea al sostegno spudorato del capitale finanziario neoliberista che in questo caso si sta cimentando nella conquista del genoma privando quel che resta del mondo contadino della capacità/possibilità della selezione naturale delle proprie sementi, peraltro storicamente effettuata liberamente e gratuitamente. Da non trascurare anche la completa assenza sia di un dibattito che di un sano principio di precauzione che la manipolazione genetica dovrebbe avere prima di introdurre novità così profonde nella nostra catena alimentare e quindi nell’ecosistema.
L’Italia ha autorizzato, per la prima volta, la sperimentazione in campo del materiale geneticamente modificato con il plauso di buona parte del mondo della ricerca (sempre più specializzato nella “ricerca” si, ma dei fondi necessari alla sua sussistenza), della politica sia conservatrice che progressista, di Coldiretti, CIA e Confagricoltura e della GDO (Grande distribuzione organizzata) nella sua perenne ricerca dell’ampliamento dei propri profitti come “sviluppo” esige.
A questo quadro che conosciamo bene e sul quale non ci dilunghiamo, già molto altro materiale è disponibile, si è aggiunto un particolare significativo, agghiacciante e purtroppo in linea con questi tempi iperinformati dove la disinformazione regna. Mentre venti anni fa non ci saremmo mai neanche sognati di piantare o seminare OGM in pieno campo oggi nella lista delle aziende agricole che si propongono per attuare la sperimentazione (alcune hanno già ottenuto l’ok dal ministero) ci sono addirittura aziende certificate biologiche. L’Azienda Agraria sperimentale STUARD2 di Parma vuole sperimentare in pieno campo pomodori OGM ottenuti dal CREA di Pontecagnano e VITITALY3 con sede a Padova vuole sperimentare in pieno campo vitigni OGM ottenuti da una azienda privata creata da ricercatori dell’Università di Verona. È su questa pericolosa mostruosità che come gdl di Cambiare il Campo ci siamo attivati (per il momento) con una iniziativa di mailbombing.
È inammissibile che si stia percorrendo la strada mistificatoria nella quale si associa il mondo del biologico certificato con le tecniche di manipolazione genetica. La narrazione tossica secondo la quale le New Genomic Techniques (NGT) siano altro rispetto agli OGM e pertanto siano addirittura accostate e incluse nelle buone pratiche delle coltivazioni biologiche è da respingere decisamente.
Sono state scritte centinaia di mail alle due aziende in questione invitandole gentilmente ma con fermezza a desistere dalla loro intenzione di sperimentare nei loro campi colture OGM/TEA. L’Azienda VITITALY che è interamente certificata biologica tace, non ha dato il minimo riscontro alle nostre mail. Probabilmente attende di vedere gli sviluppi di questa contestazione. L’Azienda STUARD invece ha risposto a quasi tutte le mail ricevute e sostiene la propria scelta giustificandosi in base al fatto che l’azienda, storicamente impegnata nella sperimentazione, ha solo una parte della superficie certificata biologica, il resto è in colture convenzionali e che la sperimentazione OGM/TEA avverrà ovviamente nella parte “convenzionale”.
Qua si apre una importante questione sulla natura stessa del “biologico certificato” e se sia corretto considerare l’approccio produttivo come una sorta di impegno ecologista che tende ad investire, o sottrarre, più territorio possibile all’agrobusiness chimico e petrolifero e ora anche privatizzatore del vivente o semplicemente un valore aggiunto per poter “piazzare” in modo più redditizio i propri prodotti sul mercato.
La pretesa di poter separare le colture ingegnerizzate da quelle biologiche con semplici accorgimenti come le barriere frangivento, le zone di rispetto e la “giusta” distanza fra loro suona come una enorme assurdità. Le dinamiche elementari di un qualsiasi ecosistema escludono in modo categorico questa possibilità, anche su scala planetaria, figuriamoci su appezzamenti contigui. È addirittura imbarazzante vedere come questa forma di riduzionismo pseudo scientifico messo in atto da tutti gli attori di questa incresciosa vicenda coinvolga in modo così evidente tutti i portatori di interesse che il sistema dei potentati economici ha coinvolto e legato ai propri obbiettivi. Dalla ricerca pubblica e privata fino alle aziende passando dalle organizzazioni sindacali di categoria (Coldiretti,CIA e Confagricoltura) e, nel caso del biologico, anche dagli enti certificatori.
Ed è proprio verso questi che adesso rivolgiamo la nostra mobilitazione (che include un nuovo mail bombing di lunedì 20 gennaio). Vogliamo che queste sperimentazioni in pieno campo non si facciano in nessun caso, vogliamo che sulla tematica della manipolazione genetica e sui suoi brevetti venga aperto un dibattito pubblico e vogliamo che gli organismi di informazione diano voce al dissenso. Ma in special modo nei confronti delle aziende certificate biologiche: vogliamo che gli enti certificatori si pronuncino pubblicamente e che ritirino la certificazione a chi non rispetta le regole fondamentali dettate da IFOAM4, la quale si sta battendo perché sia chiaramente ribadito nella normativa comunitaria che tali tecnologie siano bandite dal biologico senza alcuna ambiguità.
COME PARTECIPARE AL MAILBOMBING DEL 20 GENNAIO Sul sito di Cambiare il campo è possibile trovare il testo della protesta da inviare via email e con la messaggistica Facebook/Instagram a ICEA e VALORITALIA.
1 Cambiare il Campo! – per la Convergenza Agroecologica e Sociale ; No-OGM – Cambiare il Campo!
3 Vititaly Societa’ Agricola Ss di San Pietro Viminario
4 IFOAM – Organics International | Home
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