In queste settimane, nei vari interventi, comunicati e scritti pacifisti sull’efficacia della resistenza nonviolenta, ritornano gli esempi tratti dall’esperienza storica e i riferimenti ai grandi maestri della nonviolenza e alle loro opere: Tolstoj, Gandhi, Capitini. Molti altri autori e autrici possono essere ricordati per le loro riflessioni sulla resistenza civile nonviolenta. In questa pagina, alcuni brani salienti di un articolo di Bertrand Russell (1872-1970), War and Non-Resistance (lo scritto fu pubblicato per la prima volta nell’agosto 1915 sulla rivista Atlantic Monthly e nel 1916 fu incluso nella raccolta dal titolo Justice in War-Time, Chicago-London 1916, pp. 40-59, ora si può leggere su fair-use.org): era trascorso esattamente un anno dall’agosto 1914, quando la violazione della neutralità del Belgio e del diritto internazionale da parte della Germania aveva indotto la Gran Bretagna a intervenire. Da allora il conflitto si era esteso, la violenza si era intensificata ed era ormai chiaro che la guerra sarebbe stata estremamente sanguinosa e sarebbe durata a lungo. In questo articolo Bertrand Russell afferma che disarmo unilaterale e resistenza nonviolenta avrebbero potuto evitare la guerra o ridurne distruttività. Pur prendendo le distanze dal pacifismo assoluto e considerando ammissibile la violenza da parte di un organismo sovranazionale – in cui molti pacifisti allora riponevano le loro speranze – Russell concludeva il suo articolo con queste parole: “La guerra finirà solo e dopo un grande impegno per cambiare gli ideali morali dell’umanità, indirizzandoli verso il bene di tutto il genere umano e non solo in quello di nazioni separate in cui a ciascuno è capitato di venire al mondo”.
[B.B.]
***
Si dà per scontato che una nazione che non si oppone alla forza con la forza debba essere mossa da viltà, e debba perdere tutto ciò che di prezioso c’è nella sua civiltà. Entrambe queste supposizioni sono illusorie. Opporsi alla forza con la disobbedienza passiva richiede più coraggio e molto probabilmente conserverebbe gli aspetti migliori della vita nazionale. E inoltre sarebbe più efficace nello scoraggiare l’uso della forza. Sarebbe la via della saggezza pratica se gli uomini fossero indotti a credervi. Ma temo che essi siano troppo legati alla convinzione che il patriottismo è una virtù e troppo smaniosi di dimostrare la propria superiorità agli altri in un contesto di forza. […]
Immaginiamo che dopo una generazione di educazione nei principi della resistenza passiva come difesa migliore dalla guerra, l’Inghilterra sciolga il suo esercito e la sua marina. Supponiamo che allo stesso tempo l’Inghilterra annunci pubblicamente che non si opporrà con le armi a un invasore, che tutti possono entrare liberamente nel paese, ma che non sarà data alcuna obbedienza ad alcun ordine che un’autorità straniera potrebbe emanare. Cosa accadrebbe in questo caso?
Supponiamo, per continuare il ragionamento, che il governo tedesco desideri trarre vantaggio dalla condizione indifesa dell’Inghilterra. Dovrebbe affrontare, all’inizio, l’opposizione in Germania da parte di chiunque non fosse assolutamente brutale, dal momento che non si potrebbe trovare alcun mantello per coprire la nudità dell’aggressione. Tutti i paesi civili, quando intraprendono una guerra trovano qualche scusa dignitosa: essi combattono, quasi sempre, o per autodifesa o in difesa dei deboli. Nessuna scusa potrebbe essere avanzata in questo caso. Non si potrebbe più dire, come stanno dicendo ora i tedeschi, che il predominio navale dell’Inghilterra mantiene le altre nazioni in condizioni di schiavitù e minaccia l’esistenza stessa delle nazioni che dipendono dall’importazione alimentare. Non si potrebbe dire che stiamo opprimendo l’India perché l’India potrebbe separarsi dall’impero in qualsiasi momento. […]
Se l’Inghilterra non avesse né esercito né marina, i tedeschi avrebbero difficoltà a trovare un pretesto per l’invasione. Tutti i liberali in Germania si opporrebbero ad un’impresa simile; e altrettanto farebbero le altre nazioni, a meno che la Germania non offrisse loro una parte del bottino. Ma supponiamo che si vinca tutta l’opposizione interna e che una forza militare sia inviata in Inghilterra per occupare il paese. Questa forza, poiché non troverebbe opposizione militare, non avrebbe bisogno di essere grande e non ci sarebbe quello stato d’animo di paura e ferocia insieme che caratterizza un esercito invasore tra una popolazione ostile. Non ci sarebbe difficoltà a mantenere la disciplina militare e nessuna occasione per stupri e rapine che si sono sempre manifestate tra le truppe dopo una vittoria in battaglia. Non ci sarebbe gloria da acquisire né croci di ferro da guadagnare. I tedeschi non potrebbero vantarsi della loro prodezza militare o immaginare di stare manifestando l’austera abnegazione che si crede debba essere dimostrata dalla volontà di morire in battaglia. Per la mentalità militare, l’intera spedizione sarebbe ridicola, indurrebbe un sentimento di vergogna e non di orgoglio. Forse si dovranno dare dei ceffoni a qualche impudente ragazzo di strada, ma non ci sarebbe nulla che conferisse dignità alla spedizione.
Tuttavia, supporremo che l’esercito invasore arrivi a Londra, dove caccerebbe da Buckingham Palace il re e dalla Camera dei Comuni i parlamentari. […] Non ci sarebbe alcuna difficoltà nel gestire una nazione così docile e all’inizio quasi tutti i pubblici ufficiali sarebbero confermati nei loro ruoli. Infatti, il governo di un grande stato moderno è una faccenda complicata e sarebbe saggio facilitare la transizione con l’aiuto di uomini che hanno familiarità con la struttura esistente.
Ma a questo punto, se la nazione dimostrasse lo stesso coraggio che ha sempre dimostrato in battaglia, inizierebbero le difficoltà. Tutti i pubblici ufficiali rifiuterebbero di collaborare con i tedeschi. Alcuni tra i più influenti sarebbero imprigionati, forse anche fucilati per spingere gli altri. Ma se questi resistessero e si rifiutassero di riconoscere o trasmettere gli ordini […] dovrebbero essere tutti licenziati, sino al più umile postino […]. E sarebbe molto difficile per i tedeschi creare immediatamente dal nulla una macchina amministrativa. Qualsiasi editto volessero proclamare sarebbe tranquillamente ignorato dalla popolazione. Se ordinassero che il tedesco dovesse essere la lingua insegnata nelle scuole, i maestri continuerebbero come se non ci fosse stato alcun ordine; se i maestri fossero licenziati, i genitori non manderebbero più i bambini a scuola. Se ordinassero che i giovani inglesi dovessero prestare servizio militare, quei giovani semplicemente si rifiuterebbero; dopo averne fucilati alcuni, i tedeschi sarebbero costretti ad abbandonare l’impresa disperata. Se tentassero di riscuotere le tasse doganali, dovrebbero avere doganieri tedeschi; ciò condurrebbe a uno sciopero di tutti i lavoratori del porto, così che questo sistema di riscossione tributaria diverrebbe impossibile. Se tentassero di impadronirsi delle ferrovie, ci sarebbe uno sciopero dei ferrovieri. Qualsiasi cosa toccassero si paralizzerebbe immediatamente e sarebbe subito evidente, anche a loro che niente si potrebbe trarre dall’Inghilterra senza conciliarsi la popolazione.
Un tale modo di affrontare l’invasione, naturalmente, richiederebbe forza d’animo e disciplina. Ma la forza d’animo e la disciplina sono richieste in guerra. Per secoli l’educazione è stata ampiamente indirizzata a formare queste qualità in funzione della guerra. Ora esse sono così diffuse che in ogni paese civile ogni uomo è pronto a morire in battaglia in qualsiasi momento il governo lo richieda. Lo stesso coraggio e idealismo che ora sono riposti nella guerra possono facilmente essere indirizzati con l’educazione verso la resistenza passiva. Non so quante perdite l’Inghilterra potrebbe subire prima che la guerra sia conclusa, ma se ammontassero a un milione nessuno se ne stupirebbe. Un numero immensamente minore di perdite con la resistenza passiva proverebbe a ogni esercito invasore che il compito di soggiogare l’Inghilterra al dominio straniero sarebbe impossibile. E questa dimostrazione sarebbe fatta una volta per tutte, indipendentemente dagli incerti eventi di guerra. […]
È la viltà che rende difficile affrontare un’invasione con il metodo della resistenza passiva. Una pratica efficace di questo metodo richiede più coraggio e più disciplina dell’affrontare la morte nel fervore della battaglia […]. È la viltà che induce a preferire il vecchio metodo di cercare di essere più forte dell’avversario (in cui solo una parte può vincere) piuttosto di un nuovo metodo che richiede immaginazione e revisione dei criteri di giudizio tradizionali. Eppure, se gli uomini potessero pensare al di fuori dei logori solchi, ci sono molti semplici fatti che dimostrano la follia del modo convenzionale di governare. Perché la Germania ha invaso la Francia? Perché i francesi hanno un esercito. Perché l’Inghilterra ha attaccato la Germania? Perché i tedeschi hanno una marina. Eppure le persone persistono nella convinzione che l’esercito francese e la marina tedesca contribuiscono alla sicurezza nazionale. Niente può essere più ovvio dei fatti; niente può essere più universale della cecità umana di fronte ad essi. […]
La resistenza passiva, se fosse adottata deliberatamente dalla volontà di una intera nazione con lo stesso coraggio e la stessa disciplina che oggi si manifesta nella guerra potrebbe raggiungere una protezione di ciò che c’è di buono nella vita nazionale che eserciti e marine non potrebbero mai raggiungere, senza richiedere il coraggio, le perdite e l’immensa brutalità implicate nella guerra moderna.
(Traduzione per Comune-info di Bruna Bianchi).
[Questa pagina fa parte di Voci di pace, spazio web
di studi, documenti e testimonianze a cura di Bruna Bianchi]
Rosanna De Angelis dice
Grazie, mi serviva proprio questa lettura.
Karlo Riz dice
“..Sacrificarsi ha senso, a un’unica condizione: che ci si sacrifichi perché venga una società umana dove il sacrificarsi non avrà più senso; dove l’ammazzare sarà in ogni caso un’infamia e il venire ammazzato una sciagura.» (Giovanni Pirelli, “Lettera a giovani che conosco e ad altri che non conosco”, 1969).
Angela Arici dice
Bellissimo.
Nicoletta Cocchi dice
La pace oggi è un cessate il fuoco, una tregua, il risultato della debolezza, della ritirata e della sconfitta, come se la sua costruzione non avesse regole proprie. Stiamo dentro questa bolla da diversi millenni, troppi per non cominciare a destrutturare l’impalcatura simbolica che la sostiene, se non si parte da lì continueremo a proiettare sempre gli stessi valori, concezioni, abitudini mentali. È di una rivoluzione culturale che abbiamo bisogno, e passa da tanti piani, primo fra tutti quello che abbiamo incorporato con miti, simboli, narrazioni a partire dai litigiosi dei dell’olimpo con i loro tuoni e fulmini per finire con le gesta dei Rambo…
Elena Pia Boni dice
Grazie, interessante.
Anna Santoro dice
Grande Bertrand Russell, un mito per me e per parte della mia generazione.
Donato Loliva dice
Grazie per la pubblicazione.
stella gaetano dice
QUESTO ARTICOLO VA DIFFUSO IN TUTTI I MODI POSSIBILI. E’ la spiegazione concreta di quello che ha detto PAPA FRANCESCO su GHANDI e sulla NON-VIOLENZA come strada per la “liberazione”di un popolo e una nazione. Ma anche FRANCESCO cade sotto le forche caudine della censura e della menzogna e manipolazione del regime mediale unificato e totalizzante. E’ in atto una ESCALATION. Le “stragi” che sono di tutte le guerre e che molti di noi hanno visto e ricordano per SERBIA AFGHANISTAN IRAQ SIRIA LIBIA…E YEMEN ora… , cioè in tutte le guerre USA-NATO ……stanno producendo UNA ESCALATION che apre scenari apocalittici. ZELENSKY in ogni “allocuzione” chiede armi..e la VON LEYDEN che va a KIEV aumenta di altri 500 milioni i finanziamenti UE. Bisogna FERMARLI! Ecco perchè la proposta oserei dire LA PREGHIERA LA SUPPLICA da fare agli UCRAINI in questo momento è una sola : SMETTERE DI COMBATTERE e passare ALLA RESISTENZA PASSIVA. Per salvare il paese dalla distruzione e dalla morte di migliaia di persone…. E queste parole di BERTRAND RUSSEL sono di eccezionale importanza.
PERCHE’ LORSIGNORI TUTTI , I GUERRISTI, ci stanno portando su una strada di NON-RITORNO…
MIIELI-POLITO-RIOTTA-MERLO-GIANNINI-GRAMELLINI-FELTRi ecc. GUERRISTI IN CARRIERA
IL CORRIERE DELLA SERA- LA REPUBBLICA- LIBERO –IL GIORNALE – LA STAMPA – DOMANI – IL MESSAGGERO- IL FOGLIO ecc. ecc. Cioè “TUTTI” i giornali dei PADRONI. E i “loro” cavalier serventi lautamente “prezzolati”: MIELI- POLITO-RIOTTA – MERLO – GIANNINI- GRAMELLINI – FELTRI – SALLUSTI – GIORDANO – CALABRESI – CERASA…- lorsignori mi scuseranno se non li nomino tutti…ma per “disgusto” e “disprezzo” intellettuale e morale non li “frequento” molto- ci fanno LA GUERRA dalla mattina alla sera .. Perché a lorsignori bisogna aggiungere TUTTE LE TV, RAISET al completo, tutti i TG. E’ un TOTALITARISMO in atto Atlantico-NATO- AMERICANO , guerrista guerrafondaio fossile e liberista. Entrano nelle nostre case a tutte le ore. CI FANNO LA GUERRA. I colpevoli siamo noi I PACIFISTI PUTINIANI …e tutti i NON-ALLINEATI intruppati al verbo del GRANDE FRATELLO . La parola PACE o fare la PACE o trattare dialogare discutere mediare o criticare o porsi il problema di sapere-capire …non fanno più parte del DRAGHISTAN . Dopo il voto sulle “armi all’UCRAINA” e “sul 2% di PIL per le armi…. I MIGLIORI sono tutti allineati e coperti nella violazione della COSTITUZIONE e del suo spirito e del suo art. 11. Ora bisogna stare da una parte sola…altrimenti fai il gioco del “NEMICO”. Lo stesso con cui BERLUSCONI faceva “bagordi” se lo portava a casa …e con cui LETTA firmava accordi sul GAS a tutto spiano (27!)…mentre lui e i suoi compari (Monti- Renzi- Gentiloni…) tagliavano e la sanità pre-pandemia e le RINNOVABILI. Tutti questi signori, e la UE e GLI USA-NATO , sono stati ad aspettare (?) per OTTO ANNI , mentre infuriava la guerra interna all’UCRAINA, senza muovere un dito per LA PACE…ma fornendo armi istruttori e tutto ciò che poteva servire per il conflitto prossimo futuro. Che non poteva non scoppiare. Visto l’allargamento continuo e progressivo della NATO , che di fatto sostituiva la UE anche politicamente, e che quindi ci metteva tutti sotto il comando USA. Che ora , dopo i proclami di BIDEN in Polonia, vuole una cosa sola : CHE LA GUERRA CONTINUI. Lorsignori hanno ricreato e trovato IL NEMICO, oscurato annullato subordinato la UE , messo in soffitta LA TRANSIZIONE ECOLOGICA , rilanciato GAS e FOSSILI …e garantito affari giganteschi alle proprie multinazionali ai propri gassisti e petrolieri e al proprio complesso militare e industriale. PUTIN è un criminale assassino . Ma chi “lo combatte” ha già fatto per anni quello che lui sta facendo. In SERBIA in AFGHANISTAN in IRAQ in SIRIA in LIBIA.. e nello YEMEN…dove sono già morti 377.000 persone…per mano dell’ARABIA SAUDITA amica da sempre degli USA..e armata anche con le nostre (?) bombe.Li lo stanno facendo ORA MA NON ESISTE per lorsignori tutti, giornalisti prezzolati a tanto al chilo. E le armi? Sono quelle prodotte dalla LEONARDO di cui molti PIDDINI di rango sono membri consulenti “arricchenti”…
AI SERVI DI REGIME si attagliano ancora queste parole di MARX . “…Le idee della classe dominante sono in ogni epoca le idee dominanti : cioè la classe che è la potenza materiale dominante della società è in pari tempo la sua potenza spirituale dominante. La classe che dispone dei mezzi della produzione materiale dispone con ciò , in pari tempo, dei mezzi della produzione intellettuale, cosicchè ad essa in complesso sono assoggettate le idee di coloro ai quali mancano i mezzi della produzione intellettuale…” L’idelogia tedesca-
ASSISTIAMO OGNI GIORNO AD UN GRANDE SPETTACOLO e GUY DEBORD aveva continuato MARX dicendo che viviamo “…in un’epoca in cui la finzione o meglio la rappresentazione della realtà ha soppiantato la realtà stessa…. L’intera vita della società, in cui dominano le moderne condizioni di produzione , si annuncia come un immenso accumulo di spettacoli. Tutto ciò che era direttamente vissuto si è allontanato in una rappresentazione…” Commentari sulla società dello spettacolo- Guy Debord
Gaetano Stella- Lago di Chiusi-5-4-22
Passaparola!- blog.gaetanostella.it
Paolo Moscogiuri dice
È quello che stanno facendo molti gruppi di resistenza all’obbligo vaccinale e al suo repressivo passaporto, come il Comitato 15 ottobre ed altri, E io sono convinto che alla fine vinceranno, vinceremo, perché la somma delle piccole azioni quotidiane possono far crollare un impero.