Provare ad attraversare il centro di Roma, scrive Enzo Scandurra, ormai è come partecipare a un corso di sopravvivenza. La capitale si prepara alla Grande Rinascita. L’Anno Santo, quello giubilare di Cristo e della remissione dei peccati, è dietro l’angolo: il 2025. E poi c’è, ci sarebbe, il piatto ricco dell’Expo 2030. Così è tutto un fiorire di lavori in corso per progetti ambiziosi all’insegna della grandezza da ritrovare della città eterna: dal nuovo porto di Fiumicino per accogliere le grandi navi delle crociere turistiche allo stadio di lotta (per lo scudetto), ma soprattutto di governo cittadino, della Roma a Pietralata. La rinascita sarà soprattutto quella degli albergatori e delle piattaforme airbnb, oltre a quella dei soliti imprenditori e signori del business immobiliare e cementizio. Il Meraviglioso Urbano di Renato Nicolini, quello che trasformava le relazioni coniugando la storia antica e il moderno, la forza e l’energia dal basso, e dunque il popolare, con la cultura “alta” e la bellezza più raffinata, è solo un ricordo. Un ricordo d’Estate che svuotava le case e riempiva le piazze, per chi ha avuto la fortuna di viverci dentro e non può dimenticarlo. È assai probabile che il culto dell’effimero avesse idea di poter durare molto più di un giorno

Da qualche tempo alla televisione appare un singolare annuncio pubblicitario. Si tratta di Venezia; si parla delle sue bellezze e alla fine si dice: se volete visitarla, prenotatevi. Come fosse un villaggio turistico, un albergo, o meglio, un museo. Paradossalmente l’annuncio dice il vero: perché se la città è diventata un museo, allora di prenotazione c’è bisogno, così come di pagarne l’ingresso. L’esempio sarà seguito da altre città? Per esempio Firenze e poi Roma o Napoli?
E A PROPOSITO di Roma, sono da tempo in corso i preparativi per il Giubileo della Speranza del 2025 e, anzi, la città avanza orgogliosamente la propria candidatura per l’Expo del 2030. Tutti sanno che il Giubileo è un anno speciale di grazia, in cui la Chiesa cattolica offre ai fedeli la possibilità di chiedere l’indulgenza plenaria, cioè la remissione dei peccati per se stessi o per parenti defunti. Da qualche tempo la città non conosce sosta ai lavori preparatori, tanto che attraversarne il centro significa partecipare ad un vero e proprio corso di sopravvivenza: linee di autobus deviate, tempi di attesa alle fermate lunghissimi, interruzioni, cancellazione di corse, eccetera.
MOLTISSIMI I PROGETTI: dai parcheggi interrati e no (piazza Pia, per esempio), al nuovo porto di Fiumicino per accogliere le grandi navi crocieristiche (i partecipanti al Giubileo arriveranno anche via mare?). Ma ci sono altri cantieri: l’inceneritore a Santa Palomba, la cosiddetta Foresta Romana (Fo.Ro.) a piazza dei Navigatori, del solito archistar, con grattacieli green, i lavori per la metro C a piazza Venezia, quelli per il tram dalla stazione Termini a San Pietro e poi Aurelio, tante piste ciclabili, il nuovo stadio della Roma a Pietralata, la ristrutturazione della Vela di Calatrava a Tor Vergata (residuo “bellico” di una vecchia amministrazione di sinistra) e infine il Progetto Fori “opportunamente” modificato rispetto all’idea originaria di Benevolo, Argan, Petroselli, e così tanto cemento sparso qua e là per l’immenso territorio urbano.
Il Giubileo della Speranza diventerà (certamente non secondo le intenzioni di Papa Francesco) il Giubileo della grande Rinascita della città. Ma quale città e quale rinascita? Quella degli albergatori, delle piattaforme airbnb, degli imprenditori, degli immobiliaristi (Il Messaggero pubblica quasi quotidianamente attacchi contro il Progetto Fori bollato come la Disneyland romana e contro i nuovi tram previsti), e poi degli sciami di turisti onnivori che, indifferenti, contempleranno l’Altare della Patria allo stesso modo della Cappella Sistina. Questo insieme di opere continueranno anche dopo la chiusura del Giubileo a dimostrazione che con quell’evento poco o niente avevano a che fare. Esse costituiscono l’anima della cosiddetta Rigenerazione urbana e scommettiamo che le disuguaglianze urbane non si attenueranno, anzi aumenteranno, né le periferie ne godranno in alcun modo benefici.
RENATO NICOLINI, del quale quest’anno si celebra il decennale della morte, aveva coniato un termine: «il meraviglioso urbano» ad indicare un Progetto di città in continua trasformazione, ad esempio coniugando il basso con l’alto, ovvero il popolare con l’élite passando, attraverso il cinema: da Luchino Visconti a Il pianeta delle scimmie. Allora Roma divenne «meravigliosa» connettendo la sua grande storia con il moderno,
La città più antica abitata al mondo è da tempo abbandonata. Il giubileo risolleverà questo gioiello dagli abusi edilizi (guardate il fiorire di orrori nell’ultimo forte – Forte Ardeatina in prossimità dell’Appia Antica), le strade, le scuole sbertucciate e via cantando?!
Caro Enzo, sai meglio di me che Argan era un critico d’arte, Nicolini un genio, Petroselli infaticabile. Aggiungo Cederna a cui dobbiamo la bellezza del parco dell’Appia e il Museo a Capo di Bove. Denunciò gli abusi edilizi degli anni cinquanta con il famoso articolo “I ganster dell’Appia”. 🌸