In questi anni di lavoro nell’ambito dell’accoglienza devo dire che l’avevo vista accostata a molte cose, ma non al turismo. Non sapevo, per mia ignoranza sicuramente, che se si decide di avere un progetto di accoglienza sul territorio, non sia possibile sviluppare forme di potenziamento del turismo. Non sapevo, insomma, fossero due aspetti inversamente proporzionali. E mi sorprende, e tanto, che non si comprenda quanto l’accoglienza abbia già e possa ancora costruire e potenziare “prospettive future”. Al di là del virtuoso circuito micro economico generato a livello locale dall’accoglienza – circa un milione di euro all’anno che viene investito sul nostro territorio di fondi ministeriali, vincolati per l’accoglienza (mi pare importante sottolineare questo aspetto perché, forse sfugge, non sono soldi di natura comunale) -, al di là delle prospettive lavorative per molti, che proprio grazie all’accoglienza hanno respirato una prospettiva futura, per loro e per le loro famiglie – in un sistema morente dal punto di vista economico -, al di là dei canoni di locazione per gli immobili privati utilizzati per l’accoglienza e ripristinati a questo scopo, al di là dei contributi per l’acquisto di abiti e di cibo, al di là, insomma, del valore economico complessivo, l’accoglienza è stata ed è “prospettiva futura”.
A Gioiosa Ionica (dove da diversi anni esiste un progetto di accoglienza diffusa promosso da Recosol), proprio grazie all’accoglienza, abbiamo avuto la visita di decine di testate giornalistiche e televisive, da Al Jazeera alla TVE spagnola – che ha addirittura costruito un documentario sul modello di accoglienza proposto nel nostro Comune – da radio Sputnik all’Avvenire, dalla BBC a La7, per non parlare poi delle decine di tavole rotonde e conferenze, dei ricercatori, dei gruppi universitari, di studenti che su di noi hanno costruito la loro tesi di laurea, fino ai semplici cittadini non gioiosani curiosi di vedere cosa fosse questo Progetto di Accoglienza di Gioiosa Ionica. E in ogni occasione è stata trasmessa un’immagine bella e pulita di Gioiosa.
Ma soprattutto ci sono dei valori che sono immateriali, ma che hanno una portata straordinaria all’interno della comunità. Abbiamo imparato a conoscere direttamente le vicende del mondo, abbiano condiviso spazi con “l’alterità” rendendoci capaci di coesistere, abbiamo accresciuto la nostra consapevolezza, abbiamo insegnato nella pratica il valore della fratellanza e della solidarietà. Abbiamo portato una comunità ad essere serena nella convivenza con persone provenienti da molte parti del mondo.
Abbiamo curato le ferite, sia fisiche che psicologiche, di questa umanità forzatamente in transito, abbiamo offerto loro la possibilità di una nuova vita, tranquilla e dignitosa. Abbiamo offerto centinaia di prospettive future.
Una bellissima prospettiva futura che guida sempre il nostro agire è quella di sapere di aver raccontato che la diversità è ricchezza e che questo racconto rimarrà. I progetti possono nascere e concludersi, è vero. Ma quando e se sarà, avremo nell’anima la profonda soddisfazione di aver contribuito a far vedere a un’intera comunità, meravigliosamente solidale, che un altro mondo è possibile.
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