di Rosetta Cavallo*
C’è un grande prato verde dove nascono speranze che si chiamano ragazzi: è il prato dove gli aquiloni volano sempre più in alto, sospinti dal lungo filo dell’accoglienza, della comprensione, della solidarietà, dell’amicizia e dell’amore. Questo è il grande prato del futuro.
Era il mese di ottobre quando nella nostra classe arrivò Rachid. Eravamo in quinta elementare. Proveniva dal Marocco, il suo paese era troppo lontano, troppo distante da quelli che erano i suoi bisogni, i suoi affetti e la sua voglia di sorridere. Conosceva qualche parola di italiano ma non parlava mai. Era triste. Se ne stava seduto e non voleva alzarsi neanche per giocare. Eppure, Marco e Sara non si sono arresi e hanno continuato a stargli accanto, a dargli una mano, a disegnare per lui con i colori più belli, e a coinvolgerlo nei giochi malgrado lui stesse a sedere.
Un giorno, con l’aiuto di un papà, costruimmo tre aquiloni: uno giallo, uno rosso e uno arancione. Colori vivi, caldi, proprio come la nostra accoglienza. Abbiamo atteso circa due settimane prima di vedere un suo sorriso. Una lunga attesa che è stata ampiamente ripagata quando gli aquiloni si sono alzati in volo nel cielo portando via tutte le sue paure e riscaldando notevolmente il nostro cuore.
Perché l’amicizia è accogliere il prossimo tra le braccia per farlo sentire al sicuro, per farlo sentire leggero e libero di volare in alto come un aquilone, con la speranza di raggiungere il sole.
Questa è la scuola che ci piace. Questa è la scuola che vogliamo. Una scuola che accoglie e valorizza tutti, nessuno escluso.
Lascia un commento