Quali sono le politiche europee per i migranti e i rifugiati? Nelle dichiarazioni ufficiali si legge che si vuole garantire la loro inclusione nelle società accoglienti ma questo obiettivo sembra ben lontano dalla realtà. Le condizioni di vita dei migranti che arrivano a toccare il suolo del nostro continente sono generalmente inquietanti. Un recente articolo pubblicato da EDJN – European Data Journalism Network – descrive un quadro drammatico a partire dalle condizioni in cui vivono i bambini.
Il report denuncia la situazione di bambine e bambini, ragazze e ragazzi privi di alcuna formazione scolastica nei campi in Grecia, abbandonati a loro stessi, privi di assistenza e di basilari condizioni igieniche. Ragazze e ragazzi che ingurgitano alcol. La monotonia della vita nei campi senza speranza né futuro li riduce così. Si comincia a parlare di suicidi di bambini che trovano la morte per sfuggire a quella vita. Sempre in Grecia a Kara Tepe, il 21 febbraio scorso, una donna incinta ha dato fuoco alla sua tenda nel tentativo di bruciarsi viva. Secondo la valutazione dell’UNHCR, è stato il risultato di un forte shock causato dalla notizia che la sua richiesta di essere trasferita in un altro campo era stata negata.
Cercare di capire, al di là dell’emotività che generano certe notizie non è impresa semplice. Trovare le informazioni, i dati per circoscrivere questo fenomeno, praticamente impossibile. La Commissione europea responsabile della politica dell’UE sulle questioni migratorie non rilascia informazioni sui campi in UE, specialmente quelli che sono finanziati o co-finanziati e invita a contattare il ministero competente di ogni Stato membro. Informazioni rilevanti come le procedure di asilo, i flussi migratori, gli arrivi, le nazionalità e così via, si trovano principalmente nei rapporti mensili di organizzazioni internazionali come l’UNHCR e l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM). Un puzzle complesso da assemblare.
In Grecia, ad esempio, il Ministero della Migrazione e dell’Asilo ha pubblicato solo notizie molto generiche, limitate ai nomi e all’ubicazione dei campi nel paese. Tuttavia, alcune informazioni trapelano e vengono fornite dalle ONG, si legge nel report di EDJN. Sappiamo infatti che a causa dell’accordo euro-turco del marzo 2016, la gestione della crisi dei rifugiati non è equamente distribuita tra gli Stati membri: in Europa nei primi dieci mesi del 2020 ci sono state 390.000 richieste di asilo, 33 per cento in meno rispetto allo stesso periodo nel 2019. Nel 2018 erano 634.700, molto meno rispetto a più di un milione di domande ricevute nel 2015 e nel 2016 mentre in Grecia la popolazione totale dei rifugiati è in aumento dal 2017: si passa da 49.927 nel 2017 a 112.300 nel 2019.
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