In un articolo apparso recentemente su Comune (Le assurde critiche alla legge contro l’omotransfobia), Lea Melandri ha considerato assurde le critiche rivolte alla proposta di legge contro l’omolesbotransfobia da una parte del femminismo, provo quindi a esplicitare il senso di alcune preoccupazioni.
In questi giorni i proponenti della legge hanno chiesto alle donne di appoggiarla per un avanzamento dei diritti di tutti. In campo femminista si è aperta una discussione perché il testo della proposta di legge, invece che parlare di contrasto alle discriminazioni motivate da omosessualità e transessualità (come sarebbe logico in una legge contro l’omolesbotransfobia), parla di contrasto alle discriminazioni motivate da “sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere”. Il concetto di “identità di genere” in particolare dilata quello di transessualità e apre all’autodefinizione anagrafica come donna o come uomo a prescindere dai percorsi di transizione, con conseguenze molto concrete: se persone di sesso maschile autocertificano l’identità di genere femminile, accederanno alle opportunità per le donne in tutte le politiche di quote, candidature, azioni positive; ci saranno problemi negli sport femminili e ovunque le donne si danno luoghi dedicati, dai rifugi per non subire violenza agli spazi lesbici. Si tratta di scenari non teorici ma al contrario già conclamati, ad esempio nel Partito Democratico dello stato di New York (Toward a Binary Free NYC) e nel Labour Party inglese (Gran Bretagna, teenager trans eletta rappresentante delle donne Labour), e criticati da socialiste in Spagna («Il sesso è reale». Da Rowling alle socialiste spagnole la battaglia per l’abolizione dell’identità di genere) e molti altri esempi si potrebbe fare.
La soluzione per comporre gli interessi di tutte le persone, nessuna esclusa, sarebbe scrivere che la legge contrasta le violenze e le discriminazioni motivate da orientamento sessuale, transessualità, stereotipi di genere: ciò tutelerebbe le dissidenze sessuali senza manomettere il dato di fatto che il sesso è riconosciuto alla nascita, a volte cambiato con la transizione regolata dalla legge sul cambio di sesso, ma non con una autocertificazione.
Il dominio maschile si è imposto pretendendo di fondarsi sulla naturalità del sesso. Il movimento delle donne ha liberato il sesso dagli obblighi naturalizzati e permesso di dare alla corporeità un significato libero da stereotipi che adeguano alle aspettative sociali. Si chiede alle donne solidarietà e inclusività, di cui siamo generose, ma è necessario e possibile comporre il diritto a non essere discriminati di gay, lesbiche e trans con i diritti non sacrificabili delle donne. Così potremo sostenere la legge contro l’omolesbotransfobia.
Cristina Gramolini, presidente di ArciLesbica
Tiziana dice
Grazie Cristina. Perfettamente d’accordo. Una politica inclusiva non deve mai essere un “sacrificio” da parte di qualcuna a favore di altri/e. Il rispetto delle diversità all’interno del variegato mondo LGBT+ e’ anche questo: spazi, libertà’ di pensiero, diritto alla presa di parola da parte delle lesbiche, così’ come per altri/e.
Natalia dice
Ma leggete voi o pensate con lo stomaco e vomitate opinioni ?
Una donna è quella che ha le mensturazioni ?
Per far figli ?
Allora una donna sterile non è donna !!
Siete della età delle caverne
Solo deficienti vi ascoltano
Siente un associazione che non legge
Danila Cremonini dice
Sono d’accordo! Non voglio discriminare nessuno ma gli spazi che ci siamo conquistati con il femminismo devono essere difesi. Nascere donne, in molte parti del mondo, significa non avere accesso all’istruzione, subire mutilazioni e altre cosette amene.
E poi, nascere donna, significa portare dentro di sé secoli di storia e di cultura che non si cancellano in poco tempo
Danila Cremonini dice
Purtroppo c’è stato un problema tecnico
Paola Paniccia dice
Quindi una teenager trans eletta rappresentante delle donne Labour in Gran Bretagna sarebbe l’immenso problema delle femministe. Io sono una donna, bianca, cisgender, quindi privilegiata. E onestamente sarei fiera di avere un Parlamento di donne trans. Penso che se qualcuno non avesse rotto gli schemi precostituiti – dall’arte alla letteratura, dal cinema all’abbigliamento e anche nel campo dei diritti – la nostra civiltà sarebbe rimasta dov’era: all’età della pietra. Lasciatevi dire che, per fortuna, siete le ultime vittime e l’ultimo strumento del patriarcato.
francesca dice
Gia dire che un parlamento di trans per lei sarebbe bellissimo lo trovo discriminante verso gli altri.Esistono le persono valide o meno e io vorrei vedere persone valide al potere,purtroppo questo non e’,e la mentalita’ trnsgender non mi sembra stia mogliorando il mondo,anzi.Fatto salvo i diritti fondamentali che ogni essere umano indipendentemente da razza,religione,cultura,inclinazione sessuale,etc.dovrebbe vedersi riconosciuti,si sta’ andando verso una follia rispetto alla sessualita’ che andrebbe fermata:1 entrata nelle scuole di infanzia del sesso,musei dedicati ai bambini piccoli dove si esplicitano pratiche sessuali,precocizzazione della sessualita’…tutto questo accompagnato dalla depenalizzazione della pedofilia….i bambini vanno lasciati sognare fino alla pubert’,dopo di che si puo iniziare a parlare di sessualita’ perche’ li nascono in loro impulsi e possono accettare discorsi in merito.Il resto e’ indottrinamento che lede l’inviolabilita’ di ogni essere umano quando e’ piu fragili.Vediamo bambini che iniziano cure ormonali in tenera eta’…questo e’ prograsso?questa e’ negazione dell’umano,questa e’ sub cultura….e cancellazione totale dell FEMMINILE come portatrice di creazione,la donna porta in se la vita e questo in nome del progresso vuole essere spazzato via,in nome dell’egoismo, del neoliberismo…e adesso autocertificazione?si nasce uomini o donne per un motivo altrimenti nasceremmo tutti con due sessi fisici,se poi crescendo ci si riconosce nell’altro sesso,conosco tutte le sfumature del caso,da adulti si faranno le dovute scelte e si affrontera’ il cambiamento di sesso,solo allora si potra’ affermare di essere donne o uomini…le scelte costano sempre sacrificio in tutti i campi della vita..Ma lasciate in pace i bambini…Il patriarcato e’ proprio lui che ha messo in atto tutto questo per l’annientamento del materno non delle donne,perche’ proprio oggi le donne ,associazioni di femministe,sono contro le donne madri.Associazioni di donne che si scontrano con altre donne …pas…strappo di bambini istituzionalizzato..tutto sulla pelle viva di madri e bambini!!
Natalia dice
Archi lesbica la storia di un movimento che non legge
E pure che no. Pensa e vomita
Opinioni dallo stomaco
NOEMI Alessi dice
Grazie ad Arcilesbica e a Cristina Gramolini per il coraggio, per niente scontato in un’associazione nazionale con una struttura piuttosto pesante, che dimostrate, la coerenza e il desiderio di chiarezza.
Credo che ci sia un problema teorico di fondo che non è facilmente accessibile. Il problema teorico è il soggetto, inteso come costrutto personale-storico-culturale. Quello che potremmo definire freudianamente l’Io, l’Io storico appunto. Quello strumento (dal quale personalmente cerco di disidentificarmi successivamente all’averlo riconosciuto e accettato in quanto credo che debba essere indirizzato junghianamente dal vero Sè) uno strumento dicevamo, che qui ed ora, nella vita reale dell’azione concreta, mi colloca in un punto dal quale posso leggere il mondo, interpretarlo, e agire. Il soggetto ha radici e rami come un albero, il soggetto sessuato e ingenerato (come dice la filosofa Teresa de Lauretis) è un soggetto che può acquisire autocoscienza e consapevolezza perché parte da sè, parte dal conosci te stesso impresso dalla Pizia sul frontone del tempio di Delphi. Il soggetto in-generato compie atti di gnosi e di semiosi interpretando segni che si rivolgono a lui/lei come umano di un certo genere. C’è una bellissima storia in letteratura, tra il filosofico e il letterario, scritta da Virginia Woolf nel famoso saggio ‘Una stanza tutta per sé’. E’ la presentazione di un ciclo di conferenze che la scrittrice, diventata famosa in pochi anni, venne invitata a tenere presso il college di Oxbridge:
Per la filosofa De Lauretis Virginia Woolf compie qui un atto di semiosi, ovvero legge e riconosce segni indirizzati a lei come soggetto sessuato e ingenerato. La capacità e possibilità del soggetto di compiere tale atto è data dall’appartenenza ad un genere. Perché riporto questa riflessione? Perché il nocciolo della questione che è propriamente epistemologica prima ancora che etica e politica, si trova proprio qui.
Quello che è successo e sta succedendo in più parti del mondo industrializzato in tema di legislazione contro la omotransfobia (Stati Uniti e Gran Bretagna principalmente) rischia in realtà di diventare un boomerang per le donne, per i movimenti femministi e non solo. Rischia di essere il grimaldello fondamentale della dislocazione del soggetto umano in una dimensione immateriale, svincolata dai corpi e quindi dalle relazioni che grazie ai corpi gli umani intrattengono. A ben vedere questo svincolamento dal corpo e dai legami che esso instaura, dall’incarnazione soggetta allo spazio, al tempo, agli affetti, alla reciprocità, alla responsabilità verso l’altro è di fatto il grande sogno di un sistema di produzione (quello capitalistico globalizzato portato alle estreme conseguenze, socialismo o barbarie scriveva Engels) che plasma a sua immagine e somiglianza gli individui come consum-attori-produttori isolati che non hanno altro scopo nella loro misera frenetica vita se non riprodurre all’infinito la narrazione dominante della produzione-consumo, individui incapaci di intrattenere relazioni umane significative e autentiche ma capaci solo di desiderare merci e vedere proiettato sullo schermo del proprio desiderio relazioni umane tra cose. Un’Era dedita alla necrofilia direbbe la filosofa e teologa statunitense Mary Daly. (Quintessenza, realizzare il futuro arcaico). Una fine antropologica prevista già nel famoso capitolo del I Libro del Capitale di Marx: Il carattere di feticcio della merce e il suo arcano. (Marx Il capitale, libro primo, pg 398 ed.riuniti). Cioè Marx aveva visto che le relazioni umane erano in pericolo con l’entrata in scena del feticcio merce (desiderato, erotizzato, investito di energia vitale).
Se la fluidità e la non completa binarietà dei generi è entro certi limiti liberatoria, perché non consente più di naturalizzare l’asservimento e la dominazione di un solo genere (di una sola razza e di una sola classe sociale) che detta quale sia il logos, il ragionamento, il pensiero, il dominio simbolico entro il quale muoversi, epistemologicamente parlando, dall’altra parte arriva allimitare dell’abisso oltre il quale emerge in transumano. Ma quali sono questi limiti? Se è assolutamente necessario e urgente legiferare (ed educare) per il rispetto della diversità umana, in tutto il suo dispiegarsi, contro il pregiudizio e le discriminazioni frutto di ignoranza, contro la violenza e la prevaricazione, è altrettanto sacrosanto pretendere di mantenere le differenze che caratterizzano gli individui, i soggetti, che consentono di mantenere i legami e le relazioni affettive e sociali. Questo da più punti di vista:
1. esistono la biologia e la fisiologia: il mio corpo funziona in un certo modo, produce enzimi e ormoni di un certo tipo, essi influenzano la mia vita, determinano alcune condizioni di partenza che poi si modificheranno a seconda dell’ambiente fino a trasformare la mia stessa genetica (eugenetica)
2. esiste una collocazione geografica, storica, culturale e politica dove il soggetto nasce. Questo è l’ambiente che plasmerà la mia persona (intesa proprio come maschera).
3. Esistono le scelte che io come soggetto sessuato e ingenerato posso compiere in relazione ai 1 e 2 dato, da acquisire, che io ne sia consapevole e cosciente.
Spero che questa riflessione possa essere in qualche modo utile, chiarire alcune questioni e aprirne altre al dibattito.
Vi auguro buon lavoro e buona vita!
Sabrina dice
Leggo tantissimi bei commenti e molte idee; tuttavia ci sono molte cose che sono espresse totalmente fuori dal loro contesto. Non ho intenzione di avviare una catena di mille messaggi ma solo di dire il mio pensiero e non risponderò ad altri messaggi.
Voi affermate che secondo Voi una donna transessuale non è donna. Quindi un FTM (donna a uomo per i non addetti ai lavori) per voi resta una donna?
Secondo il vostro ragionamento vi portereste nei luoghi femminili una FTM, magari nello spogliatoio? anche da operate? e le donne fuori dalla vostra cerchia, magari si sentiranno a disagio?
Di mio avviso quì si sta facendo il gioco del patriarcato, divide ed impera, anni luce dal vero matriarcato.
L’essere umano ha la capità di determinarsi come tale. Se una si sente lesbica ha il diritto di vivere come tale, se uno/a si sente del sesso opposto ha diritto di vivere come tale entrambi integrati nel mondo ed in armonia. Ma forse per qualcuno è più importarte conoscere cosa c’è nelle mutande che nel cuore o nell’anima. Mettiamoci tutti le etichette e poi non le leggermo più come facciamo al supermercato.
Io sono per il femminismo, quello UTILE, quello che fa scoprire alle donne l’unità, la forza, la deteminazioni, l’essere sorelle e che le donne che fanno parte della vita nella stessa misura che fa parte l’uomo. Intendo che le società di stampo matriarcale erano legate dal sacro rapporto tra sacro maschile e sacro femminile in armonia, nel totale rispetto della diversità di ogni genere, tutti siamo un tassello in risonanza con gli altri. Si noti, e basta fare una ricerca, che le più antiche civiltà hanno sempre riconosciuto alle persone transessuali un posto d’onore nella socità in quanto “anime elette e uniche ed in contatto con il divino”, ma fidatevi che nessuno era sminuito.
Più di mille paroloni conta il cuore nella vita; chi accende le polveri da sparo è solamente destinato alla guerra.
Non credo che nessuna di voi si scarificherà, chissa quante volte avete condiviso qualcosa a vostra insaputa con una MTF, bleah che orrore l’idea vero?
Volete difendervi da chi, da una donna MTF che lotta ancora più di voi e per gli stessi motivi?
Poi vedo parlare d’infanzia e ci sono un sacco di idee confuse. Si in Thailandia ed in altri posti ci sono le Trans fai da te stile kit di montaggio; cosa folle, ma avete mai sentito parlare del protocollo ONIG? é un protocollo MEDICO RICONOSCIUTO DA UN SACCO DI STATI, dove viene fatto un iter preciso per evitare che la gente si faccia male da sola. ( Es. Angelina Jolie). Ovvio che non cade tutto questo cappello, ma è uno dei mille esempi di come la generalizzazione faccia male.
Chiudo dicendo che al mondo ci sono un sacco di problemi nell’LGBTQIAP+; chi ha il coraggio di generalizzare a 360 gradi senza puntare sui dettagli, come ad esempio il fatto che un Thailandese può cambiare sesso di sua idea a 8 anni…. forse dovrebbe rivedere il concetto di bene e male e di come aiutare il mondo.
E onestamente preferisco le transfemministe, sono molto più umane, dirette e ……felici.
Gran finale, giusto per non dimenticare. Se avete i diritti LGBT+++, se potete esere LESBICHE FEMMINISTE IN STRADA E NELLA VITA bisogna dire grazie a Sylvia Rivera che guarda caso era una TRANSESSUALE!
Lunga vita e prosperità! (omaggio a Spok)
Sabrina dice
Girando su internet FORSE mi sono imbattuta nello statuto di Arcilesbica di Milano che risulta essere pubblicato al sito:
http://milano.arcilesbica.it/chi-siamo/statuto/
Ammesso che sia realmente l’attuale staututo di Arcilesbica di Milano e che sia corretto troviamo delle cose interessanti…
di cui cito:
L’associazione persegue la finalità di promuovere attività di aggregazione per le donne, e in particolare per le lesbiche, e di dare visibilità, sul piano politico, culturale e dei diritti, alle lesbiche, promuovendone l’affermazione dell’identità e la diffusione della cultura.
Commbattere ogni forma di pregiudizio e di discriminazione nei confronti delle lesbiche, in quanto singole e/o coppie e/o appartenenti a gruppi organizzati, e rivendicare il riconoscimento e il pieno godimento dei loro diritti civili, dando visibilità, sul piano politico, culturale e dei diritti, alle lesbiche, in quanto singole e/o coppie e/o appartenenti a gruppi organizzati, e ciò mediante: (tagliato)
l’attivazione di un servizio di consulenza legale per la denuncia e il perseguimento delle discriminazioni contro le lesbiche.
ART. 6: PERDITA DELLA QUALITÀ DI ASSOCIATA
La Segreteria, inoltre, sentita l’interessata, può dichiarare decaduta l’associata che:
1) non osservi le disposizioni contenute nello Statuto e/o nel Regolamento dell’Associazione;
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Quindi se ho buone capacità di lettura e di comprensione ne emerge che, se lo stato Italiano identifica una MTF come donna e questa è di orientamente lesbico, legalmente ricade nello statuto in quanto donna ed ella è nelle condizioni utili per iscriversi e diventare socia in quanto lesbica.
Sempre dallo statuto emerge che chi dell’associazione va contro lo statuto, ,ammesso che questo sia lo statuto di Arcilesbica, in base all’articolo 6 dovrebbe pure decadere.
Quindi se una donna trasessuale è donna per lo stato lo è anche per questo statuto e tutelata da esso.
Lunga vita e prosperità! (omaggio a Spok)