Il mantra si chiama “transizione energetica” e serve a quelli che sono in alto per imporre i propri profitti, senza mai cercare risposte a una domanda: a chi serve tutta l’energia che viene prodotta? “Non siamo più disposti ad accettare che i nostri territori, gli alberi, le acque dei fiumi e dei mari, il suolo vengano sacrificati per produrre sempre più energia…”: dalla collaborazione di Comitati spontanei a difesa del verde cittadino, collettivi giovanili che si occupano di ecologia, persone che partecipano alle lotte per la difesa dei territori nasce un grande incontro nazionale a Livorno, il 29 e 30 marzo, dedicato alla speculazione energetica

Pensiamo sia urgente incontrarsi per mettere fine alla propaganda dei governi rispetto alla questione energetica e per prendere parola sull’aggressione che i nostri territori stanno subendo. Oggi la transizione energetica viene strumentalizzata per imporre la servitù dei nostri territori a scopo di profitto. Siamo coscienti dell’urgenza di abbandonare le fonti fossili a fronte del cambiamento climatico in atto, ma ci vogliamo opporre alle dinamiche speculative e di sfruttamento alle quali, da Sud a Nord, ci vogliono destinare in nome di una transizione che non è davvero verde. Crediamo sia necessario un radicale cambiamento nel sistema di produzione e di consumo della nostra società, a monte di variazioni delle nostre modalità di approvvigionamento energetico.
A chi serve tutta questa energia e per cosa viene prodotta? Perché prima di avviare il passaggio a nuove forme di energia non si calcolano i fabbisogni reali, non si riducono gli sprechi, non si abbandonano le produzioni e le opere inutili? Non siamo più disposti ad accettare che i nostri territori, gli alberi, le acque dei fiumi e dei mari, il suolo vengano sacrificati per produrre sempre più energia. Per rendere il tutto più digeribile ci promettono risparmi in bolletta, parole vuote che non manterranno. Intanto in bolletta paghiamo già incentivi alle nuove lobbies delle energie rinnovabili, in cui sono state incluse anche fonti che non sono rinnovabili, come le biomasse legnose: si perpetuano meccanismi già visti per la cosiddetta termovalorizzazione dei rifiuti. I costi della transizione li stiamo pagando già ora: in termini economici, ma anche e soprattutto di impatti sulle risorse naturali, sulla biodiversità, sul consumo di suolo e di acqua, sull’agricoltura.

Che la transizione imposta dall’alto sia fittizia è rivelato dalle numerose contraddizioni nelle politiche che vengono portate avanti. Per esempio, ci dicono che dobbiamo privilegiare l’elettrificazione, ma intanto l’Italia ambisce a divenire hub del gas nel Mediterraneo per garantire la fornitura a tutta Europa.
Rileviamo un’altra contraddizione nel fatto che in parallelo si porta avanti il discorso della necessità di un ritorno all’energia nucleare. Lo stravolgimento del paesaggio, con terreni ricoperti di specchi di silicio e profili collinari irti di pale eoliche, non basta: in futuro potrebbero aggiungersi anche nuove massicce e tetre torri di raffreddamento dei reattori nucleari (da raffreddare con quale acqua, ci chiediamo?), perché sarà l’era del nucleare “green”. Riteniamo che la conversione a un’economia di guerra sia la vera ragione per cui si propugna il ritorno all’energia atomica: in un futuro che è alle porte, i venti di guerra si abbatteranno anche qui e ancor più energia dovrà essere prodotta per soddisfare la sete di nuovi armamenti sempre più sofisticati, con tecnologie avanzate supportate dall’intelligenza artificiale. Il tutto per alimentare guerre che le popolazioni non vogliono.
La nostra proposta, quindi, è quella di costruire una rete solida e una forza capace di interrompere questa catena di profitto che vediamo dispiegarsi su tutto il territorio nazionale. Questi sono i nostri propositi: conoscerci, formulare un punto di vista chiaro e preciso che permetta di individuare gli argomenti giusti da contrapporre alla narrazione dominante; diffondere i nostri saperi che mettono al primo posto la tutela dei territori e le esigenze di chi li abita; bloccare i flussi di sfruttamento e speculazione. Per realizzare questi obiettivi, invitiamo comitati, realtà e collettivi che si battono per la difesa del territorio, associazioni ambientaliste e giornalisti a partecipare il 29 e il 30 marzo a Livorno al primo convegno organizzato da Confluenza, proprio sulla speculazione energetica. Convochiamo questo incontro nazionale con l’ambizione di renderlo un momento programmatico.
Confluenza è un progetto nato a Torino nel 2024 dalla collaborazione di Comitati spontanei a difesa del verde cittadino, collettivi giovanili che si occupano di ecologia, persone che partecipano alle lotte per la difesa dei territori dalla città alla Val Susa (qui è possibile leggere il Manifesto del progetto). Informazioni logistiche e aggiornamenti sul programma del convegno sono sulla mailing list di Confluenza (per iscrizioni e telegram). Adesioni: FORM.
PROGRAMMA
SABATO 29 MARZO ORE 15
Salone Auditorium “Pamela Ognissanti”, Via Gobetti 11 – Livorno
Sessione introdotta da Angelo Tartaglia, professore emerito di Fisica presso il Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia del Politecnico di Torino. Fabbisogno energetico nazionale La produzione energetica italiana, da fonti rinnovabili e non, corrisponde al reale fabbisogno nazionale? Vogliamo fare un quadro della situazione a partire dai dati sulla produzione e sul consumo di energia, oltre a fare il punto sulle leggi regionali che riguardano la definizione delle cosiddette aree idonee per lo sviluppo di nuovi impianti. Quali sono i rischi di una narrazione che impone una produzione energetica senza limiti, in un’ottica di accumulazione e non di diminuzione? E a quali altre risorse energetiche occorrerà attingere? Pensiamo ad esempio alla propaganda sul nucleare di ultima generazione. Discussione: Quali sono gli impatti sui terreni agricoli, sugli ecosistemi, sulla biodiversità, sulla società, sul lavoro, sul turismo, sul consumo di risorse naturali? Sessione introdotta da ReCommon, un’associazione che si batte contro l’abuso di potere e il saccheggio dei territori per creare spazi di trasformazione nella società, in Italia, in Europa e nel mondo.
Piano energetico nazionale Il governo parla di un processo verso l’elettrificazione ma anche di rigassificatori, corridoi del gas, idrogeno e centrali nucleari “verdi”, energie fossili, in un’ottica di diversificazione delle fonti energetiche. Pensiamo al Piano Mattei, alle dichiarazioni durante la Cop29, alle tensioni geopolitiche che l’ambito energetico può alimentare ed esasperare. L’energia è oggi terreno di conquista e di polarizzazione nello scenario bellico generale, il tema su cui riflettere è dunque a chi serva e per cosa tutta questa energia. Discussione: Quali sono le reali esigenze dei territori che invece vengono messe da parte a fronte della pseudo necessità di produzione energetica senza limiti?
DOMENICA 30 MARZO ORE 10
Ex Caserma Occupata – Csao, Via Adriana 16 – Livorno
Conclusioni e proposte Vogliamo darci gli strumenti per rimanere in contatto, per dare forza alle rispettive iniziative e per costruirne di nuove insieme.
LEGGI ANCHE QUESTO ARTICOLO DI PAOLO CACCIARI:
“Riteniamo che la conversione a un’economia di guerra sia la vera ragione per cui si propugna il ritorno all’energia atomica: in un futuro che è alle porte (…)”.
Purtroppo c’è questo grande rischio e gli alberi, nostri grandi difensori, lasciano spazio alla speculazione edilizia.
Leggete “La tribù degli alberi” di Stefano Mancuso, vi farà riflettere. 🌸
Scegliere come bersaglio le rinnovabili invece di sostenerle all’interno di un programma chiaro e preciso che sia al tempo stesso di riduzione dei consumi e di riconversione energetica rischia di essere solo un grande favore a petrolieri e gassificatori, un gradito e utile alibi. Sulla frantumazione dell’ambientalismo può prosperare ancor più di quanto non faccia ora il business as usual che veleggia rapido verso la catastrofe. Siamo certi di voler correre questo rischio? Ma soprattutto: quanto ne siamo consapevoli?