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Il contesto geo politico è sempre più critico e il numero di persone in fuga da guerre, miseria, violenze è destinato ad aumentare. In questa situazione colpisce e preoccupa la situazione dei cosiddetti Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA). Già alla fine di aprile 2024 le presenze in Italia registrate di MSNA erano 21.255. Un numero che – sebbene al di sotto dei picchi raggiunti nel 2023 – resta comunque superiore ai 20mila, soglia raggiunta tra la fine del 2022 e l’aprile dello scorso anno. Una ricerca pubblicata da Openpolis in collaborazione con Con i Bambini – Fondo per il contrasto della povertà educativa – analizza nel dettaglio la presenza di minori stranieri non accompagnati in Italia, cioè bambini e ragazzi che vivono una condizione di enorme vulnerabilità, dal momento che oltre a tutte le difficoltà connesse al viaggio di migrazione si sommano anche l’assenza di un genitore o di un familiare di riferimento.
“L’accoglienza in strutture residenziali (come i centri di accoglienza) o in istituti dovrebbe rappresentare l’ultima scelta, facendovi ricorso solo quando soluzioni alternative, quali l’accoglienza in famiglia, non siano possibili o non risultino appropriate, e dovrebbe essere limitata al più breve tempo possibile”, si legge negli estratti dell’audizione UNHCR al Comitato Schengen – Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’Accordo di Schengen, di vigilanza sull’attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione – sull’accoglienza dei MSNA del 12 marzo 2024.
Insomma la prima opzione, quella più consona, è l’accoglienza in famiglia o comunque qualsiasi altra soluzione che debba corrispondere a questi criteri base: mai in strutture straordinarie ma all’interno del sistema costituito dai centri SAI che prevede, ricordiamolo, l’inserimento nel tessuto sociale, corsi di lingua, assistenza psicologica e legale. Per questi motivi nel corso dell’audizione, l’ufficio dell’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati per l’Italia ha sottolineato l’importanza di estendere il modello Sai.
Ma qual è la fotografia della situazione attuale?
Dai dati pubblicati dall’ultimo rapporto di approfondimento semestrale a cura del ministero del lavoro, l’80% degli oltre 23mila minori presenti in Italia al 31 dicembre 2023 sono ospitati in strutture di accoglienza. Di questo 80%, il 27% si trova in strutture di prima accoglienza, necessarie nelle prime fasi ma inadeguate per un percorso di integrazione. Non solo, spesso le strutture di prima accoglienza sono luoghi di detenzione, sovraffollati e spesso promiscui dove i minori sono fortemente a rischio di abusi e soprusi. Il 53% è collocato nella seconda accoglienza, quella rivolta all’inclusione del minore, e purtroppo solo il restante 20 per cento è accolto in famiglia.
Alla fine del 2022 erano 6.347 i posti disponibili dedicati a minori stranieri non accompagnati nel sistema di accoglienza e integrazione (Sai) – si legge nel rapporto di Openpolis – con una maggiore diffusione capillare nel centro-Sud rispetti al centro-Nord e tra i comuni, spiccano per capienza due città dell’Italia settentrionale (Milano, con 410 posti, e Bologna, 350), seguite da due siciliane: Catania (267 posti) e Palermo (200). Nessun altro comune raggiunge la soglia dei 200 posti disponibili. In ordine di classifica troviamo infatti Genova (183), Firenze (150), Torino (148), Marsala (145), Bari (117), Padula (nel salernitano, 114 posti) e Cremona (113). Negli altri 196 comuni in cui sono localizzati progetti Sai rivolti specificamente all’accoglienza dei Msna, i posti disponibili risultavano alla fine del 2022 meno di 100 ciascuno.
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I dati della ricerca di Openpolis si possono scaricare qui:
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