La dignità è da sempre al centro delle lotte per un mondo migliore. Con il consueto modo brillante, i movimenti zapatisti da molti anni sottolineano però come la dignità sposta l’oggetto della lotta, un mondo nel quale alcuni dominano su altri, al suo soggetto, la dignità di tutti e tutte. Tre storie a lieto fine raccolte dallo Sportello diritti di YaBasta RestiamoUmani a Scisciano lo confermano
![](https://comune-info.net/wp-content/uploads/2024/05/436404955_841212318050985_38754406502964159_n-1000x1024.jpg)
Vogliamo condividere tre storie a lieto fine di sportello, tre storie molto diverse ma che rendono bene l’idea di quanto quel piccolo spazio dello Sportello diritti di YaBasta RestiamoUmani (realizzato grazie al contributo dell’Otto per Mille Valdese) a Scisciano (Napoli), sia fondamentale.
D. è una persona senza fissa dimora che nella vita ne ha passate tante ma ha mantenuto sempre una grande dignità e una sensibilità forte. Nel 2021 riuscimmo a farlo accedere al reddito di cittadinanza con una procedura non facile visto che non ha la residenza e ciò gli ha permesso di poter avere una piccola base di esistenza. Dal 2024 si è ritrovato senza più alcun paracadute e la procedura per accedere all’assegno d’inclusione per i senza dimora era fumosa e non chiara. Ci siamo messi a studiare e abbiamo più volte incontrato i servizi sociali per riuscire a fargli riconoscere la procedura di assegno d’inclusione. Abbiamo dovuto rifare la domanda due volte, malgrado l’avessimo studiata bene perché in questi casi serve un’azione sinergica con gli uffici per evitare che tempistiche diverse invalidino la domanda. Insomma, una fatica complessa ma alla fine ce l’abbiamo fatta. D. ha ritirato il primo mese di assegno d’inclusione e subito sembra che la sua vita (che sarà ancora in salita per un bel po’) sia ripartita.
![](https://comune-info.net/wp-content/uploads/2024/05/441022651_841212281384322_9038595174555282719_n-1024x768.jpg)
S. ed U. invece sono due fratelli che per arrivare in Italia si sono indebitati con gente senza scrupoli. Arrivati qui però il lavoro per cui avevano pagato tanto scoprono che non esiste (cosa comune per il 99 per cento dei bengalesi che giungono in Italia) e si ritrovano a doversi nascondere e a dove lavorare in situazioni di totale invisibilità. Li abbiamo seguiti nella richiesta d’asilo e ora hanno ritirato per permesso di soggiorno temporaneo: finalmente non sono più invisibili e possono rivendicare diritti e lavoro dignitosi. Ora dovremo seguirli per parecchio tempo prima che possano ottenere un permesso definitivo e per colpa di questo governo criminale e disumano sarà ancora più difficile. La lista dei paesi sicuri infatti ora include anche il Bangladesh (assieme ad altri paesi “sicuri” come la Nigeria, la Colombia e tantissimi altri luoghi nei quali ci sono guerre decennali e distruttive…).
LEGGI ANCHE QUESTO ARTICOLO DI RECOSOL:
LEGGI ANCHE QUESTO ARTICOLO DI RETE SOCIALE YABASTA!:
Lascia un commento