Il Parlamento dell’Unione Europea, mercoledì 10 aprile 2024, ha votato quella che viene definita una riforma del patto europeo sull’asilo (ora la riforma passa al Consiglio europeo per il via libera definitivo senza discussione, ndr). Ci sono molti aspetti da commentare, ma ci riteniamo innanzitutto necessario sottolineare che il nostro pensiero su quella che dovrebbe essere la relazione con le persone migranti è inconciliabile con l’approccio espresso dalla maggiore istituzione dell’Unione che – tra le altre norme che noi aborriamo – prevede di condizionare l’accesso al diritto di richiedere protezione internazionale al superamento di un periodo di detenzione amministrativa (applicato nel paese di primo ingresso), che non lascerà scampo nemmeno a chi ha appena compiuto i sei anni d’età. Anche loro saranno sottoposti a un totale tracciamento biometrico che costituirà, di fatto, il loro documento d’identità, immaginato, nella distopia tecnicista di chi ha concepito questo strumento, senza scadenza.
Anche bambini e bambine, dunque, saranno sottoposti, con i loro genitori, a uno sbrigativo controllo delle ragioni della loro richiesta d’asilo. E diverranno – a sei anni e un giorno – delle persone senza alcuna possibilità di muoversi liberamente nel santuario dei diritti umani.
Dal 10 aprile, quel “santuario” è quindi destinato, salvo rare eccezioni, a chi ha avuto la fortuna di nascere ereditando un passaporto rosso, l’unico che permette di essere considerati appartenenti all’unica specie che vale realmente la pena di proteggere: i cittadini e le cittadine dei paesi democratici ad alto reddito.
LEGGI ANCHE:
Nuovo Patto sui migranti è una pagina oscura per l’Europa [Associazione delle Ong Italiane]
Il Parlamento europeo adotta il Patto su migrazione e asilo: un’occasione persa [Amnesty international]
Lascia un commento