Per Comune-info, nel suo decimo anniversario
Una delle idee più luminose che sono sorte negli ultimi anni, una di quelle raccolte anche dall’Esercito zapatista e dal Consiglio nazionale indigeno, dice “costruire e non distruggere”. Si potrebbe aggiungere che lì, dove il capitalismo e i potenti distruggono, noi, i popoli e le persone de abajo, costruiamo.
Può sembrare un’ingenuità, ma è qualcosa di tanto semplice e meraviglioso che è piuttosto facile trascurarlo.
La modernità capitalista si è proposta di distruggere il passato, di fare tabula rasa della storia, per edificare la società delle oppressioni di classe e di genere, la stessa società che opprime sulla base della sessualità, dell’età e del colore della pelle.
Il capitalismo neoliberista si presenta come una “distruzione creativa”, perché non concepisce il nuovo senza una previa distruzione.
Penso che Comune-info sia stata invece una creazione necessaria e potente che per poter nascere non ha avuto bisogno di distruggere. Ha creato uno spazio di comunicazione e confronto in una società dove predominano l’isolamento e l’individualità. Uno spazio “virtuale”, dove le persone possano riversare idee e sentimenti perché arrivino a molte altre e a molti altri. Però Comune-info è anche uno spazio reale, che si può concretizzare in qualche incontro “in presenza”, com’è già successo, e come, senza dubbio, tornerà ad accadere. Ed è anche uno spazio capace di mettere in relazione il soccorso e dolori.
Uno spazio alla misura di chi ne ha bisogno: bambine e bambini storditi dalla velocità del tempo “produttivo”, che nella vita di ogni giorno devono correre da una parte all’altra e che però, proprio in quello spazio, possono guardarsi nello specchio di un tempo senza tempo. Uno spazio alla misura di migranti e donne che sono discriminati per il colore della pelle o, semplicemente, per il fatto di non corrispondere ai ruoli sessuali dominanti. Alla misura di chi è senza lavoro, di poveri, persone angosciate e depresse, pazze e pazzi…
Coloro che non hanno niente da perdere, perché sono già stati spogliati delle loro dignità, possono incontrar-si o incontrare altre o altri come loro in Comune-info. Che è stato una creazione collettiva, sebbene all’inizio lo abbia cominciato a far girare solo un gruppo ridotto di persone, le stesse che ancora oggi continuano a farlo respirare.
Dirlo potrà anche sembrare ingenuo o retorico, ma è grazie al fatto che esistono esperienze come Comune-info che le speranze collettive continuano ad accendersi nei nostri cuori.
Le altre adesioni alla campagna di sostegno a Comune-info “Dieci anni e più” e le informazioni su come aderire sono leggibili qui.
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