di Valentina Guastini, maestra
“Mamma ma cos’è quella casetta?” chiede un bimbo passando vicino alla Little free Library.
“Ci sono i libri. Quando siamo a casa, prendi un libro vecchio dei tuoi, lo portiamo qui e facciamo cambio con un altro che è lì dentro”.
“Ma mamma, i miei libri mi piacciono tutti, non voglio metterli lì!”.
La Little Free Library di Casarza Ligure (Genova) è nata muovendosi da simili pensieri ascoltati all’ombra del giardino anche poco fa.
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Mia figlia Ada ha letto “La storia di Mina” di Almond, innamorandosene in modo così viscerale da non sopportare di vedere quel libro in mano di altri. A distanza di tempo si divertiva nei momenti più diversi a citare passi del libro e a commentarli, frutto evidente di più silenziose analisi. Così ci recammo in biblioteca per prendere in prestito Skellig di Almond dove Mina riappare fra i protagonisti, ma a metà lettura un’amica ci regalò lo stesso libro. Così mi organizzai per restituire alla biblioteca quello in prestito. Scoprii Ada tentennante a sfogliarlo ed annusarlo …. così riflettemmo insieme.
Scrive Daniel Pennac: “Appena un libro finisce nelle nostre mani, è nostro, proprio come dicono i bambini: «E’ il mio libro»… parte integrante di me stesso. E’ forse questa la ragione per cui così difficilmente restituiamo i libri che ci vengono prestati. Non esattamente un furto, diciamo, un passaggio di proprietà, o meglio, un trasferimento di sostanza. E se quel che ho letto mi è piaciuto, parola mia, ho qualche difficoltà a «restituirlo»”. Ma è altrettanto vero che un libro usato, vecchio, macchiato racconta una storia nella storia, è un veicolo di condivisione, un doppio stimolo all’immaginazione. Si aggiungono segni del passaggio di emozioni che possiamo solo inventare, una ricchezza aggiunta che diventa patrimonio di tutti. La Little Free Library (Lfl) di Casarza Ligure, nasce anche con questo intento. La possibilità per tutti, in modo gratuito di condividere una storia, un passaggio della propria esistenza. Un modo per andare oltre all’intimità che ci regala un libro con la condivisione e la curiosità.
E’ proprio vero che il verbo leggere non sopporta l’imperativo. Un libro va osservato, annusato, sfogliato, maltrattato, piegato, accarezzato, litigato, donato… La nostra (e vostra) casetta non è stata acquistata da qualcuno bell’ e pronta ma costruita da noi con l’impegno e la gioia di un lavoro condiviso. E’, non a caso, intitolata al Maestro Mario Lodi, da poco scomparso che, tra i suoi insegnamenti, ci lascia anche quello di un impegno collettivo per cercare di trasformare le scuole e le piccole realtà in società democratiche fondate sulla libertà, sul rispetto, sulla giustizia e l’altruismo, parti indispensabili di un paese civile.
Abbiamo realizzato, sul fianco della Lfl, un decoupage con l’illustrazione di Fabian Negrin utilizzata per la copertina del libro di Almond. Trattasi di un’immagine di Mina che richiama il suo vivere sull’albero ad osservare i nidi dei merli e abbiamo sorriso dell’analogia con alcune parole di Jean-Paul Sartre: “… i libri sono stati i miei uccelli e i miei nidi, i miei animali domestici, la mia stalla e la mia campagna; la libreria era il mondo chiuso in uno specchio; di uno specchio aveva la profondità infinita, la varietà, l’imprevedibilità”.
Con alcuni compagni di scuola di Ada si è giocato ad immaginare il percorso dei testi presenti nella casetta blu. “Questo secondo me è stato letto fino a pagina 96” commenta Martina togliendo l’“orecchia” in cima alla pagina. “… E questo si è fatto un giro in spiaggia” risponde Antonino scrollando la sabbia e mettendo il libro a pancia in giù. E ci prendono gusto. “Mamma mia com’è vecchio questo! Le pagine quasi si sbriciolano!” urla Angelo sfiorandolo.
“Questo invece, poverino, non l’ha letto ancora nessuno”. Ludovica tiene fra le mani una ristampa di un classico, visibilmente nuova. E non lo molla, nonostante letture e laboratori organizzati per l’ inaugurazione. Ne ha cura e lo tiene vicino. Una compagna interessata propone uno scambio ma nulla. E mentre, senza farmene accorgere le osservo, si mettono d’accordo a bassa voce sul giorno e l’ora per ritrovarlo nella casetta. Antonino invece ha scelto un libro di racconti del terrore per ragazzi e fa vedere a tutti una macchia alla fine del libro ipotizzando che forse il lettore se l’è fatta addosso dalla paura. Ironizzo un po’: “Oh Ada adesso puoi metterci il tuo «La storia di Mina»”. Lei mi guarda, annuisce platealmente, convinta e torna a giocare… ma forse per adesso non ha funzionato: il libro in casa è sparito, probabilmente nascosto molto bene.
Insomma, a Casarza Ligure è stata inaugurata la prima “Little Free Library” della Liguria, con la collaborazione dell’amministrazione comunale che provvederà a collocarla sull’albero antistante l’attuale posizione con panchina circolare e che per l’occasione ha aderito alla Rete di Cooperazione Educativa “C’è speranza se questo accade a…” (a proposito della Rete leggi L’educazione sottosopra) nata proprio dalla Casa delle Arti e del Gioco di Mario Lodi.
Si tratta di una casetta in legno per contenere libri da destinare al libero scambio, sia per adulti che per bambini e ragazzi. Registrata con un numero di matricola e iscritta all’associazione americana “Little Free Library. Take a book, return a book”, la casetta è posizionata vicino alla Polisportiva e visibile anche su Google Maps (http://littlefreelibrary.org/). In che cosa consiste? L’idea è nata negli Stati Uniti, cinque anni fa: un certo Todd Bol ha costruito una cassetta (simile a quella per la posta) e l’ha piazzata davanti casa con qualche volume dentro e il motto “Prendi un libro, lasciane uno”. Un modo per ricordare la madre, appassionata di lettura, che è subito piaciuto, tanto che Bol ha fondato un’associazione e aperto un blog: chi vuole creare una mini biblioteca riceve indicazioni per costruire la casetta un numero progressivo e un posto su una mappa mondiale che conta oltre diecimila aderenti.
DA LEGGERE
Autobooks, la biblioteca itinerante
Social Book, biblioteche diffuse
La Bibliocicletta di ogni giorno
Fatti pungere dalla voglia di leggere!
DA VEDERE
Baio Dora Canavese: Mostra dedicata a Mario Lodi
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