Il primo appuntamento per conoscersi e avere una visione ampia del territorio è stato su una delle terrazze più belle di Roma, il Gianicolo, osservatorio privilegiato per non porre limiti al cammino. Ogni mattina, dal lunedì al venerdì, quattordici ragazzi e ragazze si sono incontrati in via Bixio pedonale, all’Esquilino, un luogo restituito dopo anni di battaglie ai bambini e ai ragazzi della scuola Di Donato, nota per la sua esperienza di “scuola aperta e partecipata”. Dal noto quartiere multietnico si è partiti ascoltando le voci di “Guide Invisibili”, osservando la città attraverso gli occhi dei migranti. Una passeggiata al Mercato rionale tra odori e sapori dal mondo, un incontro con un’esperienza di editoria indipendente, un viaggio nella street art, una straordinaria lezione di storia e di Resistenza al Quadraro. E ancora: un cammino tra i diritti naturali e l’outdoor education all’Appio Tuscolano, il gioco libero e spontaneo nei giardini di Piazza Vittorio o tra le numerose varietà arboree provenienti da tutto il mondo dei parchi e delle ville di Roma, prima di tornare ogni pomeriggio nella scuola Di Donato per rielaborare pensieri e mettere in comune domande. Il percorso di trekking urbano Caos (un invito a vivere la città “Con Altri Occhi in altri Spazi”), proposto in queste settimane a Roma, dimostra le infinite potenzialità dell’educazione diffusa. A settembre si continua
Prendete quattordici ragazzi e ragazze tra gli undici e quattordici anni. Accompagnateli a cinque adulti che credono in loro. A fuoco lento, acceso quattro mesi prima su zoom, dal desiderio di un gruppo “spontaneo” e variegato (pedagogiste, insegnanti, educatrici, storici dell’arte, architette, musiciste, genitori, esperti in comunicazione, beni comuni e comunità) di costruire una nuova idea di scuola secondaria, il Ginnasio Capovolto. In seguito mantecate esperienze sul territorio, con i suoi virtuosismi sociali e culturali, aggiungete il pepe dell’apprendimento ri-creativo, insaporite con la voglia dei ragazzi soffocati dalle restrizioni della pandemia di tornare a viaggiare tra nuove relazioni e di correre il rischio di mettersi in gioco con i loro mondi emotivi, lasciandosi ispirare dall’incontro con l’altro, “Con Altri Occhi in altri Spazi” (“Caos”). Non fate poi mancare l’ingrediente magico delle tre “R”: rispetto per se stessi, per l’altro e rispetto, per l’ambiente intorno a noi. E per rendere tutto ancor più gustoso aggiungete una generosa spruzzata di energia dal sapore di divertimento, spensieratezza e voglia di giocare in strada. E vedrete che non può che venirne fuori qualcosa di straordinario!
Così ecco che, a giugno di quest’anno, questi ragazzi e queste ragazze di diverse origini, sono partiti una settimana di trekking urbano. Il primo appuntamento per conoscersi e avere una visione ampia di Roma, è stato sulla terrazza del Gianicolo, osservatorio privilegiato per non porre limiti al cammino, “incontrando” Garibaldi, Anita e l’Italia dei Mille e “costruendo” il proprio passaporto prima di iniziare l’esplorazione di luoghi della città, angoli che forse alcuni già conoscevano ma che sono stati osservati con altri occhi disvelando la bellezza umana di Roma.
Il programma di viaggio è stato molto fitto, ricco di sollecitazioni e i ragazzi non si sono mai tirati indietro, anzi, ogni giorno è cresciuto il loro coinvolgimento e il loro interesse. L’incontro con il “cuore aperto” di luoghi e di persone che apportano ogni giorno un miglioramento nelle città è stato una scoperta e la sinergia tra le persone incontrate e il gruppo è stata magica.
Ogni mattina, dal lunedì al venerdì, alle nove, si sono incontrati in via Bixio pedonale, un luogo restituito dopo anni di battaglie e di richieste alle istituzioni, ai bambini e ai ragazzi della scuola Di Donato e dell’Esquilino. Da questo quartiere multietnico si è partiti ascoltando le voci di “Guide Invisibili”, osservando la città attraverso gli occhi dei migranti che la vivono con la ricchezza del proprio bagaglio di storie da raccontare.
Al Mercato rionale tra odori e sapori dal mondo, abbiamo conosciuto l’Associazione “Salvacibo”, con la loro battaglia contro lo spreco alimentare. Nessun distributore automatico o pause di ristoro al bar: per dissetarsi i gorgoglianti Nasoni di Roma, e per rifocillarsi ogni giorno cibi di sapore diverso come l’ottimo cous cous dello street food “Baobab”, segno di vera accoglienza e di vero riscatto per chi, dopo tanto andare, arriva in una nuova casa.
Ma anche tanto nutrimento di esperienze e conoscenza come l’incontro con la giovane editoria indipendente dei ragazzi di “Scomodo”, e la lezione improvvisata sull’Economia etica e circolare, testimonianze di come si possa passare dal sogno alla realizzazione di un progetto.
Non solo il centro della città: c’è stato anche l’assaggio di ex-periferie seguendo le guide di “Muri Sicuri”, mecenati della Street Art, lungo il museo a cielo aperto e mattoni colorati delle vie del Quadraro, ascoltando la storia eroica e drammatica della Resistenza di questo quartiere attraverso la visione di artisti contemporanei.
Tra le aule e i corridoi della Di Donato e della Garibaldi, si è vissuta la Scuola oltre la Scuola, entrando nel vivo delle comunità educanti del progetto “Scuole aperte”. E poi, all’Appio Tuscolano, gli escursionisti e le escursioniste in erba hanno potuto conoscere l’outdoor education di Giocartè, provando la stanchezza costruttiva del cammino tra i diritti naturali di cui ognuno dovrebbe far tesoro e di cui questi ragazzi e ragazze si faranno portatori.
Come in ogni viaggio che si rispetti, le giornate sono state piene di puro divertimento. Per apprezzare momenti di riflessione non si poteva prescindere dal gioco libero e spontaneo nel cortile della scuola Di Donato, nei giardini Nicola Calipari di Piazza Vittorio, tra le numerose varietà arboree provenienti da tutto il mondo, nei parchi e le ville di Roma che hanno creato la cornice perfetta per i loro giochi di squadra.
E poi, tornati alla scuola Di Donato, la rielaborazione tra di loro. I pensieri e le domande fluivano lente, ma senza ostacoli e giudizi. Si sono sentiti sicuri e liberi di esprimersi perché erano tra pari e gli adulti presenti erano lì come accompagnatori, mediatori e coltivatori della loro energia vitale. Questo prezioso spazio di incontro a fine giornata ha permesso una interessante e costante analisi del percorso, allenando il pensiero critico, riprogrammando i passi successivi, certi che con il confronto e l’apertura all’altro la comunità migliora e cresce.
Alla fine di questo viaggio è emerso prepotentemente e con convinzione il desiderio, espresso apertamente dai ragazzi e dalle ragazze, di continuare. Perché il viaggio, il cammino, è l’esperienza che più di tutte offre l’opportunità di mettersi in gioco, esperire, costruire, scoprire, inciampare, volare. E abbiamo il dovere di rendere i ragazzi protagonisti del loro tempo, cittadini attivi amanti della bellezza della comunità, cuori aperti e senza giudizio rivolti al mondo, con la famelica curiosità di scoperta. Facendo confluire tutto questo in un progetto duraturo che si faccia scuola, una scuola che non dovrebbe essere mai separata dall’educazione alla vita: il rispetto per se stessi/per gli altri della comunità (famiglia/ scuola/quartiere/città/mondo) e il rispetto per l’ambiente circostante. Quindi da settembre si riparte con altri appuntamenti di esplorazione della città rivolti ad adolescenti da tutti i quartieri e con il progetto di scuola secondaria di primo e secondo grado (medie e superiori, come si sarebbe detto un tempo…) Ginnasio Capovolto per permettere ai ragazzi e alle ragazze di cominciare ad essere davvero protagonisti della propria crescita e del proprio territorio.
Autrici dell’articolo: Solidea Bianchini, Cely Russo, Maura Zacchi Valentina Mattioli