Il bike tour è anche un’occasione per parlare di decrescita con le molte persone che ci chiedono lungo la strada cosa stiamo facendo. Al centro ci sono gli incontri con i movimenti che costruiscono alternative su un territorio che non si finisce mai di scoprire. Quest’anno si pedala fino al 27 giugno con arrivo a Padova

Il sole batte sull’asfalto, le macchine ti sfrecciano accanto, caldo, sudore, la fatica della salita con tutto il peso dei bagagli…e ti chiedi: chi me l’ha fatto fare? Momenti così ci sono ogni anno durante il Decrescita Bike Tour.
Ma poi arriviamo in cima, si apre la vista, un filo di vento, l’ombra di un albero. Prendiamo una via laterale, ci lasciamo dietro il traffico, inizia un’altra Italia, un altro modo di vivere.
Oggi sono sul treno per la sesta edizione di questo viaggio in bici, ormai appuntamento fisso delle nostre estati. Siamo partiti nel 2016 con la folle idea di pedalare da Lecce a Palermo (con qualche tratto in treno ma comunque), ogni giorno ca. 70Km al sole, con salite impegnative, un evento pubblico per parlare di decrescita ogni sera, un progetto da conoscere ogni pomeriggio e magari ancora un evento pubblico a pranzo…
Pian piano abbiamo capito che bisogna cercare di vivere un po’ di decrescita anche nell’attivismo per la decrescita. Così anno dopo anno (da Ancona a Siena, da Roma a Napoli, dalla Val Susa a Savona, dall’Aquila a Ripe San Ginesio) abbiamo ridotto i chilometri e le tappe. Ma abbiamo aumentato l’intensità del viaggio, dedicando sempre più tempo agli incontri e alle riflessioni collettive tra noi pedalatori.
Perché questo sta al centro del viaggio. Certo, la bellezza del paesaggio, la bontà delle pietanze e il piacere di una birra fresca dopo un giorno di fatica sono fondamentali. Ma al centro dei bike tour ci sono gli incontri. Incontri con movimenti di resistenza, come quello NO TAV in Val Susa (nel 2019) o contro le Grandi Navi a Venezia (quest’anno).
Incontri con progetti che costruiscono alternative, come la coltivazione di agrumi biologici di Biosmurra, nonostante la mafia, a Rossano Calabro (2016), l’occupazione di Mondeggi per una villa storica e la sua terra come bene comune e come esperiemto di convivenza collettiva (2017). Incontri in cui molto, inannzitutto, impariamo noi.

Mi ricordo per esempio il contrasto vivido nel pedalare, nel 2018 a confine tra il Lazio e la Campania sulla strada tra Roma e Napoli tra un territorio evidentemente difficile e la forza di chi si impegna per cambiarlo.
Per evitare il traffico devastante della Statale, abbiamo pedalato lungo una stradina costruita per raggiungere delle villette sul mare. Dalle mappe doveva finire dopo ca. 15Km in un cul de sac, senza connessione con un successivo sistema di villette, distante meno di 100m.
Alla fine, per fortuna, la scorciatoia l’abbiamo trovata. Poi, per continuare ad evitare il traffico, ci siamo addentrati in stradine di campagna. Tutto bene per molti chilometri.
Poi, dopo una villa scintillante in mezzo a un’area agricola (e le altre abitazioni vicine tutt’altro che scintillanti), la strada scompare sotto un cumulo di rifiuti, coronato da una barca.
Ma il giorno è finito con una serata bellissima. Siamo stati accolti con grande calore dai ragazzi di diversi progetti di Libera di Castel Volturno. Ci hanno spiegato le loro lotte, contro la mafia e l’indifferenza, per l’agricoltura biologica (una fattoria di mozzarella di bufala), per l’integrazione e I diritti dei migranti (una sartoria sociale). Ballando e cantando abbiamo vissuto la gioia del costruire insieme un’alternativa. Un’alternativa all’ingiustizia, allo sfruttamento di terra e esseri umani.
Il bike tour è anche un’occasione per parlare di decrescita, alle molte persone che ci chiedono lungo la strada cosa stiamo facendo, volantinando, scandendo slogan, durante eventi pubblici e azioni.
Come nel 2019 quando, con Fridays for Future e Extinction Rebellion, abbiamo organizzato un flash mob in bici per la dichiarazione di crisi climatica da parte del Consiglio Comunale di Torino. O nel 2020, pedalando, insieme agli attivisti di Case Matte e altri, nella prima Critical Mass dell’Aquila.
Questa è una selezione del tutto arbitraria e soggettiva dei moltissimi incontri con persone forti e progetti affascinanti che abbiamo fatto negli anni. Sono sicuro che ognuno che ha viaggiato con noi potrebbe raccontare un’altra storia.
Pedalare attraverso l’Italia ci ha permesso di vedere da vicino molto dell’Italia, conoscere molti dei problemi che affliggono il territorio, e moltissime delle persone che costruiscono alternative.

Sicuramente il bike tour non è un progetto perfetto. Ha i pregi e i diffetti di ogni viaggio, seppur con veste di attivismo: si vede e si conosce molto ma è pur sempre un passaggio, un attraversamento. Spero però che, anche se poi dopo una o due notti ce ne andiamo, a volte riusciamo a lasciare un po’ di gioia e restituire gratitudine e affetto a chi lavora sul territorio.
E credo che questi incontri stimolano chi pedala a lavorare con rinnovata energia per il cambiamento sul proprio territorio.
Per sapere più del Decrescita Bike Tour di quest’anno e per scoprire gli eventi pubblici lungo la strada a cui ti invitiamo caldamente a partecipare, guarda qui:
Per chi volesse ULTERIORI INFORMAZIONI è possibile: visitare la sezione del sito dedicata al Bike Tour – https://www.decrescitafelice.it/2021/03/bike-tour-2021/
visitare la pagina facebook del Bike Tour – www.facebook.com/biketourdecrescita/ o scrivere all’indirizzo e-mail:
* Movimento per la Decrescita Felice
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