Vedere Greta quasi in lacrime all’Onu ha provocato in tanti e tante un sentimento prima di tutto di tenerezza. Ma anche di gratitudine, per la sua straordinaria tenacia, per la sua rabbia. “Sii forte, continua a urlare la tua verità… – scrive Maria Rita D’Orsogna, docente all’Università della California – Non avere paura di loro, persone troppo immerse nella melassa e paralizzate. Ti assicuro che sono loro ad avere paura di te, perché non hai niente da perdere, perché non devi scendere a compromessi…”
Ho esitato a lungo prima di scrivere di Greta. Mi pareva che di attenzione ne avesse già tanta, che sapesse il fatto suo, che fosse determinata e certa, e che avesse smosso tante coscienze con la sua incoscienza di sedicenne, bella e innocente. E mi pareva che di lei fossero state scritte già tante cose, nel bene e nel male, delle sue trecce, dei libri scandinavi di quando ero io adolescente, dei suoi viaggi in barca attraverso l’oceano, dei suoi sit-in invece che andare a scuola, dell’idea di darle il premio Nobel per la pace.
Non avevo niente da aggiungere, per pudore verso una ragazzina caparbia e idealista con una meta. Ed è sempre bello vedere le persone giovani avere degli ideali, quali che siano. E invece vederla quasi in lacrime all’Onu ha smosso in me un sentimento di tenerezza, di una persona probabilmente stanca e forse un po confusa, che si è ritrovata simbolo di una cosa più grande di se stessa e che cerca di fare del suo meglio in questo calderone mediatico in cui si è ritrovata.
Uno ci deve pensare: a sedici anni a parlare a tutti questi imbalsamati della politica che non fanno un passo se non tutto il gotha dell’economia, dell’establishment, delle banche non ha prima dato il suo benestare, mentre che tutto il mondo la critica o la squadra.
Ho visto la sua impazienza, la sua rabbia, la certezza cristallina dentro di se che il clima è davvero la cosa più importante del pianeta, più dell’immigrazione, della fame nel mondo, dei diritti delle donne e di Trump, Salvini e Macron. Perché senza un pianeta sano, e tutto quello che rende il pianeta sano, alberi, animali, cieli blu e acqua limpida, non c’è nemmeno tutto il resto.
E ho visto la sua frustrazione di fronte a codesti pseudoadulti di fronte a lei che non capiscono, che non si rendono conto che basta sedersi lì, prendere decisioni logiche, e voilà, si può iniziare domani a creare un pianeta senza fossili, migliore, per noi, per Greta e per tutti quelli che verranno dopo di noi.
La scienza è chiara, l’evidenza e’ lampante di fronte a noi, adesso, nel nostro quotidiano. Come fanno a non capire? A non vedere? A parlare di denaro, di crescita perenne, come se il pianeta fosse fatto per sfruttamento eternamente crescente. Come fanno a non pensare a quello che e’ accaduto negli scorsi cento anni, e quanto peggio saranno gli anni a venire ora che tutto è diventato fuori controllo. Ne parlo qui ogni giorno, ghiacciai che scompaiono, foreste distrutte, specie animali devastate, perdite di petrolio, inquinamento malato. Come non rendersi conto che non esistono priorità più prioritarie di queste? Evidentemente ci vuole il candore di una sedicenne a ricordarcelo.
E noi altri? A noi altri resta questo insegnamento: tutti possiamo e dobbiamo fare qualcosa, nel nostro piccolo o grande che sia per questo pianeta, che è di tutti, specie dei nostri figli. Lo dico sempre: chi è genitore ha una responsabilità molto maggiore di comprare ai figli l’ennesimo gadget o vestito alla moda, ed è quella di agire per il pianeta. Piantare alberi, stare attenti allo spreco, denunciare gli scandali, arrabbiarsi, protestare, essere strumenti di intralcio a speculatori e schifosi, trovando tempo e coraggio anche laddove non ci sono. E questo perché non c’è dono più grande di un ambiente sano per le generazioni future (leggi anche I dilemmi per salvare la terra, di Guido Viale, ndr).
Greta, cara. Ti voglio bene e ti ammiro. Sii forte, continua ad urlare la tua verità, non accontentarti delle parole, esigi i fatti. Non avere paura di loro, persone troppo immerse nella melassa e paralizzate. Ti assicuro che sono loro ad avere paura di te, perché non hai niente da perdere, perché non devi scendere a compromessi, perché hai ideali puri. Circondati di persone che ti vogliono bene, cerca di prendere del tempo per te, e riposati ogni tanto. E quando sei stanca pensa a quante cose buone hai fatto in questi pochi mesi per il mondo intero. Ti voglio bene, e ti sono grata.
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* Fisico e docente all’Università statale della California, cura diversi blog (come questo, dove è stato pubblicato questo articolo). Consapevole dell’importanza dell’informazione indipendente, Maria Rita ha autorizzato con piacere Comune a pubblicare i suoi
Giuseppe Sammatrice dice
Grazie le sue parole non posso che condividerle a pieno, ieri ascoltando Greta mi sono commosso e nello stesso momento un forte sentimento di rabbia e dolore mi avvolgeva, mi sono rivisto in 40 anni di lotte ecologiste cariche di gioia e dolore.
Grazie.
Giuseppe
Lucia dice
Grazie Greta. Ammiro tanto tanto il tuo coraggio e la tua tenacia.