Non si tratta soltanto di un grande successo al botteghino e neanche di un film divertente di supereroi per la prima volta interpretato da protagonisti afro-americani. Black Panther di Ryan Coogler è diventato un fenomeno sociale mondiale con videoproiezioni autogestite in centinaia di teatri e cinema negli Stati uniti di Donald Trump e in un’industria cinematografica patriarcale quanto profondamente razzista. Per alcuni aspetti è la punta di un iceberg, la grande lotta storica per l’autodeterminazione dei neri. Ma è anche uno sguardo profondo e diverso sul mondo, come spiega Daniele Moschetti missionario comboniano, da alcuni mesi accanto ai movimenti afro-americani: “I personaggi del film discutono direttamente di ingiustizie reali come l’eccessiva sorveglianza e l’incarcerazione di massa delle minoranze razziali, le crisi dei rifugiati, la povertà sistemica, il colonialismo e lo sfruttamento post-coloniale e il razzismo in generale…. il film usa il personaggio di Killmonger per dimostrare come coloro che desiderano liberare gli oppressi possono diventare facilmente oppressori loro stessi…”
di Daniele Moschetti*
Lo ha fatto la Chiesa di Cristo Trinità di Chicago. Lo ha fatto anche la Chiesa Battista di Virginia. E perfino a Memphis presso la New Direction Christian Church e a Los Angeles presso la Hill City Church. I pastori di tante altre Chiese hanno approvato questa attività per i loro giovani ma anche e sopratutto con le loro famiglie. È stato un fenomeno globale negli Stati uniti visto da milioni di persone. Sia bianchi, latinos e African Americans. Ma soprattutto le comunità African Americans hanno accolto con grande entusiasmo questa uscita e lo hanno seguito, osannato e fatto conoscere. Molto spesso persone e gruppi ci sono andate varie volte a rivederlo. Ma cosa hanno approvato i pastori? L’affitto di intere sale di teatri e cinema per la proiezione del film Black Panther di Ryan Coogler, il primo film di supereroi, il più grande momento culturale, fino ad ora, del 2018. Un cast quasi interamente nero. Una colonna sonora diretta da Kendrick Lamar. Presenta africani e discendenti della diaspora provenienti da Nigeria, Inghilterra, Stati Uniti, Kenya e da altri paesi africani. È il pezzo pregiato della compagnia Cinema Marvel Universo. Il film non veicola un messaggio religioso esplicito come un classico film biblico, ma i pastori delle Chiese affermano che una storia di supereroi culturalmente positiva può dare un beneficio per i fedeli, soprattutto se sono African Americans.
“Questo è un modo diverso di pensare“, ha detto il Pastore Otis Moss III, Pastore African American responsabile della Trinity Church, una chiesa che propone discussioni e riflessioni spirituali dopo importanti eventi cinematografici. La Chiesa di Moss ha acquistato 1.200 biglietti per il film, l’equivalente di circa sette teatri. “È importante per la famiglia vederlo insieme”, ha detto. Stanno anche lavorando a una guida di studio per il film.
https://comune-info.net/2018/02/marvel-scommette-black-panther-vero-supereroe-nero/
“Le persone sono davvero entusiaste di vedere l’Africa non considerata sempre come un continente povero, difficile, distruttivo e doloroso, ma di vedere l’Africa attraverso la lente e occhi Africani puntati sull’Africa”, aggiunge Moss. Il momento è storico, a sentire le interviste degli attori mentre lo raccontavano, anche da un punto di vista spirituale.
Contro tutte le previsioni, Black Panther ha superato e battuto molti record di vendita e proiezioni di settimane nei cinematografi e ancora è al botteghino quotidianamente dopo quasi quattro mesi dall’uscita in maniera costante in moltissimi cinema del paese. In tante città noleggiano ancora molti teatri con largo anticipo.
Le varie Chiese soprattutto African American hanno giocato un ruolo importante in questo motore economico. Con le piccole e grandi congregazioni che comprano da una a dieci sale e guardano il film con la famiglia, le vendite salgono alle stelle. La tendenza è chiara. Incoraggiando i membri a guardare il film indossando i loro migliori abiti africani, e creando anche guide di studio e riflessioni cinematografiche per coinvolgere le persone, le Chiese stanno abbracciando e aprendosi al più grande momento culturale del 2018. E questo evento culturale nero per una Chiesa nera progressista non potevano lasciarselo sfuggire.
“La nostra guida di studio parlerà del vero Wakanda: l’antico Egitto e l’antica Etiopia, Timbuktu, grande Zimbabwe – spiega Moss – Tutte queste incredibili nazioni Africane non ci sono state insegnate a scuola e le origini africane del cristianesimo e dell’ebraismo e la sua connessione con l’Islam. La Pantera Nera ci offre un trampolino per sollevare il coperchio del razzismo e della colonizzazione”.
Un altro pastore John Wesley afferma: “Se c’è qualcosa che vale la pena, di andare a vedere come famiglia di fede affittiamo il teatro”, spiega Wesley. “Jesse Holland è un membro della nostra chiesa e fa parte del film. Sarà lì per dare un commento. Dirige la nostra serie di Fede e Film. Abbiamo pensato che fosse un ottimo modo per sostenerlo visto anche l’importanza e bellezza del film”. Anche Michelle Obama ha elogiato il film, scrivendo su twitter: “Congratulazioni all’intero team di Blackpanther! Grazie a voi, i giovani potranno finalmente vedere i supereroi che sembrano come loro sul grande schermo. Ho adorato questo film e so che ispirerà persone di ogni estrazione a scavare in profondità e trovare il coraggio di essere eroi delle loro storie di vita”. Non sorprende che Michelle Obama abbia affrontato la rappresentazione del film delle minoranze. In un’intervista del 2016 con Variety, ad esempio, ha spiegato la necessità della diversità nell’intrattenimento e il ruolo cruciale che svolge per i bambini. “Per così tante persone, la televisione e i film possono essere l’unico modo per capire persone che non sono come loro … Persone che provengono da famiglie che sono istruite, che hanno valori, che si prendono cura dei loro figli, che allevano i loro figli. Se non lo vedi in TV, e non vivi in comunità con persone come me, non sai mai chi siamo, e puoi essere suscettibile a ogni sorta di presupposti, stereotipi e pregiudizi, basati su nient’altro che quello che vedi e senti in TV”, aveva detto Michelle Obama. “Quindi diventa molto importante per il mondo vedere immagini diverse l’una dell’altra, così che, di nuovo, possiamo sviluppare empatia e comprensione”. E ancora: “Ci sono ancora milioni di persone che vivono in comunità dove possono vivere per tutta la vita senza un contatto o esposizione con persone che non sono come loro, che si tratti di razza o religione o semplicemente stile di vita. L’unico modo in cui milioni di persone conoscono gli altri e il modo in cui vivono … è attraverso il potere della televisione e dei film”.
Anche Steven Spielberg ha parlato della pellicola e dell’impatto culturale del cinefumetto: “Penso che Ryan Coogler, il regista, abbia fatto un ottimo lavoro nello scrivere e nel dirigere un film che culturalmente è probabilmente la pellicola di ‘break-out culturale’ più grande dell’ultimo decennio. Cambierà realmente le cose e manterrà le cose cambiate per il miglioramento di tutti noi. Solo l’idea che i ragazzini ora possano crescere dicendo ‘quando crescerò voglio essere come Pantera Nera’ è straordinario”. Spielberg ha diretto, nel 1985, Il Colore Viola che aveva un cast prevalentemente black sul tema della schiavitù nera: “Il Colore Viola era troppo avanti per l’epoca in cui uscì. E fui criticato per averlo diretto perché non ero nero. Ora capisco quelle critiche. Non capii le critiche a quel tempo, ma ora ho capito”.
Una donna afro americana Gwendaline Smith condivide con un tweet ciò che è per lei questa proiezione e soprattutto ciò che è stato il passato e soprattutto il futuro: “Ho visto questo film con mio marito che è un pastore della nostra Chiesa. Mi ha fatto sentire bene essere una donna di colore dalla pelle scura e anche mio marito mi ha detto che lo faceva sentire bene con se stesso. Il nostro popolo ha sofferto il rifiuto a molti livelli, compreso quello di sentirsi figli di un Dio minore. Sono cresciuta insieme a persone che credevano che i neri dalla pelle scura fossero inferiori non solo ai caucasici, ma ai neri dalla pelle chiara. Ho accennato a un ex collega caucasico che le donne nere sono le uniche donne del pianeta che sono state costrette a vergognarsi della trama dei nostri capelli. Abbiamo sistemato i nostri capelli con i rilassanti per sentirci socialmente accettabili. Ho scelto di indossare trecce e parrucche intrecciate ogni volta che il tempo lo permette perché fa caldo in Florida. Era necessario il film Black Panther. Ho detto a mio marito che credo che Dio abbia permesso che fosse così. Di solito non frequento il teatro, ma sentivo che dovevo essere presente questa volta. Questo film ha sollevato molti e ci ha ridato orgoglio africano e offerto lavoro a persone nere che normalmente sarebbero trascurate. Che Dio vi benedica”.
John Stones, un giovane adulto Afro-Americano di Washington con orgoglio dopo aver visto il film mi ha spiegato: “Il film è glorioso. Mette in mostra l’afrofuturismo, l’ingenuità nera, il potere delle famiglie nere e un’adolescente – Shuri, interpretata da Letitia Wright – che mostra le potenzialità dei giovani. Lei è un ingegnere e la più brillante scienziata del mondo. Una donna è anche il generale dell’esercito. Questo è un film molto motivante e affermativo per ragazze e donne. Il film mostra anche la relazione a volte complicata tra alcuni africani e alcuni afro-americani. Si tratta del potere dei padri (o della loro mancanza), il potere dell’istruzione, il potere della suggestione e la tensione tra fare qualcosa contro i seduti in disparte a criticare ma a fare nulla”.
Comunque sia il film Black Panther è una cosa rara in uscita da Hollywood. Un successo senza precedenti e che ha fatto già la storia. La portata di ciò che ha realizzato deve essere compresa attraverso due paradigmi: il contesto di ciò che questo film rappresenta come una pietra miliare e come opera di arte popolare che parla in modo intelligente sia della politica che della storia. È relativamente raro vedere un film di supereroi di grande successo interpretato da protagonisti Afro-americani, per non parlare di un cast di supporto che è anche in modo schiacciante afroamericano. Black Panther ha anche un regista African American, scrittori African Americans, musicisti e molti altri artisti African Americans che si occupano di decisioni dietro le quinte.
“L’industria cinematografica è profondamente razzista, strutturalmente razzista“, ha detto Rashad Robinson, direttore esecutivo di Color of Change. L’industria cinematografica ha spesso giustificato la sotto rappresentazione degli African Americans dicendo che i film con cast neri non vanno molto bene al botteghino, ma Robinson è contro questa tendenza generale. “Non si tratta di economia, si tratta di un sistema che è stato ampiamente impenetrabile per gli artisti di coloro – ha detto Robinson – Ma penso che ciò stia cambiando, penso che Black Panther rappresenti un nuovo e percorso vero, non solo un campanello d’allarme, per un’industria che ha davvero faticato economicamente”.
Black Panther è anche uno dei film di supereroi più intelligenti e politicamente fondati. Non tratta solo di astrazioni. I personaggi del film discutono direttamente di ingiustizie reali come l’eccessiva sorveglianza e l’incarcerazione di massa delle minoranze razziali, le crisi dei rifugiati, la povertà sistemica, il colonialismo e lo sfruttamento post-coloniale e il razzismo in generale. Né si tratta semplicemente di un modo carino per mostrare al pubblico che un film sui supereroi può essere d’attualità. Le principali motivazioni dei personaggi sono radicate nella realtà di questi problemi, che intersecano audacemente le battaglie del mondo reale tra il bene e il male con le loro fantastiche controparti. Il suo conflitto centrale è come il regno africano di Wakanda, nonostante possieda una tecnologia che supera di gran lunga qualsiasi altra cosa creata sul pianeta, sceglie di isolarsi dal resto della comunità internazionale. Mentre un film minore avrebbe affrontato questo conflitto semplicemente sostenendo che l’isolazionismo è sbagliato, Black Panther riconosce che le alternative non sono necessariamente migliori. Erik Killmonger, il capo cattivo del film, potrebbe avere ragione quando sottolinea che l’isolazionismo del Wakanda ha condannato egoisticamente persone oppresse in tutto il mondo a un destino terribile. Allo stesso tempo, il film usa il personaggio di Killmonger per dimostrare come coloro che desiderano liberare gli oppressi possono diventare facilmente oppressori loro stessi se vengono corrotti dalla loro “giusta ira”. E l’isolazionismo del Wakanda può almeno essere giustificato come un tentativo di evitare proprio quel tipo di corruzione, oltre a proteggere i suoi cittadini dalle depredazioni del mondo esterno e mantenere l’autonomia del paese. In effetti, Black Panther è particolarmente degno di nota nel modo in cui individua il significato storico del film, un film di supereroi di successo realizzato da artisti neri, all’interno della più grande lotta storica per l’autodeterminazione dei neri nel paese a stelle e strisce.
Per capire quanto questo film è diventato in pochi mesi un fenomeno sia economico, sociale, di pubblico ma anche di azione per le comunità African Americans nel paese si guardino anche le statistiche riferite alle entrate. Al 13 maggio 2018 Black Panther ha incassato 696.186.611 USD (dollari statunitensi) in Nord America e 645.827.230 USD nel resto del mondo, per un incasso complessivo di 1.342.013.841 USD, a fronte di un budget di produzione di 200 milioni di dollari.
Se Black Panther non fosse stato anche divertente, non avrebbe funzionato affatto come film di supereroi. È un trionfo artistico proprio perché è un’esplosione da guardare, eppure riesce a raccontare una storia cerebrale e abbattere le barriere allo stesso tempo. Ma il cammino per una black identity contro il razzismo dilagante nel paese è un cammino concreto ancora grande da affrontare.
Federica Xrella dice
Bellissimo film molto significativo e innovativo! L’ho visto appena uscito con i miei figli e abbiamo giá voglia di rivederlo!
Bernadette Terrinoni dice
Grazie Comune: non ho visto il film, lo farò al più presto. Ho visto le realtà e il messaggio di Daniele è verissimo.