Forse a Roma qualcuno pensa che la stagione del Teatro Valle, del Cinema Palazzo, del Cinema America e del Teatro del lido di Ostia non abbia seminato. Al Pigneto sono state due intense giornate di mobilitazione ampia e determinata che hanno rispedito al mittente le tristi ambizioni censorie perseguite dalla giunta 5S capitolina e municipale insieme al Pd, che, non contento di aver determinato la chiusura del cinema Aquila, sembra quasi disturbato che il cinema sia aperto, per di più attraverso un processo partecipato. E oggi sit-in creativo in piazza Campitelli alle 14. La partecipazione di facciata ha le gambe corte. #laculturanonsicensura
Sono state due intense giornate di mobilitazione ampia e determinata che hanno rispedito al mittente le tristi ambizioni censorie perseguite dalla giunta 5S capitolina e municipale insieme al Pd, che, non contento di aver determinato la chiusura del cinema Aquila, sembra quasi disturbato che il cinema sia aperto, per di più attraverso un processo democratico e partecipato.
Giovedì sera al nuovo Cinema Aquila del Pigneto, la sala Magani era gremita, non ostante il presidente del Municipio V Giovanni Boccuzzi ha sconvocato impovvisamente il tavolo partecipato con cui l’amministrazione capitolina ha gestito fino a una settimana fa insieme ai comitati di quartiere e le associazioni del territorio – riunite nel coordinamento Spazio comune cinema Aquila – lo spazio che negli anni scorsi fu sottratto alla mafia e destinato a usi sociali. Le associazioni, però, hanno respinto al mittente la mancata convocazione del tavolo, che arriva non soltanto dopo che il municipio ha negato due proiezioni “sgradite” all’amministrazione, uno sul canile comunale della Muratella, tre sulla violazione dei diritti umani in Palestina, ma dopo l’annuncio di un bando su quello spazio.
È attesa, infatti, venerdì nella seduta odierna della Giunta capitolina guidata da Virginia Raggi contenente le linee guida per il bando con cui l’amministrazione identificherà, nei loro piani entro giugno, il nuovo gestore dello spazio. “Documento su cui – hanno replicato le associazioni nel corso della riunione – nonostante questa amministrazione si sia riempita la bocca della parola partecipazione, non si è mai avuto né annuncio, né traccia. È per questo che venerdì alle 14 hanno convocato a piazza Campitelli, sede del dipartimento cultura guidato dall’assessore capitolino e vicesindaco Luca Bergamo, un sit-in creativo per protestare contro l’atto di censura e chiedere un vero confronto partecipato sulle linee guida e sul bando che verrà.
“Non capiamo – hanno spiegato giovedì sera in assemblea alcuni esponenti delle realtà del coordinamento – come mai il Teatro di Ostia si può non mettere a bando, per consentire che l’ottimo lavoro svolto dalle realtà che lo animino continui, si annuncia che per il Teatro Valle si continua a lavorare per la riapertura con gli ex occupanti, e invece per l’Aquila, che pure ha coagulato un numero incredibile di realtà culturali di tutta la città, si proceda con un bando alla chetichella. La partecipazione di facciata ha le gambe corte, è ora di avviare una riflessioni più ampia sugli strumenti e gli spazi partecipativi che occorre mettere in campo per non rendere vano l’impegno di migliaia di cittadini e cittadine che si sono attivati su questa vicenda. Con l’hashtag #laculturanonsicensura la convocazione per venerdì pomeriggio si sta diffondendo a macchia sui social, per convincere l’amministrazione a scoprire le carte e aprire un vero confronto.
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