Alcuni messaggi diffusi in rete di fronte alle notizie provenienti dalla Francia (pagina in continuo aggiornamento).
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Esco dal teatro nel quale faccio spettacolo, a Roma. Sono un po’ stanco e penso ai pomodori che mi mangerò con un pizzico di sale e un goccio d’olio, poi dalla radio conosco quel che è successo in Francia.
Penso che la Francia è lontana, ma, minuto dopo minuto, capisco che ho un sacco di amici a Parigi. Mi fermo in un bar aperto e chiedo al barista di cercare un canale che racconti quel che è successo. Poi scrivo ai miei amici che stanno a Parigi. E mi rispondono:
“Eravamo fuori a poche centinaia di metri. Siamo sotto shock, ma…”.
“C. sta chiusa in casa, un po’ di paura, aspettiamo domani per capirci qualcosa…”.
“Io tutto bene…”.
“Tutto bene. nessun morto in famiglia, ma sto in Lussemburgo, chissà se ci lasciano tornare in Francia. Un abbraccio”.
“… una punta di vera disperazione per il mondo in cui viviamo”.
e “Noi bene. A casa per fortuna”.
Paura etimologicamente significa qualcosa del tipo “essere percossi, prendere un colpo”.
E questo colpo ci colpirà ancora per molto tempo. Come? Io non lo so dire. Posso solo metterlo a disposizione di un discorso comune per capirci qualcosa. Grazie a tutti i dubbiosi.
Ascanio Celestini
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Ancora Parigi. Contro l’assurdità dell’odio e del terrore non smettiamo di coltivare la speranza. E non stanchiamoci di continuare a seminare e a far crescere germogli di pace…
Paolo Limonta, maestro
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Parigi ferita e spaventata! La mia solidarietà va a tutte le vittime, a tutte le parigine e a tutti i parigino in questo momento di terrore e di dolore. Speriamo che le cose non peggiorino e che lo Stato abbia la capacità di fermare i terroristi e di garantire la sicurezza delle persone. Quando questo dramma sarà finito bisognerà riflettere seriamente sulle politiche dei governi che non hanno fatto che la guerra. La guerra attira la guerra e sono gli innocenti a pagare.
Alain Goussot
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Questa notte non si dorme. Si veglia. Per le decine di vite spezzate dall’odio cieco e malato. Si piange. Si riflette. Si cerca di capire. Ma non abbiamo paura e reagiremo.
Marino Ficco, Parigi (Marino è l’autore del bellissimo reportage La chiamano la Jungle di Calais)
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Sconvolto dagli attentati a Parigi. In Francia gira un hastag che è #porteouverte, sono i parigini che offrono ospitalità a coloro che si trovano fuori e hanno paura ad attraversare la città questa notte. Aprono le porte contro il terrore. Se siete a Parigi, potete usarlo.
Saverio Tommasi
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Il capitalismo porta la guerra come il vento porta la tempesta, diceva Jean Jaurès prima di essere assassinato…
Ennio Plauto Terenzio (segnalato da Gius Maggi)
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#Parigi vogliono rubarci la libertà di uscire, di vedere una partita, andare ad un concerto, a cena fuori. Non ci riusciranno
Alessandra Magliaro
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Chi semina vento raccoglie tempesta
Giampiero Monaca
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Spira un vento brutto in questa Europa.
Emanuela Lava
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Adieu ma liberté…
Dhyan Gandha Emanuela Risari
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Non bastassero le vittime e l’orrore seminato da ignobili assassini temo, per di più, che si apra un’autostrada per le destre xenofobe europee. Stato di emergenza, frontiere chiuse, ostaggi ammazzati uno per uno con un colpo di grazia. È terribile. Non ho parole.
Giancarlo Vitali Ambrogio
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Gli sciacalli sono in agguato. Non hanno dignità e sono già lì a sbavare, a fare la conta di quanto possono ricavare da questa immane tragedia. Parlano di scontro di civiltà, di chiudere le frontiere, di bombardare, di uccidere. E lo fanno dinanzi ai corpi ancora caldi delle vittime di questo abominio. Questa solerzia nasconde la vergogna di chi, negli ultimi vent’anni, ha sostenuto decine e decine di guerre e sa di essere il vero responsabile di questi innocenti, come di tutti gli altri. Se l’Europa ha ancora un senso, se quello spazio, prima di tutto ideale, che ci ostiniamo a chiamare Europa vuole riavere dignità, dichiari il disarmo, la pace perpetua, la fine delle frontiere e delle guerre. Altrimenti la barbarie più grande dobbiamo ancora incontrarla sulle nostre strade, magari lastricate di filo spinato!
Andrea Alba
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Terribile… il cuore spezzato anche in Europa, nulla sarà più come prima… #avecParis
Luca Fioretti
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Aereo russo, poi Beirut ieri e oggi Parigi. È iniziata la guerra.
Francesco Piobbichi
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Fermare le guerre. In ogni luogo.
Massimiliano Guerrieri
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È vero che le grandi potenze occidentali come la Francia sono esse stesse carnefici, che in molti paesi mediaticamente dimenticati muoiono violentemente ogni giorno decine e decine di innocenti e che se non fossimo ipocriti dovremmo essere scolvolti allo stesso modo per le carneficine in Turchia, Siria, Israele… ma in questi scenari “inconsueti” ci sentiamo tutti toccati da vicino perché al loro posto potevamo esserci noi e la prossima volta potrebbe toccare a noi. Mi sento sconvolta e ho un senso di vuoto, angoscia e fortissima rabbia per l’accaduto. E mi sento anche ipocrita.
Alice Mi
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L’altro ieri a Beirut 41 morti di civili innocenti per un attentato dell’Isis… non ho letto un post di solidarietà e riprovazione per quelle vittime. La notizia è passata come tante altre, quando accade fuori dai confini europei o statunitensi.
Virginia Benvenuti
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Siamo a casa ora… Eravamo nella zona degli attentati: siamo rimasti dentro il ristorante con le saracinesche abbassate per un bel po’. Sto bene, sono solo incazzata!
We are just back home and safe. We were close to the area of the attacks, so we had to stay quite long inside the restaurant with closed doors. I am fine, just furious!
Elisabetta C., Parigi
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Guerra globale permanente…. e non da oggi, ora é semplicemente anche a casa nostra. A morire, come sempre, é la gente comune. Queste azione terroristiche saranno funzionali a rafforzare lo Stato d’eccezione permanente e a pagarne le conseguenze saranno chi già é vittima di questo sistema e di questo war game, a partire dai migranti per arrivare alla repressione violenta e preventiva alle lotte sociali. Disertare e disobbedire alle logiche del terrore, delle barbarie e delle guerre é l’unico antidoto per restare umani.
Italo Di Sabato
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Non ci farete cambiare idea. Sopratutto voi sciacalli che non vedete l’ora di soffiare sul fuoco dell’odio. Il nostro cuore, la nostra mente, le nostre frontiere rimarranno sempre aperte. I morti DI Parigi, come le vite spezzate negli ultimi giorni in Burundi, i kurdi sotto le bombe di Erdogan, i mussulmani perseguitati in Birmania, i nativi bruciati nei roghi dei latifondisti in Brasile, e tutte le altre, troppe, vittime innocenti di questo mondo, sono i nostri morti. E per loro continueremo a batterci per un mondo finalmente giusto, anche se non lo vedremo mai.
La Talpa e L’Orologio
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Terrore. Il teatro, la musica, lo stadio, il ristorante. Colpire la vita mentre sorride, durante lo svago, nel fine settimana. E infatti poi allo Stade de France sono stati chiusi i cancelli, la gente come in gabbia. A Parigi è stata immediatamente bloccata la circolazione. Sigillate le frontiere. E l’appello di Hollande in televisione e’ stato “non uscite di casa”.
Le #porteouvert dei parigini in soccorso di chi era in strada sono state inghiottite in un attimo, dal racconto e dalle nostre coscienze. Questo è terrore puro. Perché colpisce al cuore delle nostre esistenze. C’è un salto di qualità. Bisognerà trovare le parole, la lucidità, il fiato. Ma stamattina mi sono stretta a mio figlio nel letto, gli ho accarezzato la guancia ascoltando il suo respiro. Oggi fa paura.
Marta Bonafoni
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È strage, ma già li vedo gli sciacalli, seminatori di odio e razzismo all’attacco.
Giovanna Cavallo
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… Adoro la pace, amo la Dolcezza e la Gentilezza. Il Rispetto la Natura. Voglio credere nel mondo d’amore che tanto amo!
Daniela Di Bartolo
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L’anno 2015 si avvia a concludersi com’era iniziato, con spari morti dolore a Parigi.
Oggi come in quei giorni dichiariamo il nostro amore per la pace e il dialogo, condividendo il cordoglio e la rabbia.
Le donne e gli uomini della Rete di Cooperazione Educativa – C’è speranza se accade @
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Chi può (perchè ne ha le facoltà intellettive) si faccia delle domande (intelligenti) e si dia delle risposte (dopo adeguata riflessione). E poi magari si impegni a cambiare qualcosa. Da quello che mangia, a come si muove, a quello che compra, a come agisce nel quotidiano, a quello che esprime attraverso la sua vita.
Valeria Pulieri
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L’unica strada percorribile è quella della pace.
Carlo Carzan
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Da una mia cara ex alunna che vuole continuare a credere che esistono percorsi diversi dalla violenza, che ha chiaro che la violenza genera altra violenza e strumentalizzazione e che sa che l’ingiustizia crea divisione, odio e razzismo.
Brava Giulia!
“La violenza genera altra violenza e strumentalizzazione, si sa. Ma mai avrei pensato di leggere stati e commenti aberranti come quelli delle ultime ore (es: tutti i musulmani sono terroristi, chiudiamo le frontiere e chi più ne ha più ne metta…).
Non bisogna vendicarsi, bisogna costruire un mondo giusto, diverso e senza divisioni… Sì, perché le divisioni sono sempre state alla base di odio e razzismo. E anche se questo mio pensiero può sembrare utopico e ingenuo, io ci credo”
Ida Erminia Fava
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Oggi la Ville Lumière brilla un po’ meno! Emoticon frown Solidarietà ai parigini e alla loro città: “la più bella del mondo”
Angela Maltoni
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Il genere umano può liberarsi della violenza soltanto ricorrendo alla non-violenza. L’odio può essere sconfitto soltanto con l’amore. Rispondendo all’odio con l’odio non si fa altro che accrescere la grandezza e la profondità dell’odio stesso. (M.K. Gandhi da Harijan, 7 luglio 1947)
Michel Cardito
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Il mio pensiero alle vittime, ai loro cari, a chi ha paura, a chi precipita nell’insicurezza e nel terrore. Prendiamoci cura della nostra paura e di quella di chi ci sta accanto, operiamo affinchè non diventi materia politica per razzisti e guerrafondai, evitiamo che diventi rabbia. Prendiamoci cura della convivenza che con fatica costruiamo e proteggiamo. Certo, occorre colpire quanti vogliono colpirci, senza generalizzare: è quello che cercano. Leggi speciali? Sì, togliere la parola a quanti vogliono utilizzare questo crimine per racimolare voti e alimentare l’odio nei confronti di chi ci sta accanto. Voglio prendermi cura anche di quelle famiglie che professano un’altra religione e che lunedì incontrerò a scuola di mia figlia, temo che nei loro occhi leggerò il terrore. Non è questo il pasese che voglio, restiamo umani.
Gianluca Peciola
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Certe volte ti avvisano con rumore
prima di arrivare
e la terra si trema
e gli animali si stanno zitti
certe volte ti avvisano con rumore
Vanno
vengono
ritornano
e magari si fermano tanti giorni
che non vedi più il sole e le stelle
e ti sembra di non conoscere più
il posto dove stai.
le nuvole. f.de andrè
Oliviero Bettinelli
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Ho carissimi amici che vivono a Parigi, musicisti che stavano spensierati a due passi dall’attentato, hanno sentito gli spari, sono corsi a casa. Stanno bene – cosa vuol dire – si, sono incolumi, salvi, e feriti nell’animo, tremanti di paura e di rabbia, attoniti e addolorati. Con la consapevolezza che non ci si divertirà più per molto tempo, che la spensieratezza è roba da bambini, col terrore a fianco e la sfiducia a barricare la via.
Annalisa Mugheddu
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Domenica 15 a Bolzano ci sarà il Welcome to Refugees (leggi Binario 1. Refugees Welcome ndr), e ora parteciperò con ancora più convinzione di prima, con la speranza che sia un segnale forte. Ci parteciperò con ancora più convinzione perché quello che è successo a Parigi non ha niente a che fare con questo evento, se non l’essere un ulteriore motivo per parlare di umanità.
Come ognuno di noi si è sentito colpito, ieri, nel vedere quelle morti, quelle vite innocenti strappate senza alcun motivo, così dobbiamo sentirci toccati ogni volta che viene strappata una vita innocente, ogni volta che si versa del sangue, ogni volta che l’umanità viene calpestata.
È per questo che domani parteciperò con ancora più fermezza al Welcome to Refugees. Tra tutto il terrore e il dolore che ho visto ieri sera, c’è stato un barlume di speranza, di amore, di umanità: i cittadini aprivano le porte per far entrare la gente che era per strada e sperare di stare più al sicuro. Un hashtag girava in rete, e diceva “porte aperte”. Io voglio che le mie porte siano aperte a chiunque scappi da tutto quello che quegli innocenti ieri sera hanno subito, perché davanti al male e alla follia non esiste nazionalità, soltanto umanità.
Fanculo all’odio, Fanculo al terrorismo, Fanculo alla violenza. Spero di vedervi in molti.
Alex Piovan
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La guerra è cominciata da un pezzo, e Parigi non è che una piccola Kobane
Marco Arturi
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Contro tutti, tutti i fondamentalismi e contro tutte le strumentalizzazioni che aizzano all’odio! Ci troviamo alle 16 in via Turati, al Consolato Generale di Francia a Milano, portando un fiore per tutte le vittime.
Edda Pando, Milano
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No, non é una buona giornata per chi continua a credere, nonostante tutto, nei valori (profondamente laici e religiosi) della libertà e umanità.
Brunetto Salvarani
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Non ho ancora sentito un capo di stato occidentale esprimere la volontà di intraprendere, tra le misure di salvaguardia, l’interruzione immediata del commercio di armi ai paesi che foraggiano gli jihadisti.
Federico Bonadonna
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Parigi, esige un atto di conoscenza. Lunedì non possiamo aprire i quaderni e i libri facendo finta di nulla. Spieghiamo ai nostri ragazzi che sta accadendo, raccogliamoci in silenzio pensando alle vittime di ogni Paese. Informiamoci. Mi auguro che anziché aprire il quaderno, si aprano i quotidiani.
Alex Corlazzoli, maestro
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E cosa ce ne facciamo delle parole di cordoglio dei governatori? Renzi dice “hanno attaccato l’umanità”, Merkel ” piangiamo con voi, combatteremo con voi”, Obama “un attacco all”umanità e ai nostri valori universali” mentre l’Empire a New York verrà illuminato con i colori della bandiera francese… Altro non sapete fare, altro non sapete dire voi che avete la responsabilità di contribuire a questo stato di cose causato da politiche basate su economie spietate, da sanguinose guerre in nome del petrolio, da questo feroce odio alimentato dai guadagni sicuri di fabbricazione e commercio di armi.
Elisabetta Pau
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Se si volesse fare veramante una lotta efficace al terrorismo, bisognerebbe iniziare a deportare tutti i dirigenti delle banche e delle multinazionali, poi passare ai politici funzionari di Fmi, Bce. Sciogliere la Nato e dichiarare il capitalismo un capitolo chiuso.
Francesco Pachuk
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Sabato 14, tarda mattinata. Esco ora dall’ufficio postale dove ho spedito le Cartoline dei Pacifici ai duemila bambini e bambine italiani che hanno partecipato al progetto sulla pace promosso dalla Rete di Cooperazione Educativa. Parigi è vicina, Parigi siamo noi che ogni giorno coltiviamo la speranza, con determinazione e mitezza per un mondo diverso.
Luciana Bertinato, maestra
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Oggi nel sentite la notizia di Parigi una miriade di sentimenti di orrore, pietà, dolore e rabbia mi hanno invaso. Penso che sia così per tutti, stamattina il senso del lutto e la paura ci hanno invaso e si vorrebbe reagire per scongiurare per sempre tragedie come questa. Alla Tv si affannano a suggerire questa o quella linea di reazione, ma tutto sembra così difficile e inattuabile. La realtà è troppo dura e sconvolgente e la mente va ai nostri cari lontani… E la paura cresce.
In mezzo a questi pensieri mi sono ricordata che o tre giorni fa sentivo alla radio che era stato arrestato un trafficante d’armi, mi È suonata subito come una notizia assurda. Vendere armi dovrebbe essere illegale sempre. Non ci sono modi giusti e modi sbagliati di vendere le armi. Le armi uccidono i buoni e i cattivi e non stanno a guardare. Più sono infallibili, più sono ritenute ottime. L’Italia vende legalmente e illegalmente le sue armi ai paesi dove regna il terrorismo islamico e bisogna che si smette di farlo.
Basta fare mercato con la morte.
Salvatrice Raimondi
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Siamo a Roma.
Nous sommes à Rome.
Col Cuore a Parigi
Le Coeur à Paris
Daniela Festa
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Alle 16,30 sarò con una delegazione di Sel in piazza Farnese per portare un fiore all ambasciata di Francia a Roma e poi alle 17,30 in piazza del Popolo con Nicola Zingaretti e i presidenti di municipio. Sarebbe bello vedersi e incoraggiare insieme il popolo francese.
Massimiliano Smeriglio
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Stamattina ho avuto occasione di parlare con una famiglia palestinese che vive a Bolzano di quello che è successo ieri a Parigi. Bisogna parlare con le persone perché non importa da quale paese vieni, o in quale religione credi… quello che è veramente importante é non chiudersi in se stessi e non aver paura dell’altro. Quelli dell’Is sono dei terroristi, gente senza speranza che non c’entrano niente con la religione o con un paese… ogni giorno uccidono tanti musulmani e soprattutto bambini e bambine. Tutto il mondo deve stare unito contro questo terrore! United we stand divided we fall
Diana Belloni, Bolzano
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Lacrime e silenzio oggi!
Carla Corciulo Cortibelli
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È difficile tener sempre la porta aperta, non è facile. C’è anche la paura, ma noi non rimuoviamo la paura, la affrontiamo. (Don Gallo)
Leoncavallo, spazio pubblico autogestito, Milano
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Urge un’economia di pace, una decrescita del ramo militare. L’Italia ripudia la guerra (solo in casa propria?). Spesso, la violenza torna indietro, come un boomerang
Roberto Lepera
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Anche oggi abbiamo filo spinato intorno al cuore. Prendiamo atto che l’odio e il terrore non sono poi così distanti da noi, dalle nostre certezze e consapevolezze. Tutto è labile, manovrato e deciso da pochi. Siamo pedine dell’unico Dio che davvero conta fra gli uomini: dio denaro. Personalmente mi impegnerò affinché la scuola possa essere veicolo di cultura di pace e perché sentimenti di rabbia, odio e paura verso il prossimo possano essere chiavi di rilettura e riflessione verso una resilienza comunitaria. Questi fatti ci passano attraverso, non possiamo sottrarcene. Ci feriscono e cambiano, ma sono anche opportunità per scrivere quel che di noi ancora non si era svelato. Trasformare l’impotenza da spettatori, in forza motrice di volontà determinate al disconoscimento dell’odio come occasione di vendetta e ritorsione.
Pensiamo ai bambini, che in ogni parte del mondo assistono e vivono scene più, o meno, tragiche. Mario Lodi ci ha insegnato: ” non c’è processo educativo che non sia inserito sulla realtà del bambino, piaccia o non piaccia, com’è”. Partiamo quindi da quel che c’è.
Valentina Guastini, maestra
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Ciò di cui non dobbiamo avere paura è l’inclusione sociale. Il diverso che diventa abitudine. L’integrazione, che si fa pane quotidiano. A chi mi sputerà addosso la propria intolleranza. A chi mi accuserà di buonismo io dico questo. Guardatevi alle spalle. Alla lunga e travagliata storia del nostro essere donne e uomini, su questo lembo di terra abusata. Guardiamoci intorno, e ascoltiamo il lamento di una storia che non vogliamo imparare.
La violenza genera sempre, e comunque, violenza. È sempre stato così. Sempre. Il finale, però, non è mai scritto. Sta a noi scegliere, come per tutte le cose. Tocca a noi sentire in modo diverso. Tocca a noi fare. Agire. Cambiare.
Marco Boschini
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I rifugiati vivono un dramma e sono scappati proprio dal fondamentalismo tra l’Iraq e la Siria. Chi ha organizzato l’attentato è qualcuno che conosceva bene i luoghi dove l’attentato è stato consumato! E hanno ucciso tanto cristiani quanto musulmani, tanto giovani quanto anziani. Perché il terrorismo mira a seminare terrore sui civili! Non solo nei cristiani! Ma tra la gente comune!
Anna Bruno
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Ma perchè bisogna spiegare che le prime, innumerevoli, quotidiane, vittime dell’Isis sono musulmani, e che quelli che quotidianamente li combattono sono sempre musulmani? È necessario ‘sto continuo tutoraggio agli idioti, agli ignoranti? Maledizione.
Mauro Biani
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Quello che è successo a Parigi è terribile. Terribile è perdere tanta vita così. Non ci sono parole. Non c’è dolore più grande di restare ad aspettare qualcuno che non tornerà più. Ma non c’è solo Parigi.
Lo sgomento, il terrore, il dolore che proviamo oggi, lo viviamo ogni giorno. Perchè non è meno doloroso perdere vite in mare, o nelle quotidiane resistenze contro le oppressioni. Non è meno terribile abbandonare alla deriva una barca di migranti. Non si è meno terroristi a sganciare bombe dall’alto del cielo.
Elena Giuliani
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Da ateo convinto, libero da ogni sottomissione a qualsiasi divinità, e da razionale sostenitore dei diritti umani senza se e senza ma, vorrei ricordare a tutti coloro che, in queste ore, da novelli esperti di geopolitica stanno facendo l’equivalenza isis=islam=terrorismo che, quotidianamente, il 99 per cento delle vittime dei fascisti del califfato islamico sono musulmani. Così, solo per onestà intellettuale.
Usare gli attentati di Parigi per mascherare il proprio razzismo e la propria violenza è a dir poco meschino. Il fondamentalismo religioso si sconfigge con la democrazia, con la giustizia sociale e con una cultura umanista come grande orizzonte europeo.
Detto questo, libertà, uguaglianza e fraternità sempre!
Matteo Saudino, insegnante
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“La guerra che verrà non è la prima. Prima ci sono state altre guerre.
Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti. Fra i vinti la povera gente faceva la fame. Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente”.
Bertolt Brecht
Segnalato da Rosetta Cavallo, maestra
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La cosa più tragica di questi attentati è il nostro dramma nazionale che si chiama Salvini.
Quello che dice e come lo dice è persino peggio di come si veste, il che è tutto dire.
Che tristezza.
Manuela Salvi, scrittrice
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Promemoria
Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola,
a mezzogiorno.
Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per non sentire.
Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno né di notte,
né per mare né per terra:
per esempio, la guerra.
Gianni Rodari
Segnalata da Domenico Finiguerra
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C’è chi crede che questa guerra sia iniziata ora, questo adesso mi fa un po’ di rabbia. C’è chi pensa che questo sia l’inizio quando invece c’è chi ha lottato e lotta (e anche fugge) da tempo contro/dall’Isis (di cui sarebbe ora di chiedersi cos’è e da dove viene). C’è chi non ha capito che a chi da tempo ha iniziato la propria battaglia contro l’Isis (vedi Kobane), a chi ha portato solidarietà (vedi attentato ad Ankara del 10 ottobre), i nostri alleati (di cui alleata non vorrei essere) come la Turchia, e non solo, li ha combattuti facendo credere di essere dalla parte sbagliata.
Forse le vittime (innocenti) degli attentati francesi (con mio dovuto cordoglio) serviranno a far prendere coscienza ad alcuni della situazione (di merda) che vivono altri umani (che non siano europei) da troppo tempo. O forse sarà solo un’altra occasione per pretendere una guerra senza conoscerne il senso (se mai ce ne potesse essere in una qualsiasi forma di conflitto) e circondare sempre di più se stessi e chi ci sta intorno di odio e terrore.
Altro che chiudere… Le prime frontiere da abbattere sono quelle delle nostre menti.
Francesca Del Volgo, bar del porto Lampedusa
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Un plauso agli esponenti dei partiti politici francesi che non solo sono riusciti a ritrovare l’unità di fronte all’immane tragedia che ha colpito il cuore della Francia, ma hanno anche scelto di restare in silenzio per rispettare l’ora del pianto e del lutto. Così non è avvenuto purtroppo in Italia dove i politici hanno perso l’occasione per stare zitti e osservare in questo modo una solidarietà profonda con le vittime. Abbiamo assistito ancora al rituale disgustoso delle dichiarazioni che tentavano di tirare per la giacca il dolore per utilizzarlo a vantaggio delle proprie posizioni. Si chiama sciacallaggio. E adesso si ascoltano i dettagli, le storie personali di chi è scampato all’eccidio o dei familiari che raccontano dei propri figli. Ascoltiamo la testimonianza di Zouheir, un musulmano del servizio di sicurezza dello stadio dove si sarebbe consumata una strage ancora più terrificante se lui ai tornelli non si fosse accorto dell’uomo che sotto al giubbotto nascondeva l’esplosivo e i dispositivi per azionarlo. Il terrorista, inseguito dalla polizia è scappato lungo i viali adiacenti lo stadio e si è fatto esplodere senza causare altre vittime. In queste ore conosciamo la storia delle due ragazze ferite nel ristorante di Avenue de la Republique, vicino al Bar Carillon. Safer, anch’egli musulmano, cameriere in quello stesso ristorante, è riuscito a trascinarle in cantina mentre al piano superiore ancora si sparava. Alla fine in quel locale si sono contate 15 vittime meno due. Servirà almeno questo a farci considerare che il terrorismo islamico è composto da un’esigua minoranza di fanatici?
Tonio Dell’Olio, mosaicodipace.it
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La foto non restituisce nulla su come Antonio e Luciano abbiano comicinciato a leggere, su un giornale di sabato, le notizie sui fatti di Parigi. Dieci righe uno, “leggi tu”, dieci righe l’altro, “tocca a te”…tutti gli altri bambini ascoltavano in silenzio. Abbiamo provato a spiegare loro cosa fosse successo. Abbiamo avuto la certezza che loro lo sapessero meglio di noi adulti.
Il terzo bambino nella foto è Omar. Per lui la scuola è un tormento ma…Omar sta imparando a leggere l’arabo, la domenica va in moschea e quando va a trovare il padre gli legge il corano. Gli altri bambini hanno cominciato a fargli 1000 domande su come questa o quella parola si pronunciasse, allora abbiamo usato google translate. Li ho lasciati che cercavano “ti amo” e quando son tornata dopo cinque minuti stavano cercando quello che vedete nella foto. Io credo in questi bambini!
Gabriella Nocera, maestra
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Gius Maggi dice
Voglio precisare che il pensiero che mi è stato attribuito qui appartiene invece a Ennio Plauto Terenzio
Alina dice
Strano che non si vendicano con la russia e con la mosca ?
E piena di musulmani, ha frontiere meno controllate e rigide..))
In piu abbiamo elezioni regionali per il 6/12 in Francia…
Così abbiamo tutto gia pronto per la vincita di Le Pen..