di Monica Pasquino
Mercoledì gli abitanti dell’occupazione abitativa del 4 Stelle Hotel, sulla via Prenestina, a Roma, hanno visto concretizzarsi sotto i propri occhi l’Articolo 5 del Piano Casa. Il provvedimento, voluto dal capo del governo Renzi e dal ministro delle infrastrutture e dei trasporti Lupi, all’articolo 5 elimina la possibilità di prendere la residenza nelle occupazioni. Questo sta provocando come effetto immediato la privazione dei servizi gestiti dal Comune, nelle grandi e nelle piccole città, ogni giorno. Il nostro Stato non assicura sanità, scuola, acqua, luce e gas per chi vive in stabili occupati, nonostante l’impoverimento diffuso e la disoccupazione galoppante.
Mercoledì intorno alle nove di mattina, quando la maggior parte degli occupanti era fuori a lavorare o per accompagnare i figli a scuola, due operai si sono avvicinati al muro di cinta dell’ex Euro Congress Hotel, per bloccare l’afflusso di acqua alle tubature dirette all’edificio. Difficile, praticamente impossibile, risalire a quale azienda esterna Acea abbia fatto ricorso e a chi abbia in concessione l’appalto del servizio distacchi, con quali modalità e a quali costi.
Senza alcun preavviso 500 persone (180 nuclei familiari) sono rimaste senz’acqua, comprese le molte giovani coppie con figli piccoli ed altre con anziani a carico. Non c’è stato alcun avvertimento che potesse permettere agli occupanti di organizzarsi, per trovare taniche, bidoni e rimedi di fortuna. Non molti conoscono la storia del 4 Stelle Hotel: un hotel per congressi e business nel quartiere di Tor Sapienza, a ridosso del Gran Raccordo Anulare, che, improvvisamente, ha chiuso i battenti alla fine del 2011, lasciando senza lavoro 60 dipendenti.
Circa un anno dopo l’abbandono, nel dicembre 2012, l’ondata delle occupazioni romane dei movimenti per il diritto all’abitare ha interessato anche questo grande edificio, tra i dodici occupati per garantire un tetto ed una casa ad oltre 3000 persone. Da allora, il 4 Stelle ha ripreso vita grazie ai suoi nuovi abitanti, attraverso un processo di auto-organizzazione interna e tramite la riattivazione condivisa degli spazi comuni e delle camere. Una comunità meticcia e solidale, composta da persone nate in Italia insieme ad altre scappate da regimi, guerre civili e condizioni di estrema povertà.
Questo mosaico di storie, dolori, lingue, sorrisi e volti, è oggetto di narrazione di un webdoc di prossima uscita, realizzato da un gruppo di media attivisti indipendenti, che racconta la variegata e popolosa umanità del 4 Stelle Hotel e il percorso di consapevolezza e lotta per i propri diritti.
Qual è stata la risposta degli occupanti? Hanno deciso di resistere con le mobilitazioni e con l’autorganizzazione degli allacci e giovedì hanno riallacciato l’acqua, alla luce del sole.
Lorenzo dice
Attenzione a difendere le occupazioni abusive, sempre e a prescindere. Chi lo fa ignora o avalla le speculazioni e le violenze, il racket mafioso degli occupanti finti bisognosi, che occupano per rivendersi la casa occupata.
L’occupazione abusiva elevata a sistema non risolve il problema abitativo, ma lo complica, creando cortocircuiti nelle graduatorie per l’assegnazione regolare delle case popolari, creando cittadelle a parte (Bastogi, eccetera) dove comanda il più forte e i suoi parenti e amici mafiosi, creando un alibi comodo per un Comune e una Regione inerti sul problema abitativo.
Giusto impedire di prendere la residenza nella casa occupata.
Giusto farla finita con le occupazioni abusive gestite da chi ne ha fatto e continua a farne un business.