Dal 26 al 28 aprile a Torino si svolge «Culture Indigene di Pace. Ri-educarsi alla Partnership!», tre giorni di incontri e seminari per riscoprire i valori educativi delle società egualitarie e andare oltre i linguaggi, gli stereotipi e gli ostacoli prodotti dalla cultura patriarcale. Qui di seguito, un’intervista a una delle ospiti di Torino, Martha Toledo Martinez della comunità di Juchìtan (Messico), nella quale le donne hanno potere nella vita pubblica e le relazioni sociali sono costruite attraverso la condivisione dei beni. In Juchitán raggiunge l’apice del prestigio non chi ha più denaro, ma chi ha dato di più agli altri.
La popolazione indigena della città messicana di Juchitán, una delle tante città indigene lungo la costa del Pacifico sul golfo di Tehuantepec, è riuscita a preservare gran parte dei suoi modelli sociali tradizionali sopravvissuti non in una lontana enclave rurale ma in un centro di transito molto frequentato, nel bel mezzo della moderna e complessa società messicana.
Un esempio straordinario di matriarcato urbano, che Heide Goettner-Abendroth nel suo “Le Società matriarcali. Studi sulle culture indigene del mondo” descrive come risultato della solidarietà fra donne, del loro inflessibile indipendentismo rispetto al mondo esterno, e del loro continuo intervento nella politica degli uomini.
«Secondo l’analisi femminista – ci spiega – il fenomeno che più colpisce in questa città sono le donne e non solo per lo spettacolo di grande effetto che suscita il loro pittoresco abbigliamento, come per esempio le gonne dai vivaci disegni e le splendide bluse ricamate con enormi fiori. Quello che è più singolare, invece, è il dominio che esercitano nella vita pubblica, sia per gli ottimi affari che realizzano nella piazza del mercato, sia per la gestione dei grandi festival che organizzano nelle strade.
Il matriarcato è determinato anche da altri importanti elementi che danno forma alla loro cultura. Uno di questi è che la casa appartiene soltanto alla donna e questo perché, con il suo lavoro di artigiana e commerciante, si prende cura degli aspetti organizzativi e finanziari degli affari della famiglia: la costruzione della casa, la sua gestione economica e l’educazione dei bambini. In Juchitán il legame tra madre e figlia è la chiave di tutte le relazioni della vita; le figlie, e anche i figli, sono orgogliosi della loro madre e di discendere da lei. In questo modo non rinnegano mai la loro eredità “etnica”: al contrario, considerano i consumi e lo stile di vita juchitechi “migliori”, un risultato che senza dubbio si deve all’educazione materna.
Al carattere pubblico delle loro vite va aggiunto il fatto che le donne producono e poi vendono cibi e oggetti di artigianato di fronte a casa, o lungo i vicoli e le strade, o nei mercati frequentati solo da donne, utilizzato i ricavi per le spese più grandi, come costruire una casa o l’educazione dei bambini.
La povertà e la mancanza di sviluppo, dilaganti in altre parti del Messico, sono sconosciute a Juchitán, dove le donne mantengono un’economia tradizionale su base regionale, perlopiù autosufficiente. I prodotti del posto sono molto più apprezzati di quelli importati, e la gente va fiera del cibo, dei vestiti e della musica di Juchitán.
In Juchitán raggiunge l’apice del prestigio non chi ha più denaro, ma chi ha dato di più agli altri. L’economia locale non si fonda tanto sull’accumulo di ricchezze personali, quanto sulla condivisione dei beni, secondo criteri che premiano la mutualità. Questo tipo di “economia del prestigio” ruota intorno al rafforzamento del legame sociale grazie al festoso consumo collettivo dei beni, che anziché essere accumulati dai singoli individui, circolano come doni.
I festival del merito delle donne sono straordinari. In molti parti del mondo queste celebrazioni sono affare di uomini e le donne gli oggetti del loro onore. Ma non a Juchitán, dove le donne sono il soggetto, nonché le attrici, delle feste che si celebrano pubblicamente nelle strade. E così’ le feste hanno una funzione di livellamento; è questa la finalità del dono in un’economia basata sulla mutualità e l’equilibrio. In questo modo si riducono drasticamente le differenze tra ricchi e poveri: da una donna ricca ci si aspetta che dia di più, sia come ospite che come invitata».
Sito dell’evento http://www.associazionelaima.it/
Leggi anche:
Luciana Percovich | 20 marzo 2013
Esistono società matriarcali? Come e perché provano a rifiutare i principi e le pratiche del dominio e del capitalismo? Recensione di «Le Società Matriarcali. Studi sulle culture indigene del mondo» (Venexia) di Heide Goettner-Abendroth.
Daniela Degan vive e lavora Roma. Ha studiato economia e lavora in questo campo. Nel corso degli ultimi otto anni ha sviluppato un percorso di ricerca sui temi della decrescita, della nonviolenza e dell’economia alterativa ma anche degli archetipi e miti del sacro femminile, della spiritualità della Dea Madre nel mediterraneo e in Europa, avvicinandosi alla ipotesi delle società gilaniche/mutuali. Ritiene che questi temi siano connessi sistemicamente e su questi temi ha curato un laboratorio che sarà presentato alla tre giorni di Torino. Gli articoli di Daniela Degan pubblicati da Comue-info, spazio web che ha aiutato a nascere, li trovate QUI.
Ciao gente bella,
sono appena rientrata dal convegno internazionale CULTURE INDIGENE DI PACE che si è svolto a Torino. Rosa Martha Toledo Martinez (in questa foto) è bella, sorridente, forte, sicura,
piena di energia solare e giocosa ci insegna come essere donne!
Questo popolo zapoteco ha mantenuto intatti i valori di una cultura mutuale, egualitaria e quindi matriarcale. Ci ha insegnato un canto, a conclusione del Convegno. Tutte e tutti abbiamo cantato.
“io soy la tierra del fecudar ….. io soy la DIOSA del trasformar ” ……
Dignità, presenza, amorevole bellezza ….. incredibile donna selvaggia e raffinata nella forma e nella sostanza. Perchè le donne sono al centro dell’economia, della vita spirituale, della vita nel quotidiano. Una nuova sorella
a presto
daniela degan
P.s: Chi vuole stasera alla Casa Internazionale delle Donne alle ore 18,30 può incontrare
Starhawk anche lei ospite internazionale del convegno che ci ha insegnato una danza a spirale e ci ha parlato di come essere donne in azioni, usando le intenzioni femministe per cambiare il mondo.
con grande dispiacere comunico che il terremoto ha colpito proprio questa comunità e la citta’
purtroppo non sono riuscita a trovare altre info.
Speriamo che comunque le loro vite siano salve!
ciao con tristezza
Daniela