Nell’epoca in cui il narcisismo, con i suoi forti legami con la violenza e la guerra, non riguarda più solo chi è al potere, c’è uno straordinario quadro attribuito a Caravaggio che apre un orizzonte di senso diverso
Nei mei numerosi viaggi interattivi con l’arte alla Doria Pamphilj e alla Galleria Barberini di Roma, nonostante il mio concentrarmi nel racconto delle collezioni, il mio terzo occhio continuava a soffermarsi su due quadri in particolare: La Maddalena Penitente di Caravaggio e il Narciso solo ancora attribuito al grande artista. Ogni volta, riscontravo nuove analogie, e ogni volta era un sussulto dell’anima. Narciso, continuavo a dirmi, non può essere che di un’anima alla profonda ricerca del proprio sé, un’anima dunque tormentata fino all’ossessione, un’anima che cercava la via dell’illuminazione. Narciso della Galleria Barberini può essere solo di Caravaggio. Di nessun altro artista dell’epoca… per l’afflizione e il tormento, per il senso di speranza che tuttavia porta con sé.
Quel Narciso infatti mi pareva un Narciso fuori dalle righe. Un Narciso diverso da quello raccontato da numerosi altri pittori prima, contemporaneamente e dopo Caravaggio, persino diverso dal terzo libro delle Metamorfosi di Ovidio. Il messaggio infatti che l’artista lascia, a noi posteri e chissà a quanti altri dopo di noi, è che anche Narciso, nonostante la sua superficialità, ha la facoltà di scegliere di non diventare un fiore fugace come il mito racconta. Anche Narciso se vuole può andare oltre la propria immagine riflessa per ritrovare sè stesso e ritrovarsi in equilibrio tra il bene e il male. Anche Narciso può ricominciare e a creare, creandosi!
Un messaggio ancora attuale, direi forte per una cultura come la nostra, una cultura dove il narcisismo, dalla forma più lieve a quella patologica, sembra esser diventata una conditio sine qua non del nostro vivere quotidiano. E ha messo e continua a mettere tutti contro tutti, o tutti in difesa da tutti. E laddove la problematica, all’epoca di Caravaggio, interessava solo i ceti più alti, oggi pare interessare tutti, in tutti gli ambiti e a tutti i livelli per un successo fine a se stesso.
E pensare che tutto ciò lo raccontava già negli anni Settanta lo storico e sociologo statunitense Christofer Lasch nel suo saggio La cultura del Narcisismo (Bombiani 1979), un testo che analizza la piega che il suo paese, gli Stati Uniti d’America, stava prendendo, una piega di cui pare oggi ammalato il mondo intero, soprattutto l’Occidente. La maschera egoica, ben lontana da quella creata dalle tribù primitive, strumento quella di mimetizzazione con la Natura, ha soppiantato la possibilità dell’elevazione dell’anima, ritenuta forse “inutile” al sistema economico. E così oggi la maschera non ha strumenti di interazione non con l’altro, ma con l’altra maschera da sé, se non la violenza… la guerra, le guerre. Perché il motto dell’immagine fine a sé stessa è Mors tua Vita Mea.
Come fare allora a riportare l’Uomo e la Natura al nostro centro? Basterebbe ritornare all’Arte e alla Letteratura per ritrovare gli strumenti giusti, quelli che arricchiscono l’anima di chiunque e che, avendo il potere di far cadere le maschere egoiche, portano l’ego definitivamente in equilibrio con lo spirito…
E allora sentiamo cosa ci racconta Caravaggio in questo video. Buona visione a tutti.
Nota sull’autrice: Anna Bruno, scrittrice, sceneggiatrice e educatrice all’arte vi propone di iscrivervi al canale https://www.youtube.com/channel/UC8Afs-iEOM2XxcJcs_6mMug/videos per rimanere aggiornati. Il suo sito dove potrete leggere di lei e delle sue attività di educazione all’Arte www.periegeta.it. Nell’archivio di Comune i suoi articoli sono leggibili qui
Fiorella Palomba dice
Professoressa Bruno, con questo articolo, mi ha inviato a nozze: Michelangelo Merisi è il pittore che più amo, quindi la ringrazio.
Ho conosciuto personalmente il professor Claudio Strinati e regalo a tutti l’analisi dell’opera che, insieme a quella qui pubblicata, rendere omaggio al grande pittore.🌸
https://www.google.it/search?q=%22YouTube+narciso+Claudio+Strinati&ie=UTF-8&oe=UTF-8&hl=it-it&client=safari#fpstate=ive&ip=1&vld=cid:230e42c9,vid:hXFt5aU0yN4,st:0
Anna Bruno dice
Gentilissima, la ringrazio anch’io per l’intervento. Conosco bene l’interpretazione del prof. Strinati al riguardo. Tuttavia, pur stimando molto il professore che da giovanissima seguivo con molto interesse, devo ammettere che non concordo con la sua interpretazione del ritratto del Narciso riflesso nello stagno, un ritratto che rimanda il professore ad un’opera di Antiveduto Grammatica. Ritengo che il messaggio del quadro di Narciso possa solo essere di un animo molto tormentato e profondo, e che quasi sicuramente soffriva di bipolarità, cosa evidente nell’opera di Narciso e non solo. Una personalità complessa che al contrario non riesco a leggere in A. Grammatica. Nonostante sia d’accordo che Caravaggio deve averne subìto una certa influenza, soprattutto per l’eleganza di fattezze e tessuti. Inoltre, penso che i lineamenti di Michelangelo Merisi adulto siano riconoscibilissimi nell’opera e più rientranti nella dinamica della messa in scena teatrale, quella di un fanciullo che si cerca dentro e che si vede riflesso in un futuro migliore, un futuro di saggezza. Un’aspirazione viva che si respira forse un pò in tutte le opere di Caravaggio.
Fiorella Palomba dice
Come lei sa meglio di me l’interpretazione artistica non è matematica. La difformità invece è ricchezza. Grazie ancora! 🌸
Anna Bruno dice
Assolutamente d’accordo con lei, anzi la ringrazio molto per il suo intervento, l’unico da me tanto desiderato per poter avere la possibilità di uno scambio di vedute proprio col prof Strinati, con cui mi piacerebbe discorrere prima o poi sull’argomento. Un grazie infinito dunque
PaolaDi Profeta dice
Cara Anna, complimenti per la tua personalissima e originale lettura dell’opera in questione, suffragata da argomenti convincenti e condotta con delicata finezza d’analisi.
Al prossimo accattivante viaggio nell’arte!